Il podcast di Cineguru: gli incassi, Cameron e Langley sull’AI, l’impatto dei dazi su Hollywood Cineguru Podcast by cineguru - Aprile 14, 2025Aprile 14, 20250 Nel nuovo episodio del podcast di Cineguru commentiamo gli incassi del weekend, le ultime sull’AI e l’impatto dei dazi su Hollywood Loading the Elevenlabs Text to Speech AudioNative Player...Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa e Andrea Francesco Berni commentano gli incassi del weekend negli Stati Uniti e in Italia: in entrambi i territori a farla da padrone è Un film Minecraft, che si prepara alle festività Pasquali. Si affronta poi il tema Intelligenza Artificiale, mettendo a confronto le dichiarazioni di Donna Langley e James Cameron pubblicate negli ultimi giorni sulla stampa americana, mentre è arrivata una prima sentenza sul caso Alcon Entertainment vs Tesla e Warner Bros. sulla vicenda dell’uso di Blade Runner 2049 per la realizzazione di alcune immagini promozionali. Infine, un commento sull’impatto che la guerra commerciale globale avviata dall’amministrazione Trump potrebbe avere sull’industria Hollywoodiana, a partire dalla risposta della Cina ai dazi. Ed ecco anche l’intera trascrizione del podcast: Questo testo è stato generato tramite un servizio di trascrizione. La versione attuale potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere soggetta ad aggiornamenti Davide Dellacasa Ciao Andrea, buongiorno. Andrea Francesco Berni Ciao, buongiorno, buona settimana. Davide Dellacasa Ed eccoci qui, seconda settimana di Minecraft al cinema. In Italia sopra gli 8 milioni e un grande secondo weekend negli Stati Uniti. Un secondo weekend che è sopra quasi le previsioni di quello che avrebbe dovuto essere il primo. Insomma, è un secondo weekend straricco. Nel frattempo da noi ha superato gli 8 milioni, davvero un gran risultato perché è in traiettoria per diventare il secondo miglior risultato, o forse lo è già. Sonic aveva fatto 8,9 milioni di euro, quindi ci stiamo avvicinando a quel risultato. Probabilmente Super Mario, per quanto auguriamo tutto il bene a Minecraft, rimane lontano, ma questo film può ancora dare molto. C’è tutto il weekend di Pasqua e anche un periodo festivo davanti in cui Minecraft può continuare a costruire il suo risultato al box office. Andrea Francesco Berni Sì, la settimana tra Pasqua e 25 aprile ci sono diversi istituti che restano chiusi. Penso che abbia l’opportunità anche negli infrasettimanali di continuare a correre. Super Mario uscì nel periodo pasquale, se non ricordo male, quindi è come se Minecraft si fosse portato un po’ avanti. Davide Dellacasa Senti, dietro un po’ di nuove uscite? Andrea Francesco Berni Allora sì, la grande differenza tra Stati Uniti e Italia in questo weekend sono le nuove uscite. In America si sono posizionate molto meglio. In Italia è stato un weekend con posizionamenti dal secondo in poi un po’ più sottotono. Negli Stati Uniti, invece, tante nuove uscite, i famosi film medi di cui parliamo, che abbiamo quasi invocato in questi mesi. Molto diversificati tra loro, tutti con un budget abbondantemente sotto i 100 milioni, credo anche sotto i 50. Minecraft ha fatto 80 milioni di dollari, è a 280 milioni negli Stati Uniti e 550 nel mondo. A questo punto potrebbe arrivare a 900 milioni, forse anche di più. Al secondo posto c’è The King of Kings con 19 milioni di dollari, un ottimo risultato per questo film di animazione di Angel Studios, la casa che portò in sala Sound of Freedom. Anche in questo caso si è adottato il programma “Pay It Forward”, comprando in anticipo biglietti per altre persone. C’era anche l’iniziativa “Kids Go Free”, i bambini non pagano. Questo ha spinto molte famiglie al cinema. 