Il podcast di Cineguru: dal weekend cinematografico al successo di Vermiglio. Ospite Gabriele D’Andrea

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Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa e Robert Bernocchi analizzano il weekend cinematografico appena concluso, che ha visto Joker: Folie à Deux dominare la classifica. Un film che ha generato molte discussioni, sarà interessante osservare come si evolverà la situazione nei prossimi giorni.

Da segnalare anche i promettenti risultati delle anteprime de Il Robot Selvaggio, che lasciano ben sperare per l’uscita ufficiale del film, prevista per la prossima settimana.

Con Gabriele D’Andrea, responsabile theatrical di Lucky Red e amministratore delegato di Circuito Cinema, si discute dell’ottimo successo di Vermiglio, il film scelto dall’Italia per concorrere agli Oscar. Un trionfo legato a una strategia distributiva mirata, che sta indubbiamente dando i suoi frutti.

A questo proposito, l’esperienza con Vermiglio cosa sta insegnando riguardo al rapporto con il pubblico italiano? Si sta osservando un cambiamento, con spettatori più esigenti e informati, capaci di comprendere le dinamiche del mercato e le scelte distributive.

Estendendo la riflessione a livello generale, il successo di Vermiglio rappresenta un caso eccezionale o esistono altri titoli su cui applicare strategie simili?

Infine, guardando più in generale al cinema italiano, il 2024 sembra segnato dal successo della commedia. Tuttavia, non si tratta di un rifiuto del pubblico verso altri generi, ma di una limitata disponibilità di alternative. Forse c’è un problema di varietà nei periodi di uscita dei film?

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Ed ecco anche l’intera trascrizione del podcast:

Questa trascrizione è stata generata tramite un servizio di trascrizione. La versione attuale potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere soggetta ad aggiornamenti

Davide Dellacasa

Buongiorno, buongiorno a tutti. Ciao, Robert.

Robert Bernocchi

Buongiorno, come va?

Davide Dellacasa

Bene, dai. Sono un paio di settimane che non abbiamo avuto occasione di fare il podcast, ma sarebbero state settimane in cui il rischio di diventare troppo ripetitivi c’era, perché purtroppo non è successo granché al box office. Tuttavia, come ampiamente previsto, questo fine settimana qualcosa è successo con l’arrivo del nuovo capitolo di Joker, su cui c’è una bella analisi e un bel commento da fare. Da noi ha incassato circa 3,8 milioni nel fine settimana, che salgono a 4,7-4,8 milioni considerando le anteprime, giusto?

Robert Bernocchi

Sì, sono 4,7 milioni considerando anche la giornata di mercoledì. Un risultato che, rispetto a qualche previsione che abbiamo sentito in giro, potrebbe sembrare inferiore. Va detto, però, che se andiamo a vedere i dati internazionali, il risultato italiano è tra i migliori, addirittura superiore a quello della Francia, che è un paese che di solito non battiamo mai.

Davide Dellacasa

Poi c’è anche un piccolo pezzo di titolo in francese, quindi direi che andrà bene.

Robert Bernocchi

Esatto, è vero, quello sicuramente ha aiutato. Sicuramente è un titolo che ha fatto molto discutere, direi già dalla presentazione a Venezia. Qualcuno ora si è chiesto se la scelta di partecipare a Venezia sia stata la migliore, ma presumo che siano quelle decisioni registiche per cui, dopo aver vinto il Leone d’Oro con il primo film e essere stato invitato nuovamente in concorso, ci vai, insomma. Evidentemente, per una parte del pubblico, l’idea di vedere un musical forse non era così attraente. Che dire, rimane comunque un risultato importante. Certo, per chi sperava in numeri simili a quelli del primo film, sia in Italia (quasi 30 milioni) sia a livello mondiale (oltre un miliardo), è ovvio che ci staremo lontani, ma non vorrei sottovalutare un dato che resta comunque significativo. Dopo sei settimane di dominio di Cattivissimo Me, ci voleva anche un po’ di ricambio.

