Accendono i motori le copruzioni Italia-Cina, mentre la RPC spinge su fondi e incentivi fiscali

È pronto a dare i propri frutti l’accordo di coproduzione Italia-Cina: sono state siglate infatti ieri a Pechino le norme attuative dell’intesa già in vigore dal 2013. Ad apporre la firma al documento, che definisce finalmente il quadro giuridico entro cui potranno operare le aziende cinematografiche italiane e cinesi, l’Ambasciatore Alberto Bradanini e Zhang Hongsen, direttore del Dipartimento Cinema dell’Amministrazione per le Pubblicazioni stampa, Radio, Cinema e TV della Repubblica Popolare. D’ora in poi, le opere coprodotte ai sensi del Trattato avranno doppia nazionalità, italiana e cinese, garantendosi così l’accesso ai rispettivi sistemi di sostegno pubblico alla settima arte. Cosa ancora più importante, l’accordo esime questi film dalle rigide quote imposte dalla Cina all’importazione di titoli cinematografici stranieri.

La notizia arriva per altro insieme al varo di nuove ingenti risorse a favore del cinema da parte del governo cinese, che oltre a incentivi di natura fiscale ha stanziato un fondo annuale di 16 milioni di dollari, dedicato esclusivamente alla realizzazione di 5-10 film su tematiche definite come “influenti”.

Per il nostro Paese, la definizione del contesto giuridico per le coproduzioni si inserisce in un contesto più ampio di collaborazione con la Repubblica Popolare in cui spicca il “Progetto Cina”, voluto sia dal MiBACT sia dallo Sviluppo Economico e affidato all’ANICA, in accordo con Luce Cinecittà, ICE, Unefa, 100 Autori, Coordinamento Nazionale Film Commission e Scuola Nazionale di Cinema.

Davide Dellacasa: Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.

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