CinemaCon: Hollywood discute di film R-Rated e accorciamento delle finestre

Se il 2013 del box office USA non è partito con uno sprint paragonabile a quello dell’anno precedente, che ricordiamo si è chiuso con un incasso record di 10,8 miliardi di dollari, potrebbe essere colpa di una programmazione di titoli non abbastanza incentrati sul pubblico giovanile e delle famiglie. A sostenerlo non un fanatico dei teen-movies ma John Fithian, presidente della NATO, cioè l’associazione nazionale degli esercenti, riuniti in questi giorni a Las Vegas per la convention che ogni anno richiama l’industria cinematografica americana, il CinemaCon.

Nonostante ci sia molta attesa per alcuni dei titoli in uscita nel periodo estivo, che negli Stati Uniti è uno dei più redditizi, i gestori delle sale hanno comunque sottolineato come i film con rating PG-13 rappresentino “la scatola di caramelle” del mercato cinematografico, invitando gli Studios a concentrarsi maggiormente su questo tipo di prodotto piuttosto che su quelli R-rated, che non garantiscono le stesse performance al botteghino. Fithian, in particolare, ha ricordato come la prima categoria l’anno scorso abbia guadagnato quasi il doppio della seconda, nonostante sia stato distribuito il 50% di titoli R-rated in più. “Gli americani hanno fatto chiaramente la loro scelta”, ha dichiarato, “date loro più opzioni, con titoli per tutte le età, e compreranno più biglietti”.

Altro tema caldo emerso dal CinemCon, il prolungamento della stagione cinematografica, che a quanto pare affligge anche il mercato cinematografico statunitense, seppur in periodi opposti al nostro. “Qualsiasi mese può portare a un film da 100 milioni di dollari”, ha ricordato Fithian, citando in particolare il successo di Argo a ottobre, di The Bourne Legacy ad agosto e The Hunger Games a marzo. Eccessiva sarebbe inoltre l’attenzione dedicata dagli Studios al pubblico maschile, che non terrebbe abbastanza in conto altri target rilevanti come quello femminile e alcune specifiche minoranze etniche.

La convention degli esercenti americani è stata però anche l’occasione per tornare a parlare di windows. Un argomento su cui continua il braccio di ferro con le distribuzioni, ancora convinte della necessità di organizzare un’offerta premium a prezzo maggiorato per lasciar fruire dei nuovi titoli on demand anche all’interno del periodo di programmazione  sul grande schermo.

“Non ho una risposta” ha detto a proposito Adam Fogelson, presidente di Universal Pictures, cioè la major che poco più di un anno fa dovette rinunciare a un esperimento di premium VOD relativo alla commedia Tower Heist, proprio a causa della levata di scudi opposta da diverse catene cinematografiche. Fogelson ha però anche sottolineato come la sperimentazione di nuovi metodi distributivi sia fondamentale per recuperare almeno una parte degli introiti venuti a macare col declino del settore home video. Sempre il presidente di Universal ha definito fuorviante la convinzione diffusa che una visione domestica a costo elevato possa cannibalizzare l’afflusso di spettatori in sala: “Ci sono persone che amano il cinema e andare al cinema, ma ce ne sono altre con figli o con una certa vita professionale che non possono, ma vorrebbero comunque poter vedere i film quando l’interesse sui quei film è ancora alto. Forse possiamo trovare un certo livello di prezzo e un metodo di distribuzione per coinvolgerle senza disincentivare la visione in sala”.

Una posizione verso cui alcuni rappresentanti dell’esercizio hanno comunque mostrato una maggiore apertura, soprattutto in relazione al cercare formule che possano portare vantaggi non solo sul fronte della distribuzione. “Non c’è ragione per cui non possiamo essere parte del processo” ha detto ad esempio Bud Mayo di Digiplex Destinations, con riferimento alla possibilità per i cinema di diventare anche punti di distribuzione tanto di copie fisiche quanto digitali.

 

Fonte: Deadline

Davide Dellacasa: Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.

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