Davide Dellacasa

Ci voleva un ricambio, e il mercato ne aveva bisogno. Insomma, magari i risultati di questo secondo capitolo di Joker non saranno all’altezza del primo, però almeno il weekend è tornato a superare quello del 2023. Avevamo segni negativi da troppo tempo, e come dicevamo, ci voleva un risultato di questo tipo. Diciamo che, come hai detto tu, in Italia mi sembra un risultato niente male, soprattutto se lo paragoniamo agli Stati Uniti, dove le previsioni sono state continuamente riviste al ribasso. Da quanto ho capito, anche rispetto all’articolo che hai pubblicato ieri sul mercato americano, c’è il rischio, secondo alcune fonti che leggevo stamattina, che si arrivi addirittura a numeri inferiori. Tutto sommato, il nostro mercato ha risposto meglio in questo primo fine settimana.

Robert Bernocchi

Sì, hai ragione sull’aggiornamento che dobbiamo fare all’articolo che ho scritto ieri. Ieri mattina la previsione era di 47 milioni, già inferiore rispetto alle stime iniziali del weekend, che erano tra i 55 e i 60 milioni. Queste ultime, a loro volta, erano già inferiori al tracking di qualche settimana fa, che si attestava sopra i 70 milioni. Ora, il risultato sembrerebbe intorno ai 39-40 milioni, il che è un po’ preoccupante. Mentre i dati internazionali hanno confermato le previsioni, quelli americani sono decisamente più bassi rispetto alle aspettative, e questo è innegabile. Forse, negli Stati Uniti (e in Canada), questa scelta stilistica e la differenza tra il primo e il secondo film sono state percepite in modo più pesante e contestate dal pubblico. Il risultato è stato un incasso minore, anche perché parte del pubblico non ha gradito. E chi l’ha visto ha dato giudizi negativi, come dimostrano il CinemaScore e altri parametri simili. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, purtroppo, il film non promette benissimo; vediamo come andrà nel resto del mondo. Sono curioso di vedere come reggerà in Italia. Ho fatto un paragone con Guardiani della Galassia Vol. 3, perché ha avuto un andamento simile, non solo come risultato finale di un lungo weekend iniziato di mercoledì, ma anche per le singole giornate. Quello era stato un film più apprezzato dal pubblico. Vediamo se il passaparola avrà un impatto nei prossimi giorni. Sono curioso di vedere come terrà Joker in Italia.

Davide Dellacasa

Sì, sono curioso anch’io, perché c’è sicuramente interesse nel vedere come il regista ha deciso di proseguire la storia di un primo capitolo che ha indubbiamente lasciato il segno. Magari da noi c’è un pubblico che è curioso di vedere il film, e va detto che non ci sono solo pareri negativi. Mettiamola così: c’è anche chi ha apprezzato questa nuova chiave di lettura che, al di là della componente musicale, scardina, come aveva fatto il primo Joker, ciò che ci si poteva aspettare. Anch’io sono curioso.
Senti, dietro Joker sul podio c’è Vermiglio, di cui parleremo tra qualche minuto con un ospite. A chiudere il podio troviamo Cattivissimo Me, che ci ha tenuto compagnia a lungo, fin da fine agosto, e ha superato i 17 milioni. Era una delle previsioni che avevi fatto all’inizio. Si è quasi avvicinato al risultato del terzo capitolo della serie, che superò i 18 milioni, il che mi sembra comunque un grande risultato per un quarto capitolo.
Robert Bernocchi

Sì, infatti, conferma la solidità del franchise e il forte legame con il pubblico italiano. Ricordo che ha fatto anche meglio dell’ultimo Minions, cosa che non era affatto scontata. Ripeto, forse alcune aspettative su questo film erano più legate all’enorme incasso di Inside Out, che però non ha molto a che fare con questo franchise. Inside Out, sia il primo che il secondo, è riuscito a portare al cinema non solo le famiglie, ma anche un pubblico adulto senza bambini, che ha trovato elementi di interesse pensati proprio per un pubblico maturo. Cattivissimo Me, invece, è ovviamente più orientato verso un target familiare. Si conferma ancora una volta che, quando esce un film family importante, il pubblico risponde, nonostante tutto il discorso sul costo elevato dei biglietti e l’idea che le famiglie non vadano più al cinema.
Speriamo che la prossima settimana Il Robot Selvaggio confermi questa tendenza. Peraltro, anche le anteprime di ieri sono molto incoraggianti. Vediamo se questo titolo darà un contributo positivo al botteghino, dato che ottobre ha sicuramente più film importanti che possono fare la loro parte. Speriamo che la prossima settimana arrivi un bel risultato da questo titolo.

