Il Podcast di Cineguru: dal trionfo di Inside Out 2 alla pubblicità nelle piattaforme streaming

Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa e Robert Bernocchi parlano del grande successo di Inside Out 2, che nei primi giorni ha avuto risultati incredibili sia in Italia che all’estero.

Ma cosa ci aspetta nei prossimi mesi? Inside Out 2 da solo non basta a risolvere una situazione instabile: servono più film capaci di attirare un vasto pubblico e da questo punto di vista tutti gli occhi sono su Deadpool & Wolverine.

Per lo streaming, è interessante il tema della pubblicità sulle piattaforme. Si pensa che sarà una miniera d’oro per le piattaforme, ma è davvero così?

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Questa trascrizione è stata generata tramite un servizio di trascrizione. La versione attuale potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere soggetta ad aggiornamenti

Davide Dellacasa

Buongiorno, buongiorno a tutti. Ciao, Robert.

Robert Bernocchi

Buongiorno, come va?

Davide Dellacasa

Bene, dai. Siamo qui, settimana scorsa col podcast abbiamo detto tra gioia e ansia, perché l’ansia c’era, poi diciamo che a questo punto rimane solo una discreta quota di gioia dopo aver visto il risultato americano, internazionale, globale, ma poi quello italiano.

Robert Bernocchi

Sì, l’ansia direi che se n’è andata, quindi siamo molto contenti, anche più delle legittime previsioni.

Davide Dellacasa

Sì, perché poi alla fine, al di là della scaramanzia, pensavamo che sarebbe andato bene, ma questo è davvero bene. Insomma, un avvio da quasi 17 milioni, insomma oltre i 16, sono alla fine neanche una settimana intera, mi sembra davvero un risultato… Poi me lo dici tu, è tanto che non ne vedevamo uno del genere, forse da Zalone.

Robert Bernocchi

Eh sì, da quattro anni e mezzo che non vedevamo un weekend del genere. Sinceramente, devo dire, anch’io sono rimasto un po’ stupito, sia del risultato, ma anche, devo dire, forse di aver sottovalutato il film, che comunque è il sequel di un film che in Italia ha fatto 25 milioni e che verranno facilmente superati, già probabilmente con i dati, insomma, del prossimo weekend, però era un film che forse, non so perché, forse l’abbiamo tutti sottovalutato, perché ci siamo detti che non ci sono film da 20-30 milioni come i Barbie, come gli Oppenheimer, quindi quest’estate non avremo niente del genere. In realtà su Inside Out era lecito di aspettarsi più di 30 milioni. In realtà adesso probabilmente è lecito aspettarsi anche più di 40 milioni, però forse l’abbiamo un po’ sottovalutato, forse perché è un’uscita estiva, forse perché siamo abituati all’idea che a giugno tanto o più di tanto non si incassa con un’animazione, bisogna aspettare agosto e invece forse ci siamo ritrovati anche con un titolo che poi come aveva dimostrato il film originale non era solo un film per famiglie ma anche un film per adulti e questo insomma ce lo ricordiamo bene con il primo film.

Davide Dellacasa

Ma sì sono d’accordo con te io insomma, Inside Out mi ricordo bene il primo titolo, l’uscita, visto che settimana scorsa abbiamo parlato di proprietà intellettuali e di franchise. Non l’abbiamo mai considerato un franchise, mettiamola così. Non era uno dei titoli Pixar che puntato ad un certo punto sulla serialità, però è stato uno dei titoli Pixar più amati di sempre, più amati anche in modo largo se vuoi appunto perché altri erano un pochino più verticali un pochino più settoriali. La mia ansia onestamente nasceva nasceva tutta dall’aver visto questi mesi, questi mesi questo mese, questo mese soprattutto maggio e inizio di giugno così depresso. Quindi era più orientata a quello poi sul dire 20 milioni, 30, 40 insomma non sono mai stato molto bravo quindi non ho questa sensibilità. Lato social media continuo a tornare alla reazione di tutti quando è uscito il trailer ed è apparsa Ansia, un personaggio che secondo me ha riverberato, mettiamola così, su molte generazioni dall’adolescente in su, insomma. E infatti quando sono andato al cinema a vederlo, un orario comunque, le 9 di sera, quindi interessante, insomma, la mia riflessione è stata quando dici quattro quadranti, ecco, a cosa pensi, no? Nel senso che c’era una sala piena di ogni tipo di pubblico, nonostante magari le 9 di sera non siano neanche l’orario più trasversale, forse. Non lo so, però è vero che essendo estate, facendo caldo, eccetera, ci sta. Quindi contentissimi, insomma.

