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Bizzarie e stranezze nell’audiovisivo italiano…

Netflix è finita e le altre piattaforme la supereranno. O le vere informazioni che ci mancano da Netflix (no, non gli incassi in sala). Tutto fa parte delle assurdità che riguardano il nostro settore…

Ho deciso di scrivere qualche articolo su un tema che mi colpisce molto, ossia le opinioni comuni che ci sono nel nostro settore, ma che spesso (almeno ai miei occhi) risultano profondamente irrazionali. Tanto, temo che la materia prima non mancherà neanche in futuro. Per ora, cominciamo da queste due cose…

“Netflix è finita, le altre realtà stanno crescendo e minacciano il suo primato”
Sulla follia di questi giudizi ha scritto bene David Poland, lascio la parola a lui:

Netflix ha avuto ricavi di quasi 30 miliardi di dollari nel 2021. Quest’anno, per la prima volta, supererà i 30 miliardi. Disney sarà ancora sotto i 20 miliardi nello streaming nel 2022. Paramount Global sarà fortunata se arriva a 4,5 miliardi per lo streaming. Warner Bros. Discovery è appena nata, ma anche così, i ricavi complessivi sono sotto i 6 miliardi. Comcast non fornisce i dati di ricavi nello streaming, ma tutti i ricavi televisivi (lineare, via cavo e streaming) saranno sotto i 28 miliardi quest’anno, con Peacock che probabilmente rappresenta il 10% o meno di questo totale.

Quindi, versiamo qualche lacrima per Netflix. Ovviamente, è tutto finito. Spegnete le luci. Come faranno a sopravvivere con i maggiori ricavi nel mondo dello streaming, il maggior numero di abbonati, la più ampia base di Paesi in cui sono presenti, ecc. ecc.?”

Aggiungo anche due cose fondamentali. Primo, Netflix è anche la realtà di streaming mondiale che ormai riesce a far pagare di più i suoi abbonati. L’Arpu medio è infatti di quasi 15 dollari negli Stati Uniti e in Canada, mentre le altre realtà spesso non arrivano neanche vicine ai 10 dollari. Non pensate che se domani Netflix riducesse il suo prezzo medio nei Paesi più ricchi a sotto i dieci dollari, conquisterebbe rapidamente milioni (forse anche decine di milioni) di abbonati? Ma giustamente è in una fase matura e pensa a massimizzare gli abbonati, non a ottenerne di nuovi a tutti i costi. Insomma, se Netflix è “finita”, le altre realtà perché continuano a esistere, visto quanto stanno indietro?

Secondo, basta dare un’occhiata ai dati Nielsen americani per vedere come i prodotti di Netflix dominino gli ascolti rispetto alle altre piattaforme streaming. Nell’ultima settimana, per fare un esempio, 24 dei 30 maggiori titoli sono di Netflix. Certo, piano piano Disney+ e Amazon Prime Video si stanno guadagnando il loro spazio. Ma i numeri (non solo di abbonati, ma anche di quanto utilizzano i rispettivi servizi) sono ancora molto, molto diversi…

I dati importanti
A proposito di Netflix e dei poco meno di 30 miliardi di ricavi ottenuti nel 2021. Quanto incidono su questa cifra gli incassi sala di E’ stata la mano di Dio? Considerando la cifra più probabile che ha ottenuto il film (tra i 3 e i 4 milioni), il fatto che una parte di questo incasso va agli esercenti e una parte al distributore (Lucky Red), stiamo parlando (anche nel caso migliore) di meno di 2 milioni (a cui comunque andrebbero tolte le spese di lancio). Incidenza quindi sui quasi 30 miliardi di ricavi? Il nulla.

Ricordiamo una cosa importante (e banale): da cosa guadagna Netflix? Dagli abbonamenti. E quanti sono gli abbonamenti in Italia? Non è stata fornita una cifra precisa, nell’ultimo incontro con la stampa si parla di “quasi 5 milioni di abbonati” (erano 4 milioni a ottobre 2021). Questo in un quadro in cui non solo conosciamo con precisione il numero di abbonati mondiali, ma anche quelli della zona EMEA.

Quindi, in entrambi i casi (incassi sala del film di Sorrentino e abbonati italiani) ci mancano delle informazioni. Ma qual è il dato fondamentale per Netflix e il suo business? Quello degli abbonati. Di cosa si è invece lamentato il mondo del cinema e dell’audiovisivo italiano negli ultimi mesi? Della mancanza dei dati di incasso di E’ stata la mano di Dio. Il problema quindi non è che non abbiamo informazioni su alcune cose. E che ci arrabbiamo per la mancanza di informazioni di pochissima importanza oggettiva e invece non chiediamo di conoscere le informazioni veramente importanti…

A proposito di questa polemica, devo dire che da mesi mi sto scervellando per provare a capire perché è tanto importante per il nostro mondo sapere gli incassi sala di Sorrentino e, in generale, dei prodotti Netflix, anche quando – in tutti gli altri casi che non vedono coinvolto un regista italiano premio Oscar – è evidente che sono cifre molto basse. E, peraltro, non modificano in nulla la questione economica per le parti coinvolte. D’altronde, il fatto per un esercente di non sapere quanto abbia incassato un film Netflix in Italia non significa che non prenderà i soldi di quel film. Se poi non ha potuto programmare quel titolo, è altro discorso, ma considerando che io penso che i film Netflix non è neanche cosa utile – per la società – che escano in sala, non lo considererei un diritto di un cinema, come magari potrebbe esserlo quello di poter programmare titoli italiani che hanno ricevuto contributi pubblici e che – per gli aiuti che hanno preso – dovrebbero sostenere le sale.

Ho trovato una possibile spiegazione, divisa in due parti. La prima questione è che Netflix è ancora visto come una realtà ‘straniera’ ed esterna al nostro mondo, come invece non lo sono più società come Sky o le major (Disney, Warner e Universal). Quindi, da alcune parti del nostro settore, viene vista come il nemico che arriva dal di fuori.

Il secondo aspetto, è che questa situazione comporta un’unicità, che è facile mettere in evidenza. D’altronde, Netflix è l’unica realtà che non permette alle sale di comunicare i propri incassi al Cinetel. A mio avviso dovremmo sconvolgerci tutti per ben altre cose, per esempio l’enorme numero di film-cinema che in questi due anni hanno sostanzialmente (o letteralmente) saltato la sala, nonostante i contributi presi. Ma lì le realtà coinvolte sono talmente tante (divise tra produttori e distributori, senza voler considerare i registi), che con chi te la puoi prendere? Anche mediaticamente, un conto è scrivere “Netflix ha fatto questo, Netflix è cattiva!”, un altro conto è dire “alcuni produttori e distributori fanno così” (peraltro, non è facilissimo da spiegare al grande pubblico quale sia il problema in questo secondo caso).

Ecco che questa differenza porta a prendersela con Netflix, ma senza che nessuno possa spiegare razionalmente perché questo sia un problema enorme per il Mercato, come certe reazioni forti e continue farebbero pensare. Riflettiamoci, perché le cose per cui combattiamo magari sono importanti, ma spesso sono ancora più importanti (e possono provocare grossi problemi) le cose per cui non combattiamo…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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