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25 milioni alle sale cinematografiche

Il ministero dei beni culturali ha deciso di destinare un ulteriore fondo ai cinema. Ma può bastare? Decisamente no, perché i problemi sono molto più ampi…

Come riporta il sito del Ministero dei beni culturali, alle sale verranno destinati “25 milioni di euro del fondo emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo al sostegno delle sale cinematografiche”.

Queste le regole perché i cinema possano accedere a questi fondi:

a) avere sede legale in Italia;
b) aver tenuto aperta al pubblico la sala cinematografica per cui si fa richiesta di contributo per almeno il 25% dei giorni compresi tra il 1° novembre 2021 e il 31 gennaio 2022;
c) essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali.

Le risorse sono ripartite tra i soggetti beneficiari in misura proporzionale ai mancati incassi derivanti dalla vendita di biglietti nel periodo dal 1° novembre 2021 al 31 gennaio 2022 rispetto al periodo 1° novembre 2019 al 31 gennaio 2020. Nel caso in cui la sala cinematografica non abbia avuto incassi da vendita di biglietti nel periodo dal 1° dicembre 2019 al 31 gennaio 2020, il parametro di riferimento è costituito dalla media dei mancati incassi delle sale cinematografiche aventi pari numero di schermi.

Le norme sopra indicate sono utili soprattutto perché, così facendo, si evita di dare fondi a realtà già chiuse (e che quindi non li utilizzerebbero per mandare avanti l’attività, rendendo uno spreco il sostegno ricevuto).

Detto che è sicuramente una buona notizia, non bisogna però far finta che possa essere sufficiente. Intanto, per le sale è un sostegno utile, ma bisogna anche chiarire quali sono le possibili perdite per il 2022 (dopo quelle già subìte in questi due anni). Al momento (dati all’8 marzo) si sono incassati 52.719.442 euro, contro i 141.082.488 euro dell’analogo periodo del 2019 (-62,6%) e i 158.127.539 euro del 2018 (-66,6%). Nel 2019, l’anno si era concluso con 635 milioni di euro, mentre il 2018 con 555 milioni (entrambi incassi Cinetel). Se anche per il resto del 2022 si perdesse solo il 30% sul 2019 (cosa complicata e su cui sinceramente non scommetterei, perché, dopo un avvio stentato, quell’anno da aprile è letteralmente decollato), chiuderemmo a 400 milioni di euro, perdendo quindi almeno 200-250 milioni rispetto a un anno normale. Quindi, per gli esercenti sarebbe una perdita derivante dai biglietti di almeno 100-120 milioni, più probabilmente altri 40-50 dagli altri sfruttamenti (food & beverage, traileraggio e pubblicità, ecc.). Questo, dopo che molti da tempo stanno lavorando in perdita e indebitandosi. Capite bene che, con queste cifre, i ristori sono un segnale di attenzione apprezzabile, ma da soli non possono certo essere sufficienti per sopravvivere un altro anno.

Se per i cinema i problemi non sono certo risolti, figuriamoci per i distributori, che al momento di nuovi ristori non ne vedranno e che (a livello di aiuti per questa emergenza) al momento possono sfruttare solo il 60% di tax credit (ma solo per il cinema italiano) fino al 31 marzo, norma peraltro che deve essere ufficializzata da un decreto. E ovviamente i discorsi fatti sopra, relativi ai mancati incassi dai biglietti al botteghino 2022 rispetto agli anni prepandemici, valgono anche per i distributori. D’altronde, se vengono distribuiti meno film o con minori investimenti pubblicitari per quelli che escono, anche le sale ne risentono.

Purtroppo, per quanto vengano comunque elargiti aiuti economici non indifferenti, si ha l’impressione di interventi una tantum e un po’ scollegati. Sarebbe importante invece una politica che permetta alle sale e ai distributori (ma anche ai produttori che continuano a credere nei cinema e non solo nel piccolo schermo) di riprendere il cammino interrotto. E non parlo solo di norme che definiscano window certe e che non favoriscano passaggi in sala tecnici o completamente saltati, ma, in generale, di scelte che evidenzino come tutti i partecipanti alla filiera rappresentano un ‘ecosistema’, in cui eventuali difficoltà di uno di essi si riflettono comunque anche su tutti gli altri e che quindi va trovato un equilibrio tra tutte le parti in causa. Insomma, quello che è il sistema francese e che speriamo un giorno possa diventare anche quello italiano…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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