Davide Dellacasa

Sì, Il Robot Selvaggio è uscito la scorsa settimana negli Stati Uniti e ha avuto un ottimo primo fine settimana. Anche il calo nel secondo weekend è stato contenuto, non mi sembra abbia perso molto. Le anteprime, inoltre, sono andate crescendo. È chiaro che si tratta di un film completamente nuovo, e sappiamo quali sono le difficoltà legate al lancio di novità al giorno d’oggi. Tuttavia, se qualche settimana fa sembrava un po’ sotto il radar del pubblico, ora mi sembra che abbia guadagnato visibilità e sia stato percepito in modo più significativo.

Robert Bernocchi

Sì, esatto. Credo anche io che in questo caso le anteprime siano particolarmente utili per far conoscere un prodotto nuovo. Sono forse più importanti rispetto a quelle fatte per franchise già affermati, come Cattivissimo Me. In quel caso, le anteprime possono aiutare a diffondere il passaparola, ma non c’è bisogno di “scoprire” il franchise, che è già ben conosciuto dal pubblico. Per un film come Robot Selvaggio, invece, è fondamentale farlo conoscere, e le anteprime servono proprio a generare interesse e visibilità.

Davide Dellacasa

Bene, a questo punto, dopo aver esplorato il podio dell’animazione e il mondo dell’animazione, ci ha raggiunto il nostro ospite di oggi, Gabriele D’Andrea. Buongiorno, Gabriele.

Gabriele D’Andrea

Buongiorno a tutti.

Davide Dellacasa

Qualche minuto fa abbiamo commentato il secondo posto di Vermiglio e siamo contenti di averti qui per raccontarci un po’ di queste prime settimane in sala per questo titolo e anche cosa vi aspettate per le prossime settimane. Sono due settimane, tra parentesi, che con Robert non abbiamo fatto il podcast, quindi non abbiamo praticamente avuto occasione di parlare di Vermiglio, se non all’inizio. Diciamo che c’è stata chiaramente una strategia distributiva molto interessante, con un uso di quella che negli Stati Uniti chiamano “limited release” davvero accattivante. Avete cominciato piano, aspettando l’annuncio degli Oscar, e il film si è poi allargato. Raccontaci un po’!

Gabriele D’Andrea

Sì, allora l’idea di questa strategia distributiva nasce a luglio. Avevamo già distribuito Maternal di Maura, che era un bel film, ma sfortunato dal punto di vista commerciale, poiché doveva uscire poco prima della chiusura dei cinema a causa del COVID. In effetti, è stato uno dei primi titoli a uscire alla riapertura dei cinema ad aprile-maggio, ma chiaramente non c’erano le condizioni affinché il film potesse instaurare un rapporto con il pubblico che, pur essendo un piccolo film, avrebbe potuto avere. Quando ci siamo trovati a discutere con i produttori di Cinedora sulla strategia distributiva, fin da subito la nostra idea è stata quella di cercare qualcosa di diverso dal solito, qualcosa di specifico per le caratteristiche di questo film.
Vermiglio è un film molto bello, come avete visto, ha ricevuto tanti riconoscimenti e probabilmente ne riceverà ancora. Tuttavia, era un film in dialetto trentino, tutto sottotitolato, un’opera seconda, con attori e attrici molto bravi, ma non di primo piano. Abbiamo manifestato la nostra idea di un’uscita stratificata, che potesse garantire al film una crescita graduale, basata però sui numeri, perché si possono fare tutte le strategie del mondo, ma devono essere corroborate dalla relazione tra il film e il pubblico. Dopo il premio, c’è stato un momento in cui siamo tornati rapidamente a valutare l’opportunità di questa strategia. Eravamo ancora desiderosi di esplorare questa modalità, e i produttori, nonostante il premio potesse suggerire scelte diverse, ci hanno subito supportato in questa decisione. Così, siamo partiti in questo modo.