19 milioni per un film di animazione a tema religioso è un ottimo inizio. Ora arriva la settimana santa, il weekend di Pasqua: penso che terrà molto bene. Ha anche un CinemaScore A+, rarità assoluta. Anche Sound of Freedom, se non ricordo male, aveva un punteggio così alto. Andrea Francesco Berni Al terzo posto c’è Operazione Vendetta, tra i nuovi film credo sia quello che è costato di più, sui 50-60 milioni. Parte malino: 15 milioni di dollari non è molto per questo tipo di film. Tuttavia è in linea con le previsioni, non è andato peggio del previsto. Davide Dellacasa Che è il secondo posto anche da noi. Andrea Francesco Berni Sì, esatto, con poco meno di mezzo milione di euro. Al quarto posto c’è Warfare, un film di A24. Anche questo è costato poco, una ventina di milioni. Ha incassato 8,3 milioni di dollari, una media apprezzabile. È stato accolto molto bene da critica e pubblico, quindi potrebbe avere una buona tenuta. Al quinto posto un’altra nuova uscita: Drop, l’horror, con 7 milioni e mezzo. È un film Blumhouse, quindi budget molto contenuto. Al sesto posto ancora una nuova uscita: la terza parte di The Chosen – Last Supper, film evento a tema religioso, che tiene bene nonostante la concorrenza di The King of Kings. 5,8 milioni. Tanti nuovi titoli: anche al decimo posto c’è una nuova uscita. La classifica è rivoluzionata: Minecraft domina, ma le nuove uscite si sono piazzate bene. Ottimo weekend negli Stati Uniti. Davide Dellacasa Un’ottima settimana. Come spesso capita in questa industria, per quanto si provi a fare previsioni, poche cose sono prevedibili. Ha risollevato il risultato annuale, che fino alla scorsa settimana era preoccupante, molto al di sotto del 2024. In Italia, l’abbiamo detto più volte, siamo stati “fortunati” grazie ai titoli italiani. Da loro non c’è un sostituto dei grandi film americani che fanno il box office. Con Minecraft si sono messi in pari. Vedremo andando avanti nell’anno: anche da noi, arrivati a giugno, mancherà Inside Out 2. Però ci sono altri film in arrivo, quindi vediamo. Andrea Francesco Berni Altre sorprese. Minecraft è uno di quei film che sono andati benissimo, come Inside Out 2, senza che ci si aspettasse. Leggevo proprio ieri o l’altro ieri un ragionamento sul tracking, su come fatichi a prevedere l’andamento e il debutto dei film per famiglie. L’articolo cercava di spiegare come mai è così difficile: intervistare bambini di otto anni non è semplicissimo. Davide Dellacasa Esatto. Andrea Francesco Berni Però non è l’unico motivo. Davide Dellacasa No, ma capire cosa interessa il target sotto i 14 anni è davvero complicato. In Italia, l’abbiamo detto: Minecraft ha fatto un weekend da oltre 2 milioni e mezzo, superati gli 8 milioni. Ottimo andamento in vista del prossimo fine settimana festivo. Al secondo posto c’è Operazione Vendetta. Al terzo continua il suo ottimo percorso Le Assaggiatrici, con quasi 400mila euro nel weekend. Un calo contenuto: ha superato i 2 milioni e 2, un gran risultato. Andrea Francesco Berni C’è un passaparola, anche un buon posizionamento. Evidentemente è un tipo di film che, nel suo target, funziona e resiste. Un calo del 37% vuol dire avere un’ottima tenuta. Al quarto posto debutta Avril – Working Man, con 366mila euro. Devo dire che mi sono divertito a cercare di prevedere l’incasso nella nostra newsletter Cineguru Intelligence. Non mettiamo mai visibile chi vota cosa, ma io ipotizzavo potesse arrivare al mezzo milione. A giovedì e venerdì sembrava su quella traiettoria, ma ha frenato un po’ nel weekend. Comunque 366mila euro è un risultato abbastanza buono. Ha una media di 1700 euro, superiore a quella del secondo e terzo posto. Al quinto posto apre Eden con 300mila euro. Davide Dellacasa Eden che, da quanto ho letto, non ha frenato nel weekend: anzi, ha accelerato sabato e domenica. È il film di Ron Howard. Andrea Francesco Berni Sì. Chissà che questo non significhi tenuta buona durante la settimana. Vorrei far notare che al sesto posto è arrivato anche da noi The Chosen – Ultima Cena, con 281mila euro. Questo tipo di film ha assolutamente un pubblico anche da noi. Forse l’ho già detto, ma i miei genitori guardano questa serie in TV. Evidentemente ha un seguito anche da noi. La classifica prosegue con film in tenitura. Biancaneve ha quasi raggiunto i 7 milioni di euro complessivi, e Follemente, al decimo posto, ha quasi raggiunto Perfetti Sconosciuti. Davide Dellacasa Gli incassi non possono che aver rallentato dopo tutte queste settimane, diventate mesi. È arrivato a 17.271.000 euro. Perfetti Sconosciuti è a 100.000 euro di distanza, quindi non un divario incolmabile. Bene, con questa chiacchierata sul box office abbiamo finito. Ma io vorrei dire una cosa… Andrea Francesco Berni Aspetto con ansia, anche se di solito facciamo l’analisi a posteriori, di vedere come andrà Sinners. Non è un film per famiglie, ma potrebbe sorprendere. Ryan