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Capienza sale, ANICA si pronuncia sulla mancata decisione del ministro Franceschini

Il presidente ANICA Luigi Lonigro ha comunicato lo sconcerto dell’associazione di fronte a una mancata decisione in una “situazione molto critica”

Dopo l’appello dell’ANEC per il ritorno alla piena capienza delle sale, ieri il ministro della cultura Dario Franceschini ha fatto sapere che dal primo ottobre la capienza potrebbe tornare ad ampliarsi (se non tornare al 100%), ma che tutto dipenderà dal parere del Comitato tecnico-scientifico il 30 settembre. Oggi, ANICA, nella persona del presidente Luigi Lonigro, ha risposto alla mancata decisione comunicando sconcerto, in quanto il settore versa in una “situazione molto critica”. Ecco il comunicato per intero:

“Con grande gioia l’Unione Editori e Distributori Anica aveva appreso l’interesse del Ministro Franceschini che aveva proposto al Consiglio dei Ministri l’immediato allargamento della percentuale di occupancy degli schermi in sintonia con quanto sta avvenendo in tutta Europa ed alla luce della dimostrazione di sicurezza e rispetto dei protocolli sanitari dimostrata nel periodo pandemico dalle sale cinematografiche. Siamo rimasti perciò sconcertati – aggiunge – dalla decisione del Consiglio dei Ministri di prendere tempo: siamo in un situazione molto critica. I numeri del nostro mercato sono numeri che non rendono sostenibili le gestioni aziendali, sia da parte dell’esercizio dei cinema che delle distribuzioni. Abbiamo un mercato nel 2021 che perde il 70%, molto probabilmente riuscirà addirittura nell’arduo compito di chiudere fine anno con numeri negativi rispetto al 2020, anno devastato dalla pandemia.

Continua: “I numeri di questa settimana parlano chiaramente. ll blockbuster DUNE uscito in day&date in Italia con Europa e Stati Uniti ha purtroppo fatto registrare in Italia l’incasso più basso d’Europa. E siamo a un terzo rispetto alla Francia. Purtroppo la diversa applicazione dei protocolli, distanziamento e occupancy nei vari paesi europei come Spagna e Francia continuano a danneggiare il nostro mercato. Il rischio è perdere parti importanti della nostra industria, della nostra filiera distributiva e di esercizio”.

E conclude: “Abbiamo bisogno di interventi veloci, di interventi rapidi, di interventi chiari, naturalmente sempre supportati da dati che parlano a nostro favore. E’ inutile fare paragoni con aerei o con treni per non parlare degli stadi. Sono sotto gli occhi di tutti le immagini di tifosi abbracciati senza mascherine.

La sensazione è che il nostro atteggiamento di rispetto assoluto, di prudenza e di condivisione delle decisioni della politica e quindi del Consiglio dei Ministri ci stiano purtroppo fortemente penalizzando, pertanto condividiamo fortemente il grido d’allarme lanciato dagli Esercenti italiani e dai Talent tramite UNITA e anche noi distributori lanciamo il nostro grido d’allarme, in queste condizioni sarà davvero difficile andare avanti”.

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