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Le serie e i film streaming che hanno floppato

La newsletter Entertainment Strategy guy ci offre una guida molto interessante ai titoli che hanno deluso maggiormente nel secondo semestre 2022…

Entertainment Strategy Guy, nome dietro cui si cela un addetto ai lavori con grande esperienza e la cui newsletter potete trovare qui, ha già fatto un interessantissimo articolo per quanto riguarda i film che hanno floppato e di cui ha parlato Marco Triolo su Screenweek. Intanto, spieghiamo rapidamente cosa si intende per Dogs not Barking (letteralmente, “cani che non abbaiano”), il termine che ESG utilizza per descrivere i prodotti che non hanno funzionato bene, tanto da non figurare in nessuna delle rilevazioni che utilizza per il suo lavoro. Ed è importante sottolineare che il periodo preso in esame è il secondo semestre 2022.

Credo che l’utilità di questi articoli, non sia tanto nel focalizzarci su singoli titoli, quanto sul capire delle tendenze discutibili dell’industria. Per esempio, non sono convinto che alcuni giudizi dell’autore siano ineccepibili (Avvocata Woo non può essere considerato un insuccesso solo perché non ha sfondato negli Stati Uniti, quando è stata una delle serie straniere di maggiore successo nel 2022 nel mondo). E’ più importante, invece, segnalare come alcuni dei maggiori disastri a livello di prodotti seriali siano dettati da un certo snobismo e un tentativo di parlare solo a un’elite.

Per esempio, avevamo già visto due film che non hanno funzionato come Bardo ed Emancipation, che non sono finiti nelle classifiche Nielsen (e il secondo è costato cifre importanti, come quasi tutto quello che fa AppleTv+, compreso un altro film molto costoso e poco visto, Luck) e il primo addirittura in nessuna classifica Netflix, neanche in Messico! E, a dire il vero, sarei stato molto più severo con Rumore bianco, titolo molto costoso (sicuramente più di 100 milioni di dollari) e pochissimo visto, nonostante abbia aperto il festival di Venezia e quello di Toronto. Inoltre, certi documentari sportivi (ma anche le miniserie sportive, come quella di Hulu su Mike Tyson) forse non riescono a trovare un ampio pubblico, soprattutto se consideriano i numeri invece che fanno i docucrime.

Ma anche sul fronte seriale ci sono prodotti del genere, in particolare proprio con AppleTv+, per esempio Slow Horses o Blackbird. Spiace dirlo, qualsiasi serie di questa piattaforma si prenda, i dati sono molto negativi e chiaramente il numero di spettatori limitatissimo. In particolare, ESG sottolinea il caso di The Problem with Jon Stewart, celebre conduttore che però in questo contesto non ha proprio funzionato (si parla di 40.000 visioni per alcuni episodi, il nulla insomma) a fronte di costi notevoli.

Per quanto riguarda HBO Max, per quanto si sottolinei l’insuccesso di serie supereroistiche come Pennyworth, Titans e Doom Patrol (tutte serie cancellate), ritengo che i dati di Gossip Girl siano quelli più deludenti (anche questo prodotto non è stato rinnovato), considerando la forza e l’ampiezza del pubblico interessato a questo brand.

Capitolo Amazon. ESG si concentra su Making the Cut, che sarà sì un reality/contest, ma sicuramente molto costoso, a cominciare dalle richieste dei suoi celebri giurati, e che comunque non è mai finito nelle classifiche Nielsen. Si fa menzione anche di Paper Girls, che sicuramente poteva andare molto meglio. In realtà, io avrei messo in evidenza come peggior risultato nel rapporto costi/visioni anche Inverso, che nonostante il rinnovo, è stato pochissimo (solo una settimana e con circa 6,5 milioni di ore) nelle classifiche Nielsen. Ma, forse, si poteva azzardare un’opinione forte: se la delusione dell’anno per questa piattaforma fosse invece Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere? Sì, lo so, è stata descritta come la serie più vista di questo streamer e non ne dubito. Ma i costi erano talmente enormi (465 milioni di dollari di produzione, più 250 milioni per i diritti) che per avere veramente successo, avrebbe dovuto trainare anche gli altri prodotti della piattaforma, cosa che sicuramente non è riuscita a fare. Ed è difficile pensare che il passaparola sia positivo, cosa che dovrebbe incidere (e non poco) sui risultati della seconda stagione (ma vedremo se sarà effettivamente così).

E veniamo a Netflix, che ovviamente gioca un’altra partita, tanto che alcuni suoi insuccessi fanno comunque molto meglio dei successi della concorrenza. Per esempio, un prodotto segnalato da ESG come uno dei flop dell’anno per questo streamer, Resident Evil, aveva conquistato 27 milioni di ore viste su Nielsen, mentre Ted Lasso (il maggiore successo di AppleTv+) ha ottenuto 40 milioni di ore, ma grazie al computo di due stagioni. Tuttavia, non c’è dubbio che avrebbe dovuto funzionare meglio, così come si sperava decisamente qualcosa di diverso da The Witcher: Blood Origin e Uncoupled. Concordo comunque che Blockbuster possa essere considerato il risultato peggiore per Netflix ed è buffo, considerando come la Storia dello streaming e dell’home video avrebbe potuto cambiare se quella società avesse acquistato Netflix quando era in grado di farlo (e a solo 50 milioni di dollari).

Passiamo poi a Disney+. Il ‘vincitore’ secondo ESG è National Treasure: Edge of History, che però a dire il vero la scorsa settimana è arrivato nelle classifiche Nielsen, quindi forse anche l’autore opterebbe per l’altro grande sconfitto, ossia Willow, che sulla carta avrebbe potuto prendere diverse generazioni di spettatori. Mi chiedo se invece i dati di She-Hulk e Ms. Marvel, benché decisamente migliori, non siano più preoccupanti per tutta la Disney, visto che coinvolgono il loro brand più ricco, ossia la Marvel. D’altronde, sul fatto che nella serialità Marvel ci sia qualcosa che non funziona al meglio, lo lasciano intendere anche alcune dichiarazioni recenti di Kevin Feige.

Da sottolineare poi la segnalazione di Inside Amy Schumer (Paramount+, certo però che Mike Judge’s Beavis and Butt-Head, considerando i personaggi leggendari e un autore molto sulla cresta dell’onda, forse poteva avere la ‘meglio’), di Reboot (Hulu, ma forse il fallimento di The Kardashians è più sorprendente) e Pitch Perfect: Bumper in Berlin (Peacock).

In tutto questo, per capire come mettere assieme tutte le piattaforme significhi comparare delle realtà molto diverse per ascolti totali, arriva questo utile tweet di TV Grim Reaper, che mostra gli ascolti medi delle varie piattaforme negli Stati Uniti nel primetime serale:

Insomma, il rapporto nelle ore viste tra Netflix e AppleTv+ è di circa 30 a 1 negli Stati Uniti, per citare ovviamente il divario più impressionante. E quindi, è abbastanza logico che per AppleTv+ sia veramente difficile dar vita a dei successi, mentre Netflix abbia ovviamente più facilità (grazie ai risultati conquistati sul campo) a lanciare nuovi prodotti in maniera efficace. Nel mezzo, tutte le altre, anche se sinceramente ho sempre dei dubbi su certi dati di Prime (se veramente è la seconda dopo netflix, perché non ha un maggior numero di prodotti che fanno ascolti importanti?)…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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