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La confusione delle window

Vediamo quali sono le window reali tra uscita theatrical e successivi sfruttamenti in Italia. E gli eventuali rischi…

Non c’è dubbio che, dall’inizio della pandemia, uno dei temi più caldi che ha dovuto affrontare il mondo del cinema siano state le window o, per meglio dire, lo sgretolamento delle durate classiche a cui eravamo abituati, che per i film stranieri arrivavano a 105 giorni. Per capire come siamo cambiati in meno di due anni, diamo un’occhiata a questa infografica (qui la versione interattiva), che mette in evidenza le window di buona parte dei principali successi al box office italiano usciti da agosto 2021 in poi:

Rapida spiegazione: i giorni indicati nell’infografica sono quelli tra l’uscita in sala italiana e un successivo sfruttamento (sempre in Italia), che può essere il passaggio su una piattaforma in abbonamento (sono i film indicati in rosso) o il noleggio/vendita in digitale (i titoli indicati in blu). La data tra parentesi indica l’uscita in sala.

Tuttavia, questa infografica, benché utile, ha bisogno di un notevole approfondimento e di diversi ‘asterischi’. Partiamo dalle major e da quella che al momento è in testa agli incassi 2021, la Warner. Qui il discorso è semplice: tutti (tranne Dune, che da noi è arrivato in anticipo di più di un mese) i film di questa società in realtà negli Stati Uniti sono usciti in contemporanea su HBO Max, tra cui appunto Suicide Squad – Missione suicida e Space Jam. Non parliamo poi di situazioni in cui un titolo come I molti santi del New Jersey è uscito con largo anticipo (1 ottobre) negli Stati Uniti, per poi arrivare nelle sale italiane il 4 novembre ed essere disponibile da noi per l’acquisto e il noleggio sulle principali piattaforme dal 7 dicembre. Dal 2022, comunque, non ci sarà più la strategia day and date, ma una finestra theatrical di almeno 45 giorni. Questo non toglie che le release day and date hanno provocato forti discussioni ed è legittimo chiedersi se l’uscita ritardata di Matrix Resurrections (negli Stati Uniti dal 22 dicembre) in Italia (1 gennaio) e in Cina (14 gennaio) risentirà della pirateria.

Nel caso di Universal, è vero che da noi l’ultimo James Bond ha avuto più di due mesi di finestra, tuttavia negli Stati Uniti era disponibile in Premium VOD (19,99 dollari) dal 9 novembre, quindi possiamo dire che dopo 40 giorni dall’uscita italiana, era facile trovare una copia perfetta del film in inglese. La Universal ha appena annunciato che molti suoi film passeranno sulla piattaforma peacock dopo 45 giorni, anche se non i titoli più forti, quindi Jurassic World: Dominion e Minions: The Rise of Gru, oltre ovviamente al nuovo film di Christopher Nolan, che quando sente odore di window più brevi, cambia major e si fa mettere in contratto window ‘tradizionali’ (si parla di almeno 100 giorni).

Infine, Disney è il caso più interessante e che in Italia è molto diverso da quello delle altre due major, non solo perché nel corso del 2020-2021 ha spostato dei titoli (soprattutto Luca e Soul) dalla sala su Disney+ o è uscita in contemporanea con un prezzo premium (Black Widow). Infatti, la Disney è l’unica major che nel nostro Paese è presente con la sua piattaforma e quindi significa che chi ha l’abbonamento si ritroverà i film all’interno della stessa, senza dover pagare un costo supplementare per i singoli titoli. Di sicuro, si segnala la finestra di 30 giorni per Encanto, ma anche quella di un titolo come Last Duel (non presente in infografica), che è arrivato al cinema il 14 ottobre ed è sbarcato sulla piattaforma il primo dicembre (48 giorni). Come ha detto il CEO Bob Chapek, nel 2022 si continuerà sulla strada della flessibilità, per cui non è garantito che rimanga la finestra minima di 45 giorni che Disney ha seguito (con l’eccezione appunto di Encanto) in questi ultimi mesi del 2021.