Robert Bernocchi

Ecco, in questo senso, vorrei chiederti anche dell’esperienza che state vivendo, inclusa la presenza della regista nelle proiezioni. Come distributori, cosa vi sta insegnando il rapporto con il pubblico italiano? Ricordo che un anno fa avevamo già discusso di come ci sia un cambiamento nel pubblico, che diventa più informato ed esigente, e giustamente così. È interessante notare come un film come Vermiglio, che forse all’uscita dei titoli italiani in concorso a Venezia era quello meno conosciuto, sta diventando ora il titolo forse più atteso. Del resto, parliamo di una regista al suo secondo film, eppure Vermiglio è nettamente quello che ha funzionato meglio tra i film di Venezia che sono stati distribuiti.

Gabriele D’Andrea

Robert ci insegna, come abbiamo già accennato, che il pubblico, come dici tu, è competente, si informa e comprende anche determinate strategie. Ad esempio, sui social abbiamo avuto conversazioni con spettatori che chiedevano perché il film non fosse uscito in alcune regioni e, quando glielo abbiamo spiegato, hanno compreso le motivazioni. D’altronde, il leitmotiv del cinema, non solo italiano ma internazionale, è che i film restano poco in sala. Questa è una delle grandi lamentele, un po’ di tutti: giornalisti, spettatori e addetti ai lavori. In effetti, spesso ci si accorge che un film è uscito e già non si trova più al cinema, perché la quantità di offerte è tale che c’è un ricambio continuo ogni settimana.
Quando abbiamo spiegato che questa strategia era mirata ad assicurare una maggiore longevità del film nelle sale e che i film non “scadono” nel senso tradizionale del termine, il pubblico ha compreso. Negli ultimi due anni abbiamo avuto esempi illustri di film che hanno faticato a rimanere in sala. Hanno capito e hanno apprezzato molto il film, che è stata un po’ la nostra scommessa. Eravamo molto sicuri della qualità dell’opera e della sua capacità di creare una connessione con il pubblico, e questo è effettivamente avvenuto. Nonostante non ci siano elementi immediati e commerciali nel film, il pubblico è riuscito a connettersi molto bene con quest’opera.
Il passaparola richiede tempo. Ieri ho visto risultati incoraggianti, come quelli del Cinema Astra di Parma, che è un cinema importante. Ha registrato quasi 500 presenze di domenica e ha programmato il film per questa settimana. L’interesse per il film è cresciuto esponenzialmente, sia grazie ai premi che per il tam-tam che si è creato, generando un’urgenza di vederlo. Anche se non era disponibile in quel momento, sapevano che sarebbe arrivato di lì a poco, il che ha creato le condizioni affinché ci fossero risultati più soddisfacenti e un’accoglienza migliore per il film in provincia.
Le sale che hanno programmato il film nel primo weekend sono state esclusivamente cinema delle città principali italiane e della provincia del Veneto. Da questo punto di vista, siamo stati rigorosi nella selezione, e non abbiamo derogato su questo. È importante notare che quei 25 cinema che hanno incassato 200.000 euro nella prima settimana sono cinema di eccellenza; non tutti i cinema sono uguali. All’interno di quel gruppo c’erano cinema straordinari che riescono a generare risultati notevoli, anche grazie a un passaparola e un tam-tam sul film che è notevole.

Davide Dellacasa

Senti, passando dal particolare al generale, so che Robert ti vorrà chiedere di fare un attimo il punto sul cinema italiano. Te l’ho già chiesto io, ma dopo te lo richiederà anche lui, quindi va bene così. Volevo invece chiederti una curiosità proprio riguardo al cinema italiano: questo caso di Vermiglio, secondo te, è davvero un caso eccezionale o ci sono altri titoli su cui un percorso del genere è possibile e percorribile?