Robert Bernocchi

Eh, direi di sì, direi assolutamente di sì. Un po’ meno contenti, ovviamente, dell’offerta cinematografica del prossimo mese. perché insomma fino a Deadpool non abbiamo nient’altro. Noi diciamo che a differenza degli Stati Uniti, dove A Quiet Place è un franchise effettivamente importante, da noi purtroppo non lo è, quindi non mi aspetto sinceramente nulla di particolarmente significativo. E su Deadpool, ecco qui ho un grosso interrogativo per l’Italia, perché insomma Deadpool è una serie che in Italia con i primi due capitoli ha fatto sempre 7 milioni, quindi cosa dobbiamo aspettarci adesso? Un film magari un po’ in rialzo da 8, 9, 10 milioni che sarebbe comunque un risultato importante o un risultato spettacolare sopra i 10 milioni, magari sopra i 15 che ci permetta di avere un altro grande titolo per quest’estate. Questo insomma è un po’ al dubbio perché poi alla fine continua a servire prodotto. Oggi leggevo stamattina la newsletter David Poland che cercava di far capire che non possiamo trovare questo dualismo per cui o esce Inside Out e batte tutti i record o ci sono film che non riescono insomma a destare nessun interesse perché poi sembra un po’ la narrazione sembra un po’ questa quando in realtà abbiamo bisogno comunque di prodotto che sia importante che offra incassi che non devono essere quelli di Inside Out ovviamente Sennò diamo un po’ ragione a certe major che sono convinte che ormai basti far uscire quei 5-6 titoli fortissimi e poi qualcos’altro di riempitivo. ma senza crederci troppo, senza investirci troppo. Questo non è fattibile. Se c’è chi è convinto che non si possa più tornare al 2019, è un po’ una profezia autoverrante. Se si decide che non si investe per tornare a quei livelli, sicuramente non ci si tornerà. Diciamo che il programma di film dei prossimi mesi fa pensare che non ci si crede.

Davide Dellacasa

Non lo so, bisogna valutare, è tutto l’anno che teniamo sott’occhio le statistiche dei titoli, della quantità di titoli usciti, di quanti blockbuster sulla quantità di titoli. Come dici te ci sono blockbuster che negli Stati Uniti sono tali, da noi meno. Bisogna vedere davvero se il piano di approvvigionare il mercato teatrical con un numero sufficiente di titoli è un piano che ha avuto quest’anno una battuta di arresto a causa dello sciopero, oppure come come si è detto più volte, sta diventando una cosa strutturale. Non lo so, penso sia molto difficile con quello che è successo, il rallentamento che abbiamo avuto l’anno scorso, giudicare quest’anno. Poi sulla reazione del pubblico, sono d’accordo con te, però Non trovi che ci sia qualcosa di strano, qualcosa che io non mi so spiegare, magari tu te lo sai spiegare, magari ci sono dei dati che ce lo spiegano? Perché io continuo a pensare che rispetto ai titoli usciti nelle ultime settimane prima di Inside Out, per carità non c’era nessun altro Inside Out, ma se quest’inverno il pubblico è andato a vedere un po’ di più rispetto a quanto ci saremmo aspettati, tanti titoli. La sensazione è che in queste ultime settimane ci è andata a vedere un po’ di meno gli altri.

