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Le piattaforme e la condivisione delle password

Mentre Netflix sta diventando più severa sull’utilizzo di uno stesso account, scopriamo cosa fanno gli altri streamer. O meglio, cosa non fanno…

Sta facendo molto discutere la stretta di Netflix contro la condivisione delle password. Iniziata in alcuni Paesi sudamericani, si sta ormai diffondendo nel mondo, con risultati non facili da giudicare (sicuramente un discreto tasso di lamentele, ma se va avanti si presume che stia anche portando risultati economici non indifferenti).

Ma cosa fanno invece le altre piattaforme? L’ispirazione per questo articolo mi è arrivata da un pezzo analogo per la newsletter Buffering.

Partiamo da Sky Now. A leggere le condizioni di utilizzo, si ha l’impressione di una certa severità. Non è tanto questa parte:

Accetti di utilizzare il Servizio NOW in conformità alle seguenti regole di fruizione:
1. per uso personale e nell’ambito familiare e domestico

Quanto invece questa:

sarai l’unico responsabile del tuo Profilo Personale e delle attività relative al tuo account; inoltre dovrai mantenere riservate le credenziali di accesso acquisite in fase di registrazione, da utilizzare unicamente in ambito familiare e domestico. Inoltre, sarai responsabile del loro uso illegittimo da parte di terzi anche in caso le abbiano apprese contro la tua volontà.

Insomma, sono responsabile anche se qualcuno mi ruba la password? Nelle altre regole di utilizzo che ho visto, di solito si considera responsabile solo una persona che volutamente condivide con altri le proprie credenziali. In ogni caso, a livello pratico non è ben chiaro cosa succede se si condivide la password con qualcun altro. In ogni caso:

Puoi associare al tuo account fino a un massimo di 6 dispositivi. Una volta associati i primi 6 dispositivi, potrai sostituirne quanti ne vuoi in qualsiasi momento.

Sicuramente sei dispositivi ammessi aiutano decisamente a condividere la propria password (io però non ricordo di aver associato i miei dispositivi)…

Paramount+
Le regole sull’utilizzo dell’account si trovano nelle condizioni d’uso, questo il paragrafo che ci interessa:

L’utente è responsabile della riservatezza dei nomi di accesso e delle password del proprio account utente e non deve consentirne l’uso a persone diverse dai membri del proprio nucleo familiare. L’utente si assume la responsabilità di tutte le attività, di tutti gli addebiti e i danni che si verificano con il proprio account, compreso il suo utilizzo da parte di altri membri della famiglia e l’uso non autorizzato.

E’ interessante che, secondo questa formula, sembrerebbe che sia possibile far utilizzare le proprie credenziali a un familiare, anche se questo non vive sotto lo stesso tetto (qui è decisamente diverso dalle condizioni di Sky Now).

Amazon Prime Video
Non sono riuscito a trovare norme di Amazon Prime Video che limitino l’account a un ambito familiare/domestico. Per quanto riguarda i profili, c’è questa norma:

Per ogni account Prime Video collegato a un account Amazon, puoi creare fino a sei profili utente (un profilo principale predefinito e fino a cinque profili aggiuntivi, per adulti o bambini).

E’ interessante come peraltro il forum di assistenza aiuti chi vuole usare un account di altri per vedere Prime Video e spieghi dettagliatamente come fare:

C’è poi questa norma generale su Amazon Prime:

Punto 3.7. L’iscrizione ad Amazon Prime e i vantaggi conferiti da tale iscrizione, inclusi codici promozionali utilizzabili per l’iscrizione ad Amazon Prime o per usufruire dei relativi benefici, non possono essere trasferiti né ceduti a terzi, salvo il caso in cui ciò sia espressamente consentito nelle presenti Condizioni Generali o nelle condizioni dei programmi che trovano applicazione.

Direi che non fa riferimento al discorso condividere Prime Video, quanto all’account Prime. D’altronde, se posso aprire profili per altre persone, automaticamente sto diffondendo quei ‘vantaggi’ e ‘benefici’. In effetti, una risposta arriva anche da questo post sul forum.

Disney+
Al punto 1 delle Condizioni generali di abbonamento, si dice:

Se l’utente consente ad altri di accedere al proprio account per il Servizio Disney+, le presenti condizioni si considereranno applicabili anche all’accesso all’account per il Servizio Disney+, all’uso del Servizio Disney+ e alla comunicazione di informazioni da parte di questi soggetti terzi che hanno utilizzato l’account.

Visto che non si fa riferimento ad ambito familiare o domestico, sembra logico pensare che (almeno al momento) non si sia nessuna limitazione su come (e con chi) condividere le proprie credenziali…

Apple Tv+
La prima cosa che ho trovato è:

L’utente è il solo responsabile della riservatezza dei dati relativi al proprio account, compresa la password, nonché di qualsiasi attività da esso originante come conseguenza del non aver mantenuto tali informazioni riservate e confidenziali.

Ma la parte veramente interessante in realtà è quello che viene definito un piccolo riassunto (di AppleTv+):

Posso condividere l’abbonamento con la mia famiglia?
Certo! Puoi condividere l’abbonamento Apple TV+ con altre cinque persone.

Qui è un po’ ambiguo, la domanda parla di famiglia, la risposta parla di “cinque persone” (ma non specifica se familiari o meno). Anche in questo caso, comunque, non sembra che ci si preoccupi molto della questione.

Facciamo anche un breve riepilogo di come si comportano alcuni importanti servizi streaming americani, che però non sono disponibili da noi:

HBO Max, come riporta la newsletter Buffering, fa riferimento all’utilizzo dell’account per “tutte le persone della vostra abitazione”. Richiesto di una conferma, un portavoce dello streamer ha detto: “Noi prevediamo che le persone che vivono nella stessa abitazione possano condividere un unico account/password, cosa permessa dal nostro accordo di utilizzo. Siamo consapevoli che possa esserci una condivisione delle password al di fuori delle abitazioni e scoraggiamo questa attività”.

Hulu afferma che si può “attivare il tuo account su tutti i dispositivi che si vuole, ma che solo due di questi possono essere utilizzati in contemporanea per vedere Hulu”. Cosa simile per Peacock, che permette tre streaming in contemporanea per ogni account.

Insomma, è evidente che, al momento, nessuno sembra minimamente intenzionato a seguire la strada di Netflix e a limitare fortemente la condivisione delle password, offrendo degli abbonamenti a prezzo ridotto per chi decidesse di “uscire dall’ombra”. Tutto questo non mi sorprende affatto, visto che tutti questi streamer hanno ancora adesso dei prezzi di abbonamento che spesso sono troppo bassi, magari anche con offerte gratuite collegate ad altri prodotti (per esempio, servizi di banda larga). A questo punto, ovvio che vogliono favorire chiunque decida di abbonarsi, senza preoccuparsi di quante persone possano utilizzare uno stesso account. Per ora, insomma, sembrerebbe non essere un problema. Ma d’altronde, fino al 2022 non lo era neanche per Netflix…

Ha collaborato alla stesura di questo articolo Filippo Magnifico

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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