Gabriele D’Andrea

Sì, io onestamente, Davide, è una domanda che mi sono posto anch’io. Penso che sia una modalità distributiva che, come avete detto in premessa, è molto frequente in altri paesi, in primis negli Stati Uniti. Non ci siamo inventati nulla. Ci sono anche casi recenti interessanti di film italiani; penso ad esempio a Food for Profit, che è stata una delle sorprese di quest’anno e di questa stagione. Lì vediamo che il film ha avuto una buona riuscita grazie a un’uscita stratificata, che lo ha portato nel tempo ad accrescere la sua notorietà presso il pubblico.
Quindi, ci sono già stati tentativi simili, e questo è forse il primo caso in cui viene applicato a un film che ha vinto un premio importante a Venezia. Potrebbe quindi succedere che questo possa servire da ispirazione o che comunque diventi un modello da replicare in futuro, senza timore.
È chiaro che uscire con 25 cinema è rischioso, poiché si corre il rischio di finire nella parte invisibile del Cinetel, il che può essere molto compromettente. Finora le cose sono andate bene, ma c’era un margine di rischio, perché questa strategia ha senso solo se il film riesce a farsi notare e a essere così superiore al resto in termini di media per cinema da diventare notiziabile. Questo è avvenuto con Vermiglio, ma è chiaramente un rischio associato a questo tipo di modello. Vedremo come evolverà la situazione. Noi sicuramente continueremo a esplorare questa strada.

Robert Bernocchi

Dobbiamo tenere conto anche del futuro. Come ti ha anticipato Davide, volevo affrontare con te un discorso più generale sul cinema italiano. Questo 2024, nei primi nove mesi dell’anno, ha visto una predominanza di incassi legati alla commedia. Non solo un mondo a parte, ma i film di Siani, Pieraccioni e i soliti Diodi sono tornati dopo tanti anni.
D’altra parte, è importante notare che più che un rifiuto del pubblico verso il cinema d’autore, c’è forse una mancanza di prodotti in questo segmento nei primi nove mesi dell’anno. Questo è contrastato dal fatto che nel 2023 abbiamo avuto tre titoli in concorso a Cannes, ma due di essi sono usciti in contemporanea.
Abbiamo Sorrentino che esce tra poco e anche Muccino che arriverà sempre questo mese, quindi possiamo sperare che un certo tipo di cinema italiano, più drammatico e adulto, possa riprendersi e dare il suo contributo in questo periodo. Tuttavia, mi chiedo se ci sia un problema di offerta anche in questo senso. Con Davide ne abbiamo parlato e ci siamo resi conto che c’è una problematica legata all’offerta del cinema americano; allo stesso modo, sembra che manchi qualcosa a livello di cinema italiano.
Per esempio, a gennaio e febbraio abbiamo visto grandi successi nel cinema d’autore, ma erano tutti film stranieri. Questo mi porta a chiedermi se tra i vari problemi del cinema italiano ci sia anche la questione della distribuzione. Infatti, spesso passano molti film italiani a Venezia, ma non possono tutti uscire contemporaneamente, in particolare 20 o 30 titoli in poche settimane. Ecco perché una riflessione su questo sarebbe sicuramente molto interessante.