Robert Bernocchi

Sicuramente è andata a vedere di meno gli altri, perché un film come Bad Boys, lo abbiamo visto nel mondo, sta funzionando molto bene. Da noi non sta performando, non otterrà neanche una quota dell’1% a livello mondiale. Un film come quello di Me Contro Te è ovvio che ci diciamo spesso forse sono un po’ inflazionati, forse ne escono troppi dei loro film, insomma ne sono usciti tanti in questi quattro anni, però stavano su livelli più alti e quindi anche lì ci aspettavamo magari incassi da non dico i quattro milioni e mezzo per arrivati, ma almeno tre milioni e mezzo, quattro, Ci speravamo, mentre questo film chiuderà poco sopra i due milioni e mezzo. Quindi hai ragione tu, ci sono dei film che hanno performato sotto l’attese, che non erano attese enormi, ma sicuramente erano attese superiori a quello che sono stati i risultati.

Davide Dellacasa

Deadpool & Wolverine anche lì, sensazioni social ottime. Poi lo dico da addetto ai lavori social, non è che le sensazioni social si traducono spesso, si traducono necessariamente, non spesso, spesso sì, ma necessariamente in un risultato importante. Il problema è sempre che sai, quando penso a questi commenti o a queste cose, Il tema è sempre che non è che ho fatto delle misurazioni statistiche, sono tutte cose molto empiriche, molte sensazioni, quindi bisogna vedere quanti feedback iper positivi e l’hype che uno ha registrato viene dalla propria bolla o lo vedi anche al di fuori della tua bolla perché mi viene da pensare ad esempio Furiosa, che era sicuramente un titolo che nella bolla aveva tutte le aspettative del mondo e poi comunque queste aspettative, un po’ come è successo per Mad Max, continuo a fare questo parallelo perché me lo ricordo molto simile, non si sono tradotte in un risultato così importante. Deadpool & Wolverine è un altro titolo che invece ha comunque avuto delle reazioni fantastiche delle reazioni che riconoscevano, se vuoi, una novità nell’universo Marvel, che non è una cosa da poco, perché poi al fine c’era un po’ di… chiaramente ce l’abbiamo detto tante volte, c’era un po’ di stanchezza.

Robert Bernocchi

Il grosso dubbio è capire se questa bolla social di Deadpool riesce a stendersi ben oltre i 7 milioni, o se invece staremo su quelle cifre, o staremo più o meno su quelle cifre. non allargando troppo, questo è un po’ l’interrogativo fondamentale per luglio, perché poi È l’unico film che abbiamo forte a luglio.

Davide Dellacasa

Bene, dai, adesso godiamoci questa corsa di Inside Out 2 che, come hai sottolineato te, addirittura abbiamo visto di nuovo, grazie a un film, il 2024, tornare sopra al 2023 in termini di incasso cumulato dall’inizio dell’anno, diciamo grazie al contributo di questo titolo. perché comunque era un anno che si era costruito bene tutto appunto nei primi quattro mesi. Stiamo a guardare dove arriverà Inside Out 2. Senti, settimana scorsa abbiamo toccato tutta una serie di di argomenti molto esaustiva. Non so cosa sia rimasto per la seconda parte del podcast di questa settimana, però magari te hai portato a tavolo qualcosa altro di interessante.

