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Gli italiani su Netflix

Quali sono i titoli nazionali entrati nelle top ten mondiali di Netflix? E con quali risultati? Vediamo tutti i numeri…

Premessa importante: i numeri che riportiamo qui si riferiscono ai dati pubblici che Netflix comunica da novembre e che arrivano fino alla fine di giugno 2021. Questo ovviamente significa che non abbiamo nessun numero di altre realtà italiane sbarcate sulla piattaforma prima di quella data, ma sicuramente esistono. Penso soprattutto a Suburra e Baby, che evidentemente qualche top ten devono essersela fatta, se sono arrivati a tre stagioni prodotte. D’altro canto, Baby era stata citata a inizio 2019 in un comunicato stampa come esempio di un successo internazionale, in cui si diceva che era stata vista da più di 10 milioni di abbonati nelle prime quattro settimane. Ma vediamo l’infografica (qui la versione interattiva):

Nota: ho inserito, per ogni titolo, sia la data di uscita su Netflix che la posizione occupata nelle varie settimane in cui il prodotto è finito nelle top ten mondiali.

Partiamo da Security, che è anche il primo di questo elenco in ordine temporale e compare nella prima settimana di dati pubblici di Netflix. Il film in realtà era uscito il 16 giugno e quindi possiamo presumere che anche nelle precedenti due settimane fosse in top ten e probabilmente anche con numeri migliori (ma impossibile saperlo con certezza). Yara è invece il miglior titolo italiano di sempre e anche l’unico che abbia raggiunto la prima posizione in una top ten (peraltro, per ben due settimane), con un risultato complessivo di 37,86 milioni di ore.

In seconda posizione assoluta, troviamo Sul più bello (16,62M), unico titolo italiano (con Yara) a rimanere in top ten per le prime quattro settimane. Tutto questo senza essere un Netflix original, ma anzi essendo arrivato in piattaforma dopo circa dieci mesi dal passaggio in sala (peraltro limitato a un weekend, a causa del secondo lockdown).

Il confronto tra 4 metà ed E’ Stata la mano di Dio è interessante, visto che il primo film aveva fatto meglio del secondo nelle prime due settimane, ma poi è uscito dalla top ten, mentre la pellicola di Sorrentino è rimasta anche nella terza settimana, ottenendo un totale visibile di 12,65M contro 12,19M. Probabilmente, se sapessimo tutti i dati delle prime quattro settimane, ci ritroveremmo con un sostanziale pareggio.

Rispetto a questi due film, aveva fatto leggermente meglio nelle prime due settimane un prodotto di genere come A Classic Horror Story, che aveva ottenuto 13,15M di ore nei primi 14 giorni. Interessante anche il dato di Mio fratello, mia sorella con 11,71M nelle prime tre settimane.

Infine, due esempi recentissimi. C’è il caso di Non mi uccidere, di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi, visto che ha esordito fortissimo al secondo posto con 12,09M (miglior dato per una prima settimana di un film italiano su Netflix) e poi è uscito dalla top ten alla seconda settimana. E quello di Fedeltà, unica serie italiana a entrare in una top ten mondiale, peraltro per due settimane di fila.

Cosa ci dicono tutti questi dati? Vediamo qualche caso. Non c’è dubbio che il film più prestigioso sia stato il candidato all’Oscar E’ stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino. Tuttavia, direi che non ha ottenuto un risultato straordinario, a mio avviso sia per l’uscita in sala in Italia (che è andata molto bene, considerando le circostanze, anche se non sappiamo le cifre esatte) che per un interesse del pubblico mondiale non altissimo per i film d’autore (anche The Power of the Dog, tutto sommato, non ha ottenuto grandi numeri, anzi).

Un altro dato su cui riflettere è che, nonostante si faccia un gran parlare di ‘Original’ e di avere prodotti in esclusiva sulle piattaforme, i dati di titoli di catalogo come Non mi uccidere e Sul più bello dimostrano che, alla fine, per un pubblico mondiale un prodotto italiano alla fine sembra sempre un ‘Original’.

Infine, dai numeri di Yara, il maggior successo italiano, capiamo che la scelta di puntare sul cinema di genere e su un fatto di cronaca nera che parla a qualsiasi spettatore, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Francia al Brasile, è sicuramente una scelta vincente.

Ora, arrivati a questo punto, vorrei anche chiarire perché è importante monitorare questi numeri. Non c’è dubbio che Netflix nei prossimi anni trasferirà una quota importante di investimenti produttivi fuori dagli Stati Uniti (ieri, per esempio, è stato annunciato il piano di produzioni in Francia per quest’anno, che vede la società impegnarsi con oltre 200 milioni di euro). Sicuramente, per decreto, dovrà investire in produzione una parte dei suoi ricavi italiani (il 17% nel 2022, sarà il 18% nel 2023 e il 20% nel 2024, con la metà di queste quote destinate a prodotti di espressione originale italiana), ma un conto è essere obbligati a investire, un conto è eventualmente farlo superando anche quelle cifre dovute, perché magari i prodotti italiani funzionano bene nel mondo.

E allora, cosa ci dice il nostro ‘termometro’ di prodotti italiani su Netflix? La forte impressione (anche se, non avendo dati prima di giugno 2021, dobbiamo lavorare per ipotesi) è che siamo in miglioramento. Molti prodotti recenti sono finiti nelle top ten mondiali, per la prima volta come detto anche una serie. Quello che servirebbe adesso, è un enorme successo, che magari sia in grado di finire nelle top ten mondiali di tutti i tempi (cosa sicuramente più abbordabile per i film che per le serie). Speriamo proprio che arrivi dalle prossime produzioni, sarebbe utilissimo per tutto il nostro sistema dell’audiovisivo…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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