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Finanziamento pubblico al cinema, confronto tra Germania e Italia

A Berlino si sta provando a cambiare la legge attuale che prevede un supporto per 370 milioni di euro; avanzate le prime proposte dalle associazioni. Nel nostro Paese, il fondo cinema e audiovisivo ha una dotazione di 750 milioni di euro

Immagine di apertura finanziamento pubblico

L’industria cinematografica tedesca sta lavorando per introdurre modifiche fondamentali al sistema di finanziamento pubblico al settore. In Germania – come riporta Screendaily.com – ci si prepara a un’importante revisione della legge tedesca sul cinema (la FFG). All’inizio di quest’anno, la ministra della cultura Claudia Roth ha sottolineato la necessità di una radicale riforma del sistema di finanziamento che in Germania è di 370 milioni di euro per la realizzazione di film e serie Tv; un passaggio inevitabile visti i grandi cambiamenti di questi ultimi anni causati dall’impatto del Covid a livello economico e sull’affluenza al cinema e anche dalla crescita delle piattaforme streaming. L’anno scorso, 229 milioni sono arrivati ai produttori attraverso il DFFF (German Federal Film Fund), il GMPF (German Motion Picture Fund) e l’FFA (German Federal Film Board) mentre i restanti 143 milioni sono arrivati dai finanziamenti regionali.

Le proposte delle associazioni

Le due associazioni di produttori – la Produzentenallianz e la Produzentenverband – hanno unito le forze insieme all’associazione dei documentaristi AG DOK e alla German Film Academy (GFA) per presentare le proprie proposte di riforma del sistema di finanziamento. I produttori e la GFA chiedono, ad esempio, che la nuova legge introduca un incentivo automatico del 30% per le imprese tedesche che investono nella produzione, più un ulteriore 5% a favore di chi si impegnerà per una maggiore sostenibilità e diversità dei progetti. I produttori chiedono, inoltre, che la legislazione introduca un obbligo di investimento per gli operatori streaming, simile a quanto accade in Francia dove le piattaforme devono destinare il 15-25% dei ricavi alle produzioni europee o locali. Questo eventuale prelievo sarebbe in aggiunta a quello già in essere in Germania dell’1,8-2,5% sul fatturato degli streamer.

Le associazioni di esercenti e distributori d’essai AG Kino e AG Verleih e quella degli esportatori di film tedeschi VDFE hanno avanzato le loro proposte, richiedendo un fondo di 20 milioni di euro per offrire un finanziamento automatico di almeno 50.000 euro per la distribuzione di documentari e di 100.000 euro per la distribuzione di film tedeschi come copertura dei costi di lancio prima dell’uscita nelle sale. Le associazioni chiedono inoltre un fondo di sostegno ai distributori di 8 milioni di euro; per potervi accedere verrebbe introdotto un sistema di punti determinato da fattori quali il numero di film tedeschi o europei presenti nei listini, il numero di film con nomination o i premi vinti. Gli esportatori tedeschi, inoltre, hanno sostenuto nel documento che il budget del German Films dovrebbe essere aumentato.

Va segnalato, però, che l’atteso disegno di legge del nuovo FFG deve ancora vedere la luce e con ogni probabilità sarà presentato dopo l’estate per iniziare il suo iter parlamentare e legislativo nel 2024 e diventare operativo nel 2025.

E in Italia?

Vediamo, però, un possibile confronto con il sistema di finanziamento italiano. La Legge 2022/2016, la cosiddetta “legge Franceschini”, ha istituito il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo («Fondo cinema e audiovisivo») al quale attingono i vari schemi di sostegno economico. Il Fondo, inizialmente partito con un budget di 400 milioni di euro, ha attualmente una dotazione minima annuale di 750 milioni di euro, ripartiti ogni anno in modo che ogni singolo ambito (produzione, distribuzione, esercizio) abbia una dotazione specifica.

finanziamento in Italia

Il sistema di sostegno economico, come riporta la Direzione generale cinema del Ministero della cultura – si basa su tre meccanismi di intervento:

Crediti d’imposta: compensazione dei debiti fiscali e previdenziali delle imprese, calcolata automaticamente sulla base dei costi sostenuti per lo sviluppo (aliquote del 30%), la produzione (aliquote dal 20% fino al 40%), la distribuzione nazionale e internazionale di film (aliquote dal 15 al 40%), opere tv e opere web (aliquote dal 30% al 40%), videogiochi (aliquote del 25%), per l’apertura o ristrutturazione di sale cinematografiche, per i costi di funzionamento delle sale cinematografiche (aliquote dal 20% al 40%) e per le industrie tecniche (aliquote dal 15% al 30%).

Contributi automatici: erogazione di contributi per lo sviluppo, la produzione, la distribuzione nazionale e internazionale, per la diffusione home entertainment di film e opere tv e web. Le imprese possono usufruire delle risorse, entro 5 anni, maturando il sostegno sulla base di parametri oggettivi che misurino i risultati artistici, economici, culturali ottenuti negli anni precedenti grazie alle opere prodotte o distribuite. Il valore dei risultati è assegnato automaticamente con un sistema a punti.

Contributi selettivi: erogazione di contributi a fondo perduto per la scrittura, lo sviluppo, la produzione, la distribuzione nazionale e internazionale di opere audiovisive nonché per le sale cinematografiche e per la promozione cinematografica e audiovisiva. La selezione dei progetti è effettuata da esperti sulla base di una valutazione qualitativa. I contributi destinati alle opere sono orientati prioritariamente ai film e, in particolare, a determinate categorie (giovani autori, elevata qualità artistica, “film difficili”, cortometraggi, animazioni, documentari).

Al Fondo cinema e audiovisivo, bisogna poi aggiungere quelli regionali gestiti dalle diverse film commission e che variano da ente locale a ente locale.

(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

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