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Sulla mia pelle: come hanno reagito i social alla straordinaria uscita del film?

Dopo le polemiche veneziane, il film di Alessio Cremonini ha continuato a far discutere sui social pubblico e addetti ai lavori in occasione della sua uscita ufficiale, avvenuta in contemporanea su Netflix e in un ridotto numero di sale.

Il 12 settembre è uscito su Netflix e in alcuni cinema, distribuito da Lucky Red, “Sulla mia pelle”, il film sugli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi. Delle implicazioni di questa uscita sul mercato ne abbiamo parlato più diffusamente nell’articolo di Robert Bernocchi qui linkato: in questa sede ci limiteremo a notare invece il grande impatto che la pellicola ha avuto sui social, sia in virtù dei suoi contenuti sia per le insolite modalità distributive, che hanno fatto molto discutere.

Sui social, il film diretto da Alessio Cremonini e con Alessandro Borghi nel ruolo di Cucchi, è deflagrato come raramente si vede nel nostro Paese e nel nostro settore, forse solo in occasione dei blockbuster più popolari.

Abbiamo dunque analizzato le conversazioni sui social network per comprendere la portata del fenomeno, che, oltre alla storia in sé, ha infiammato le discussioni anche per le modalità della sua distribuzione.

L’uscita simultanea sul colosso dello streaming e sul grande schermo ha agitato le associazioni di categoria: «Negare il ruolo economico e sociale della sala cinematografica, imponendo unilateralmente le condizioni per le uscite contestuali sala-streaming», hanno scritto in un comunicato congiunto Anec, Anem, Fice e Acec, «vuol dire accettare che i festival e le sale diventino solo un passaggio tecnico finalizzato esclusivamente alla promozione delle offerte in streaming». Per questo motivo, soltanto sei cinema hanno deciso di proiettare “Sulla mia pelle” a Roma, appena tre a Milano e addirittura uno a Torino, restando fuori dai grandi circuiti.

L’intento della nostra analisi è anche dare una risposta alla domanda sul rapporto tra streaming e sale, che è destinato a condizionare pesantemente il futuro del cinema.

Cominciamo col dire che nella serata del 12 settembre -giorno stesso dell’uscita sia in sala sia su Netflix- il film era in trending topic su Twitter in terza posizione, spinto dall’urgenza di chi aveva visto il film di esprimere il proprio parere. Le pubblicazioni sono andate avanti per tutto il weekend, raggiungendo volumi considerevoli, tanto da poter dire che, quasi sicuramente, che chiunque abbia usato i social in questo lasso di tempo si sia imbattuto in post, tweet o commenti di amici, o amici di amici, che ne parlavano. Il buzz totale, dalla release alle ore 10:00 di questa mattina, ammonta a 21.3K tweet, pubblicati da 10,4K utenti unici.

 

Sulla mia pelle - Twitter Buzz

Nel giorno della release, Alessandro Borghi ha lanciato un invito a vedere Sulla mia pelle al cinema, perché su questo film, ha detto, “è importante ascoltare i respiri delle persone in sala”.

 

 

 

Il tweet di Alessandro Borghi è di gran lunga il contenuto più popolare sul film: retwittato ad oggi oltre 1.800 volte, ha dato un notevole contributo alla prevalenza delle keyword a tema cinema vs Netflix.

L’analisi delle parole ricorrenti tra i tweet degli utenti, ci restituisce informazioni interessanti circa gli argomenti più dibattuti: oltre alla grande emozione, ai ringraziamenti, alle lodi per la straordinaria interpretazione di Alessandro Borghi, notiamo che “cinema” e “Netflix”, e le parole a queste strettamente correlate e assimilabili, gareggiano per il primato nelle conversazioni a tema  ‘distribuzione’, con l’ago della bilancia che pende decisamente in favore delle sale, quanto a ricorrenza delle menzioni, con oltre 4.2K contro 2.4 citazioni per Netflix. Con la precisazione, però, che la parola “cinema” viene riconosciuta come ascrivibile ad entrambe le forme di distribuzione, in streaming come in sala.

Analizzando le discussioni, tuttavia, l’impressione che se ne trae è che “Sulla mia pelle” non sia il film adatto sui cui ragionare, per trarre delle considerazioni utili sull’evoluzione in fieri del rapporto tra streaming e grande schermo.

Il film ha infatti scatenato un’ondata emotiva senza precedenti, tanto da portare associazioni, collettivi e spazi autogestiti ad organizzare una serie di proiezioni gratuite, nella convinzione che i vincoli del copyright fossero meno importanti della divulgazione dell’opera al pubblico. Su Facebook sono comparsi molti eventi con oggetto la visione gratuita, che sono durati poco: il social network ha infatti provveduto in tempi (insolitamente brevi) alla loro cancellazione, su richiesta di Netflix e Lucky Red.

Nella polemica è intervenuta anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, che si è detta dispiaciuta per l’azione ‘censoria’: “Noi non abbiamo voce in capitolo, possiamo forse comprenderne le ragioni ma mi dispiace e non poco”. Ilaria Cucchi ha rilanciato commossa in questi giorni le immagini delle tante proiezioni non autorizzate.

Alcune associazioni hanno comunque confermato le proiezioni non autorizzate in programma, sostenute sia da Ilaria Cucchi, che anche da un entusiasta Giuseppe Civati, segretario di Possibile.

 

 

 

In molti tuttavia hanno scritto che lo guarderebbero volentieri al cinema “anche solo per principio”, che è un film che “merita la sala”, lamentando il fatto di non averlo trovato in cartellone.

 

 

 

A Torino, il gestore dell’Ambrosio, Sergio Troiano, ha difeso la scelta di mettere il film in programmazione, una decisione controcorrente rispetto alla levata di scudi delle associazioni di categoria. In un’intervista a La Stampa, ha dichiarato: «Fosse stato un semplice film d’intrattenimento, avrei senza dubbio sostenuto i miei colleghi. Ma questo è un caso diverso. È una pellicola necessaria, d’inchiesta, quel tipo di cinema che in passato ci ha resi grandi e apprezzati in tutto il mondo. La gente deve poterlo vedere anche in sala».

In generale, il sentimento prevalente appare essere: “Guardatelo dove volete, ma guardatelo”.

 

 

 

Numerosi anche i personaggi e i vip che hanno contribuito alla discussione, tra cui Lorenzo Jovanotti, Selvaggia Lucarelli, Frank Matano, i Negramaro, Gabriele Muccino. Da segnalare uno stizzito Alessandro Borghi per la programmazione a Roma in sole cinque sale.

 

 

 

 

 

In ultimo, aggiungiamo anche la notizia last minute della dimissione di Andrea Occhipinti dalla carica di Presidente della Sezione Distributori dell’ANICA. Tra le sentite motivazioni citiamo “(…) non voglio che una scelta puramente aziendale venga considerata come una posizione della sezione distributori dell’Anica, visto il mio ruolo. (…) Lascio però la carica di Presidente con serenità, certo di poter e voler continuare a dare il mio contributo in qualità di associato dell’Anica sia come produttore sia come distributore.”

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