Dal Gattopardo a Gomorra, non c’è certo bisogno di specificare quanto sia stretto il rapporto tra editoria, cinema e tv. Secondo Riccardo Tozzi, Presidente dell’Anica e produttore di Cattleya, “l’Italia oggi è il Paese nel mondo in cui più alta è la percentuale di film tratti da romanzi. Negli ultimi 10 anni il recupero della nostra quota di mercato, passata dal 12 a più del 40%, si deve anche alla componente rappresentata dai libri, come dimostra il caso della pellicola di Garrone. È importante anche perché per lo più non si tratta di commedie ma di opere che hanno mantenuto la diversificazione dei generi spingendosi verso un cinema d’autore e di ricerca”.
In questo contesto sembrerebbe bizzarra la creazione di un portale come Bookciak: un sito internet realizzato su iniziativa delle giornaliste Gabriella Gallozzi e Maria Serena Palieri dell’Associazione Calipso e sostenuto dal Mibac, volto a favorire l’incontro tra mondo dell’editoria e quello della produzione cinematografica e televisiva. Se non fosse che, come ha ricordato lo stesso Tozzi presentando il nuovo database alla 68. Mostra di Venezia, si tratta di “due mercati estremamente verticalizzati, vale a dire dove la maggior parte delle attività si concentra su pochissimi operatori”, tutto a discapito dei soggetti più deboli e della libera concorrenza tra i vari prodotti culturali da essi offerti.
Consultabile previa registrazione, riservata dagli addetti ai lavori, il database di Bookciak sarà incentrato su un motore di ricerca tramite cui accedere alle schede dei libri categorizzate in base ad alcuni elementi chiave, come autore, titolo, genere, lingua, anno di pubblicazione ecc. Il sito è inoltre diviso in varie sezioni “chiuse”, dedicate rispettivamente a produttori, editori, autori e chiunque detenga i diritti di un romanzo o di una pièce teatrale, più una meno intuitiva riservata ai videomaker, cioè a coloro che con il permesso dei proprietari del copyright vorranno uploadare dei filmati con la propria visione del libro scelto.
Secondo Tozzi, si tratta di un dispositivo molto utile in quanto, servendosi della rete, rappresenta uno “strumento interattivo che squassa il panorama attuale e lo apre alla ricerca”, proponendosi di agire proprio in uno dei campi più critici del nostro Paese, vale a dire “la capacità di allargare i settori più chiusi e di coinvolgere il talento che rimane escluso”.
Fonte: Cineguru