Robert Bernocchi

A me un tema che sembra molto interessante, di cui si parla molto, è la pubblicità nelle piattaforme streaming, perché c’è questa grande attesa quest’idea che sarà una miniera d’oro per le piattaforme streaming e magari tra 5-10 anni lo sarà. Al momento non mi sembra una grande miniera d’oro, lo stiamo vedendo anche in questi continui annunci del fatto che sia Amazon, sia Netflix, sia Disney hanno abbassato le tariffe per i CPM della pubblicità, quindi rispetto a quello che chiedevano all’inizio hanno sicuramente abbassato le pretese. Devo dire da mia esperienza personale che cerco di evitare di di rendere insomma le esperienze personali come un qualcosa di molto scientifico, ma francamente vedere su Amazon la pubblicità di cose totalmente fuori target rispetto ai prodotti che poi appunto alle serie, ai film che trasmettono, mi ha lasciato molto perplesso perché non riesco a capire come sul digitale uno possa chiedere grandi cifre per della pubblicità generalista, per dei prodotti che francamente sono fuori target. Personalmente ho deciso di fare questo enorme investimento di 1,99€ su Amazon per non avere la pubblicità, perché francamente era talmente fuori, ma non tanto per la pubblicità in sé, ma perché era talmente fuori target che dava veramente fastidio. Ecco, una pubblicità in target la riuscirei a reggere molto meglio. Noi parliamo spesso del fatto che quando siamo su internet Quando vediamo un annuncio, poi quest’annuncio ci insegue in mille modi e alla fine sì, sarà forse anche un po’ fastidioso, ma evidentemente è un annuncio di una cosa che ci interessa. Mentre invece non credo che la pubblicità che troviamo sulle piattaforme streaming in questo momento ci interessi particolarmente.

Davide Dellacasa

Io non ho mai sperimentato la pubblicità su sulle piattaforme streaming che hanno offerto questa opzione. Quando è arrivata sono rimasto sicuramente ancorato alla mia subscription. Capisco benissimo quello che vuoi dire perché comunque è un’esperienza che Ti capita anche, come dici te, online, in altri contesti, ci sono posti che ti targettizzano bene, posti che dici, ma perché il sistema, l’algoritmo, chiamalo come ti pare, o un essere senziente dall’altra parte mi sta targettizzando? mi sta targhettizzando con questo film. Io spesso ho anche questo stupore al contrario, perché nonostante io vado al cinema e io paghi il biglietto del cinema, io parli molto di cinema, anzi quasi esclusivamente di cinema, spesso non sono target delle campagne dei film, quindi mi interrogo su Perché? Perché magari rientro in quella fascia oramai anzianotta che non è più nel core target pigro, chiamiamolo così, del cinema, però mi viene da dire che se c’è uno che ha una persona digitale da cinema sono io, anche perché faccio i post dai cinema. Capito? Mi sembra strano comunque al di là di questa piccola parentesi personale tu dicevi…

Robert Bernocchi

Ma tu dici nella pubblicità, nelle salle cinematografiche?

Davide Dellacasa

No no, io dico proprio online, tipo su Instagram, Facebook, TikTok, sì sì sì.

Robert Bernocchi

Ti senti alieno da quella pubblicità insomma?

Davide Dellacasa

Sì, non sono sempre… non sono così target di quella pubblicità come come secondo me dovrei essere per il tipo di profilo e il tipo di persona che racconto a questi algoritmi. E la sensazione di vedere dell’advertising totalmente fuori contesto rispetto a quello che stai guardando o a quello che sei è una sensazione, come dici te, insomma, non dovrebbe essere così perché in teoria dovresti avere a disposizione tutti gli strumenti per pianificare nel modo corretto. Diciamo che hai fatto un discorso sul CPM e anch’io all’inizio di questa avventura della pubblicità sullo streaming, quello che avevo letto erano dei CPM assurdi che potrebbero avere un senso nel momento in cui tu targettizzi comunque un pubblico estremamente profilato, allora mi torna il pagamento di un premium on price rispetto ad altri prezzi di mercato e ci sta. Quando non è così, e come dici tu è molto generico, il tema è che probabilmente non c’è sufficiente massa critica, non ci sono investimenti sufficienti, insomma è qualcosa che deve ancora partire, che si deve ancora realmente innestare. Poi se in prospettiva raggiungerà dei livelli importanti, dico perché no, perché potrebbe essere. In fondo tutta internet sta evolvendo in qualcosa di definitivamente la nuova televisione, mettiamola così. Certo, guardavo questa mattina la newsletter di Bloomberg dove Netflix, che probabilmente è la più avanti rispetto agli altri, se la guardi sui video sales messi chiaramente in paragone, perché in classifica trovi Disney, Paramount, Warner Bros, Discovery, NBC Universal, è chiaro che lì loro contano tutti i video sales. Ah no, c’è anche Amazon nella classifica, me la sono aperta adesso, che è una mezza posizione, una posizione insomma sopra a Netflix. La regina di tutti i video ad sales è chiaramente YouTube, gli altri continuano ad avere comunque il tradizionale all’interno della loro offerta e quindi chiaramente hanno dei risultati anche importanti. Parlando di Paramount non ne abbiamo parlato ma le vendite pubblicitarie di Paramount e dei suoi network continuano ad essere l’asset che tiene su l’intera società anche tra queste vicende di questi ultimi giorni, mentre Netflix e Amazon appunto sono bene o male per s’ultima e ultima su dieci a dimostrare che sono ancora molto piccole, sono ancora molto acerbe.