Diametricalmente opposto il caso di Sony, l’unica major americana a non avere una sua piattaforma e che – guarda caso – alle window ci fa sicuramente più attenzione. I risultati in sala si vedono: Venom – La furia di Carnage è il secondo maggior incasso del 2021 negli Stati Uniti (a pochissima distanza da Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli) e a breve (forse ‘a brevissimo’) Spider-Man: No way Home sarà il primo. Interessante come la major abbia anche deciso di cedere i diritti di sfruttamento dei suoi film a Netflix per quanto riguarda la fase post-PVOD, che usciranno dal 2022 al 2026 (quindi l’accordo non comprende i due titoli citati sopra con protagonisti Venom e Spider-Man, ma include i futuri sequel di queste pellicole). Tutto questo non vuole dire che ci sia una strada ‘giusta’ e una ‘sbagliata’, ma che qualsiasi direzione si prenda, comporta delle conseguenze ai propri business per realtà che, a differenza di Netflix (che vive solo di abbonamenti), hanno tanti interessi diversi, per cui è impossibile avere “la botte piena e la moglie ubriaca”.

Il cinema italiano invece è decisamente fatto di estremi. Si può passare dai 33 giorni di Io sono Babbo Natale (disponibile dal 6 dicembre su Amazon Prime Video) ai 121 di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, che ha saltato gli sfruttamenti TVOD e sarà disponibile dal 25 dicembre su Sky e Amazon Prime Video (una window quasi eroica, permettetemi di dirlo). In mezzo c’è magari il caso di Ancora più bello, dal 16 settembre nei cinema e dal 10 novembre (55 giorni di window) su Netflix e che – è interessante sottolinearlo – non vedrà sfruttamenti digitali transazionali per molti mesi ancora, mentre invece a gennaio uscirà in DVD e Blu-ray. In tutto questo, ovviamente impossibile non ricordare tanti titoli che la sala l’hanno saltata nell’ultimo anno e mezzo, completamente in alcuni casi (quando le sale erano chiuse) e nei fatti anche quando potevano puntare a uno sfruttamento prioritario theatrical, con tante uscite ‘evento’, spesso ‘tecniche’, per una tipologia di sfruttamento che in realtà non è per niente adatta a lungometraggi senza un pubblico già costituito.

Va detto assolutamente che queste scelte sono comprensibili e anche giustificate dal periodo di emergenza, che spinge tanti produttori e distributori (che magari non hanno alle spalle major ricchissime) a dover monetizzare in fretta. Insomma, la mia non è una critica a chi giustamente fa di tutto per sopravvivere. Ma temo che l’impatto sul Mercato sia forte.

Tutto questo, in effetti, significa non solo una riduzione notevole delle window (ormai, nei fatti e come dimostra l’infografica, non si va quasi mai sopra i due mesi e mezzo, in diverse situazioni invece si sta sotto i 50 giorni). Ma si crea sicuramente una forte confusione nella testa del consumatore, che potrebbe così avere una percezione che le window siano ormai molto brevi un po’ per tutti i titoli (penso infatti che sia più facile notare i film che arrivano in breve tempo che quelli per cui si aspettano un po’ di più, ma tanto come detto i vecchi 105 giorni sono ormai lontanissimi).

Cosa farà quello spettatore che magari è incerto sul vedere un film e magari non ci è ancora andato dopo una settimana o due dall’arrivo in sala? La tentazione di aspettare (comunque molto di meno di un tempo e magari senza costi aggiuntivi) per vederlo a casa diventa forte. E non parliamo del fatto che una finestra ridottissima rende difficile parlare di ‘evento al cinema’. D’altra parte certe differenze di giorni anche all’interno di un stessa major, fanno capire che si crede meno in alcuni titoli rispetto ad altri.

Sarà poi molto interessante vedere cosa succederà ai film Universal e Warner in Italia dal 2022. Non essendoci le piattaforme di queste aziende da noi, dobbiamo aspettarci che continueranno ad arrivare in TVOD? O magari potrebbero uscire su Sky in tempi molto rapidi rispetto al passato? D’altra parte, va detto che, per le major, le scelte non verranno fatte in Italia, a differenza del prodotto locale. In questo senso, siamo sicuri che la window attuale di 30 giorni non rischi di danneggiare lo sfruttamento theatrical dei film italiani?

Insomma, la mia impressione è che stiamo prendendo un bel rischio nel dare per inevitabile questo stato di cose. E che certe scelte possono mettere in difficoltà tante sale. Pensiamoci, perché poi tornare indietro sarebbe molto difficile…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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