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Quanto vale il cinema italiano non comico?

Quali sono gli incassi della produzione nazionale che non punta alle risate? Nel 2017-2018, c’è da essere soddisfatti…

E’ vero, il cinema italiano non è solo commedia. Lo confermano i dati delle pellicole nostrane della stagione 2017-2018 (abbiamo considerato dal 10 agosto dello scorso anno al 24 giugno di questo, tanto non sarà certo luglio a cambiare significativamente questi risultati) e che mostrano una grande varietà. Certo, le commedie italiane sono ancora importantissime per il box office (basti pensare che tre dei primi quattro titoli della stagione sono commedie). Ma fuori da questo ambito, ci sono risultati veramente importanti.

Distinguiamo tre tipologie di film. Una è di chi fa cinema non comico (o almeno, in cui la commedia non riveste un ruolo fondamentale), ma che non è un cinema da festival d’autore.
C’è poi il cinema d’essai in senso stretto e qui il discorso è più complesso. Bene quest’anno, ma in generale preoccupante (anche in prospettiva 2019).
Abbiamo poi tutta una serie di eventi in cui i produttori italiani stanno trovando delle strade molto interessanti, magari con prodotti non destinati specificatamente alla sala, ma che sul grande schermo ottengono risultati e medie notevoli. Qui sotto, l’elenco di tutti i film italiani non comici in grado di superare i 100.000 euro di incasso (cliccate qui per la versione interattiva dell’infografica):

In rosso troviamo i film d’essai, in giallo gli eventi e in blu tutti gli altri titoli non comici. Iniziamo proprio dai ‘blu’. Ci sono tanti prodotti che hanno funzionato bene e hanno permesso al cinema italiano di vivere (soprattutto in questo 2018) una bella stagione, con percentuali notevoli (poco sotto il 30%) di quota italiana.

La varietà di questi prodotti è notevole. E’ bello vedere così in alto Gabriele Muccino (A casa tutti bene, 9,1 milioni) e Ferzan Ozpetek (Napoli velata, 5,7 milioni), due registi esplosi insieme nel 2001. The Place, nonostante sia molto distante dal dato di Perfetti sconosciuti (ma era sbagliato pensare che potesse succedere il contrario), ottiene un dato importante con 4,3 milioni. Dato ancora più importante quello de La ragazza nella nebbia, che rappresenta il grande ritorno del thriller italiano al box office, con 3,7 milioni. Tutti questi film citati sono tra i primi 8 incassi della stagione.

Passiamo all’essai. Qui il discorso può essere positivo o negativo, a seconda dei punti di vista. Sorrentino ottiene complessivamente 6,7 milioni con i due episodi di Loro, ossia in linea con i suoi ultimi risultati. Ma essendo due titoli, non si può certo parlare di spese di uscita identiche a quelle di un unico film, e in questo caso peraltro il budget era decisamente alto, 18 milioni, così come preoccupa la differenza di incasso (quasi due milioni) tra il primo e il secondo episodio. Matteo Garrone con Dogman fa meno de Il racconto dei racconti, ma con un costo di produzione decisamente più basso (meno della metà) e può essere soddisfatto. Con Lazzaro felice, la Rohrwacher otterrà meno della metà de Le meraviglie (in grado di superare il milione), ma va detto che quel titolo approfittava di una grande assenza di prodotti d’autore nel periodo d’uscita e sfruttava al meglio un premio molto importante ricevuto a Cannes. In effetti, se c’è un problema quest’anno, è l’affollamento di film d’essai nel giro di un mese (il che conferma che è sempre difficile giudicare il cinema d’essai come se fosse un’industria unica, perché sarebbe impossibile per esempio vedere quattro film di supereroi uscire a poche settimane di distanza). Ovviamente, quest’anno c’era anche il caso notevole di Chiamami col tuo nome (tre milioni di incasso), che non ho inserito in tabella in quanto coproduzione con l’estero, ma ovviamente è un bell’esempio di film con regista italiano che si è fatto onore (e ha ottenuto bei risultati economici) fuori dai nostri confini.

In tutto, il cinema d’essai ottiene poco meno di 14 milioni. In passato, avevo analizzato i dati del 2016, quando erano stati ottenuti 11 milioni, quindi c’è stato sicuramente un miglioramento. Quello che però preoccupa, è il fatto che sia arrivato grazie a una ricca proposta dei nostri autori non comici più redditizi (Garrone, Rohrwacher, Soldini e soprattutto non uno, ma due film di Sorrentino). Messa così, si prospetta un 2018-2019 che rischia di ottenere un ‘record’ negativo, visto che ovviamente i nomi citati sopra non avranno film in uscita.

E finiamo con gli eventi. E’ indiscutibile che qui si riescono a creare delle situazioni importanti, che spesso vedono in prima fila un distributore come Nexo. Considerando la difficoltà di tanto cinema italiano a superare i 500.000 euro, prodotti come Caravaggio – L’anima e il sangue (1,4 milioni), Fabrizio De André – Principe libero (più di 800.000 euro) e Vasco Modena Park – Il film (oltre i 700.000) sono dei veri e propri bestseller, soprattutto perché non nascono con la sala come sfruttamento primario (il caso di De Andrè è emblematico, visto che si trattava di un prodotto che sarebbe stato disponibile su Rai Uno poche settimane dopo).

Insomma, pur con tutte le perplessità possibili (e le preoccupazioni per il cinema d’essai la prossima stagione), c’è da essere soddisfatti. E soprattutto notare come stiamo uscendo dal dualismo che sembrava contrassegnare tutta la produzione italiana, quello tra commedie e cinema d’autore. Merito ovviamente di un lavoro che parte dai produttori e da Rai Cinema e che sta iniziando a dare frutti importanti. Speriamo di continuare così e magari anche di migliorare…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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