Gabriele D’Andrea

Tra i titoli in arrivo, ci sono Iddu, poi ci sarà Sorrentino, noi distribuiremo Berlinguer, la grande illusione il 31 ottobre, seguito da Muccino e, poi, da Placido. Mi era venuto in mente un altro titolo, ma non ricordo. Questo weekend, inoltre, è uscito anche Familia di Costabile, un bellissimo film, e c’è anche Il tempo che ci vuole della Comencini. Quindi, come hai sottolineato tu, da settembre in poi, qualcosa si sta muovendo.
Ci sarà anche Salvatores il 21 novembre, e il 14 uscirà Edoardo Leo. Insomma, ci sono un po’ di titoli in arrivo. È chiaro che la situazione è molto difficile; non possiamo girarci intorno. Hai citato alcuni risultati ottenuti quest’anno con un certo cinema d’autore italiano, e il livello di difficoltà si alza in modo considerevole. Infatti, il film straniero presenta anche elementi di oggettività: il lavoro della distribuzione comporta migliaia di commissari tecnici, ognuno con la propria idea, il che può rendere difficile trovare elementi oggettivi.
Devo dire che da questo punto di vista fate un lavoro eccellente, cercando sempre di corroborare le vostre scelte con numeri, analisi e statistiche. Il cinema internazionale ha il vantaggio di disporre di questi elementi oggettivi riguardo ai risultati nei vari paesi. Ad esempio, tu, Robert, stamattina hai giustamente evidenziato la performance di Joker in Italia rispetto alla Francia. Questi sono dati oggettivi che aiutano nel posizionamento del film e nella definizione delle aspettative, facilitando l’uscita, visto che ci sono altri 30 paesi che posizionano i film e forniscono riferimenti scientifici per il nostro lavoro.
Nel cinema italiano, purtroppo, manca questa base di dati. Si lavora, di fatto, su dei prototipi, il che aumenta il livello di difficoltà. Si cercano, quindi, elementi di realtà e oggettività per comprendere la potenzialità di un film. Perché, in definitiva, tutto parte da lì: la potenzialità di un film nella distribuzione in sala.
Più questo concetto di potenzialità si allarga, più il livello di difficoltà diventa quasi insormontabile. Pertanto, concentriamoci su questo: la potenzialità di un film italiano nel circuito teatrale. Da questa potenzialità discendono una serie di scelte: la data di uscita, la strategia di comunicazione, la strategia distributiva, la partecipazione a festival, e così via. Tutte queste decisioni, a cascata, partono sempre dalla potenzialità del film e dal ragionamento industriale che dobbiamo affrontare, tenendo presente anche la bellezza del film stesso.
È importante anche considerare la qualità del film, che è il punto di partenza, ma a livello industriale è necessario sviluppare un progetto che si basi su questa bellezza, cercando di comprendere la potenzialità di connessione di un film con il proprio pubblico. Questo è un lavoro estremamente difficile: bisogna commettere il minor numero possibile di errori.
Il nostro lavoro di distributore è essenzialmente questo: minimizzare gli sbagli. Personalmente, abbiamo avuto successo con alcuni titoli, come Ennio e Vermiglio, e ricordo anche 18 regali. Tuttavia, ci sono stati anche tanti casi in cui non ci siamo riusciti e abbiamo avuto il dispiacere di non valorizzare al meglio film che per noi erano molto belli e avevano potenzialità superiori a quelle che siamo riusciti a ottenere.
È un processo che richiede tempo, un mattoncino dopo l’altro, per riuscire a creare valore per questo cinema, che ha subito un brusco arresto durante la pandemia. Siamo ancora in fase di ricostruzione, una ricostruzione lenta, ma dobbiamo essere ottimisti e pensare che ce la faremo anche con il cinema italiano.

Davide Dellacasa

Bene, Gabriele. Volevo innanzitutto farti i complimenti per il lavoro che svolgete, mattoncino dopo mattoncino.

Gabriele D’Andrea

Grazie.

Davide Dellacasa

Capisco che il tema del potenziale e della pianificazione per il mercato possa portare a delusioni quando non si riesce a realizzarlo. Tuttavia, quando ci sono casi in cui tutto funziona al meglio, è anche una grande soddisfazione. Non so se Robert ha qualche altra domanda. Se no, ti ringrazio per essere stato con noi e ci sentiamo alla prossima settimana. Robert, c’è qualcos’altro che volevi aggiungere?

Robert Bernocchi

No, direi di no. Anch’io ringrazio Gabriele; è sempre molto interessante approfondire l’analisi sul cinema italiano e sulla distribuzione con lui.

Gabriele D’Andrea

Grazie, è sempre un piacere per me essere vostro ospite e buon lavoro a tutti. Grazie mille.

Davide Dellacasa

Grazie, alla prossima settimana.

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