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Streaming batte DVD, con miliardi di ore “trasmesse” agli utenti

Nei primi 9 mesi del 2013, i titoli noleggiati su Netflix hanno battuto anche l’home video dei tempi d’oro: lo evidenzia una ricerca NPD Group che mostra come la crisi dell’audiovisivo non riguardi tanto i livelli di consumo, quanto i ricavi del settore e i suoi modelli di business.

Se non ci sono ormai più dubbi sulla crescente importanza del video on demand nel campo della fruizione domestica di audiovisivo, quello su cui ci si focalizza di meno è la rilevanza del fenomeno a confronto con DVD e Blu-ray.  Il paragone solitamente non viene in rilievo a causa della disparità nei prezzi e dunque nei ricavi dei due comparti, ma gli ultimi dati rilasciati dalla società di ricerca NPD Group puntano esattamente a operare questo parallelo partendo dall’attuale popolarità dello streaming, grazie a cui portali quali Netflix e YouTube offrono ai propri utenti miliardi di ore di programmazione.

videonoleggio

Nei primi 9 mesi del 2013, Netflix ha visto aumentare del 58% i titoli consumati dai suoi abbonati, pari a 2,6 milioni di copie. Di contro, nello stesso periodo del 2013, il noleggio di DVD e Blu-ray ha raggiunto appena 1,1 milioni di unità.

A soffrire maggiormente della transizione, come noto, è il settore dei videonoleggi tradizionali, i cui profitti sono scesi ancora del 14,5% nel terzo trimestre, arrivando a 244,6 milioni di dollari, per un totale che tra gennaio e settembre non supera i 766,8 milioni. Il declino, per altro, appare costante: nel 2012 le catene di videonoleggio hanno affittato meno di 500 mila copie fisiche e la situazione non è certo destinata a migliorare con la chiusura definitiva negli USA della catena Blockbuster. A far meglio il noleggio via posta (circa mezzo milione di unità consegnate) e quello attraverso distributore automatico, soprattutto per la popolarità dei chioschi di RedBox che consentono di affittare film a prezzi assolutamente contenuti.

Fin qui niente di nuovo: il dato interessante è che il confronto operato da NPD Group risulta in positivo per lo streaming anche sul lungo periodo. Il momento massimo di picco per il mercato delle copie fisiche viene infatti considerato il 2007, quando furono registrate più di 2,5 milioni di transazioni, principalmente grazie a Blockbuster. Ma si tratta comunque di un numero di operazioni inferiore a quello che la sola Netflix è riuscita a cumulare nei primi 9 mesi del 2013. Nonostante le tante cassandre e le accuse lanciate alla pirateria, questo paragone sembra dunque rimarcare come a essere in crisi non sia il consumo, nemmeno quello legale e a pagamento, di audiovisivo, bensì i ricavi, o meglio i modelli di business su cui il settore si è tarato negli ultimi anni, prima della rivoluzione indotta dal web e dal digitale.

 

Fonte: Home Media Magazine

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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