Continua la campagna delle major alla conquista di Facebook, un network diventato ufficialmente territorio di caccia da quando, a partire da marzo, la Warner Bros ha sdoganato questo nuovo canale di diffusione delle opere cinematografiche con un suo cavallo di battaglia quale The Dark Knight. Ma altri Studios non hanno fatto attendere la propria controffensiva. Come ha ricordato Variety in una recente intervista a Jessica Schell, da poco appuntata vice presidente esecutivo nei settori dello sviluppo commerciale e della pianificazione strategica di Universal Pictures, un esempio è quello del lancio via social network del Blu-ray del Grande Lebowski. Una release veicolata anche attraverso il web ma con una netta distinzione tra il video on the demand e Facebook, che secondo Schell costituisce una specifica “piattaforma promozionale” in grado di avvicinare in maniera proficua soprattutto i fan. Uno spazio in cui intercettare il proprio target quindi, piuttosto che un canale distributivo a sé stante, in cui fondamentale importanza viene ricoperta proprio dalla condivisione, dalla ricerca di amici e di “Like”.
La convenienza per le major, conferma Schell di Universal, è raggiungere in modo capillare i fan dei film, di sicuro un numero ben nutrito nel caso del capolavoro dei fratelli Coen, ma anche di intercettarne di nuovi attraverso l’app “social theater” tramite cui la compagnia ha reso accessibile il film su Facebook. Un dispositivo che non solo permette di commentare e lasciare il proprio “mi piace” nelle conversazioni con gli altri utenti dello streaming, ma anche di avere il quadro completo delle impressioni riportate dai propri amici sul social network durante la visione.
Ancora più interessante il discorso delle clip video fornite dalle case di distribuzione, come nel caso della ClipApp gratuita della serie Jackass, che permette di combinare a piacimento i vari contenuti estratti dai 5 diversi film della saga, customizzarli e condividerli tramite Facebook. Insomma, sempre alla caccia di nuovi “share” e nuovi “like” che costruiscono la linfa vitale del nuovo passaparola “social”.
Fonte: Variety