Robert Bernocchi

Forse ecco il problema in questa fase è la discrepanza tra le aspettative che abbiamo verso le piattaforme, verso l’idea che le piattaforme ci conoscono benissimo e conoscono benissimo i nostri gusti, Il che francamente, a parte Netflix devo dire, non ho avuto poi questa impressione nell’utilizzo delle piattaforme, questo al di là della pubblicità, francamente non è che mi sia mai ritrovato con dei titoli consigliati per cui non avessi l’impressione, sì ma me li stai consigliando perché è un titolo forte tuo, me lo vuoi far vedere, ma al di là dei miei gusti personali. Forse abbiamo ancora delle aspettative ancora un po’ troppo alte rispetto alla realtà, questa è la mia impressione.

Davide Dellacasa

Sono anni, forse dieci anni oramai, che parliamo di big data, sono dati che prendi, accumuli, metti da parte e poi qualcuno sollevava sempre la manina dicendo sì ma che ci fai con tutti questi dati perché alla fine se tutti questi dati tu non li usi per costruire appunto dei profili o per costruire dei profili di targeting o via dicendo sono tutti dati che stanno lì inutili o inutilizzati e non riesci a dare questo tipo di risposta e di personalizzazione che uno si aspetterebbe da un servizio che ti conosce che ti conosce così a fondo. Non so se in questo porterà dei contributi, dovrebbe portare dei contributi perché poi il riconoscimento di determinati pattern è una delle cose su cui l’intelligenza artificiale viene già ampiamente sfruttata, quindi non so se porterà dei benefici da questo punto di vista. Personalmente anche qui per tornare all’esperienza personale io vabbè che sono un caso anomalo con cinque figli che girano per casa però a me non funziona più niente perché quando io ho iniziato l’abbonamento a Netflix ho creato i profili dei bambini perché allora erano bambini e i profili di tutti i figli in modo che ognuno avesse il suo profilo E niente, non c’è trippa per gatti, ovunque sia entrano tutti col mio, mi incasinano tutto, mi vedo proporre cose improponibili. L’esperienza peggiore ovviamente è quella di Amazon, di Alexa, che se gli dico metti un po’ di musica che mi piace mi mette della roba. irricevibile, quindi anche lì non so come funziona altrove e in altre famiglie che magari hanno dei figli un pochino più pignoletti. Nel mio caso è una tragedia, insomma non mi domando perché Alexa mi fa sentire certe cose insomma terribili.

Robert Bernocchi

È un invito ad aprire altri account e a pagare di più, questo mi sembra chiaro.

Davide Dellacasa

Dici no, no, non puoi fare così, devi proprio pagare un altro abbonamento.

Robert Bernocchi

Ti devi fare proprio un altro abbonamento e non dare la password a nessuno e a quel punto magari riesci a trovare delle cose più in linea con i tuoi gusti.

Davide Dellacasa

Va bene Robert, dai, a questo punto appuntamento la prossima settimana, che è il lunedì prima di Riccione. annuale della nostra industria, vedremo un po’ che cosa ci faranno vedere di bello e vedremo dove sarà arrivato Inside Out.

Robert Bernocchi

Speriamo un altro bel secondo weekend come è stato negli Stati Uniti, una bella tenuta, questo punto me lo aspetto.

Davide Dellacasa

Bene, buona settimana a tutti.

Robert Bernocchi

Buona settimana.

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