Coogler con Black Panther stupì tutti. Sono curioso: è un film originale, di genere… chi lo sa. Non dico nulla, ma aspetto con ansia la prossima settimana per analizzare l’andamento, soprattutto negli Stati Uniti. Davide Dellacasa È un film che ha molti punti di forza. Sono d’accordo con te. Può riservare sorprese. Speriamo. Meglio vanno i film, più siamo contenti. E poi ci sono film, come dici tu, che hanno dalla loro parte l’originalità, il fatto di non appartenere a una franchise o proprietà intellettuale nota. Sono i film più difficili, e siamo ancora più contenti quando vanno bene. Davide Dellacasa Quindi, con questa nota su Sinners, passiamo agli argomenti successivi. Ci tenevamo a parlare di due cose nei dieci minuti che ci restano: l’effetto delle trade wars, come le chiamano, sul mondo dell’intrattenimento e del cinema… Davide Dellacasa …è chiaramente l’appuntamento fisso di tutte le puntate, perché parlare di intelligenza artificiale è stato centrale negli scorsi mesi e lo sarà ancora di più nei prossimi. Questa settimana abbiamo avuto due interviste, coperte in modo diverso, a due personaggi chiave dell’industria: Donna Langley di Universal e James Cameron. Ho trovato entrambi i contributi molto interessanti. Il punto di vista di Donna Langley è chiaramente quello di un executive, quindi più razionale, ragionevole, a tratti anche rassicurante. Quello di James Cameron è stato un po’ diverso: ha spiegato il perché di alcune sue mosse e decisioni. Cameron, non lo dimentichiamo, è sempre stato avanti nell’innovazione: non ha mai fatto niente in cui non ci fosse anche un contenuto di innovazione tecnologica nel modo di raccontare le storie. Andrea Francesco Berni A me stupisce perché uno è un executive e l’altro un grandissimo creativo. L’executive commenta la situazione attuale, cerca di calmare un po’ le acque o i toni. Il creativo guarda avanti. Se penso a quello che dice Donna Langley – e cioè che magari si è fatto un po’ troppo rumore in maniera prematura sul fatto che l’intelligenza artificiale potrebbe creare danni enormi all’industria – mi sembra quasi un commento anche agli scioperi che ci sono stati. Forse sottintende che questi scioperi hanno causato più danni loro di quelli fatti dall’AI. Dall’altra parte c’è James Cameron, che è un creativo, teoricamente tra quelli che scioperavano – anche se lui è principalmente un regista, quindi di scioperi non ne ha fatti. Però lui guarda avanti, dice: “Il nostro ruolo è guardare non a domattina, ma a fra sei, dieci anni”. È stato un po’ lo scopo degli scioperi: portarsi avanti su alcune tematiche e stabilire dei paletti. Paletti che ora si confrontano con la realtà. Questa settimana c’è stata una prima sentenza nella battaglia legale tra Alcon e Warner Bros./Tesla. Se ti ricordi, durante una presentazione Tesla vennero usate immagini che ricordavano pesantemente Blade Runner 2049. Alcon, proprietaria dei diritti, denunciò. È arrivata una sentenza che circoscrive al copyright, lasciando fuori il trademark. Quindi, da questo punto di vista, è più una vittoria per Tesla e Warner Bros. che per Alcon. Nei prossimi mesi ne arriveranno altre. La legge segue anche un po’ i regolatori, secondo me, e con quello che sta capitando negli Stati Uniti non stupiamoci se alcune decisioni future saranno discutibili, magari proteggendo i giganti che sostengono una certa parte politica. Non voglio buttarla sulla politica, però sono abbastanza convinto che certe decisioni legali seguano quello che succede a livello legislativo. Ora che passano gli anni dai primi scioperi e dalle prime decisioni, la realtà bussa alla porta. Si capirà se quei paletti erano messi bene o male, se erano eccessivi o meno. Credo che protezione eccessiva non ce ne sia. Non so se sei d’accordo. Davide Dellacasa Non lo so. L’abbiamo già detto altre volte. È chiaro che il tema dell’intelligenza artificiale non può essere arrestato. L’interesse è andato oltre, anche per motivi politici come dicevi tu, non solo economici. È come all’inizio di Internet: tutte le aziende mettevano la parola “internet” e guadagnavano +10, +20, +30 in Borsa. Era la parola magica. Oggi è l’AI la parola magica. Da quando ChatGPT ha fatto i suoi primi vagiti digitali, è diventata centrale. È diventato anche un tema politico forte: “L’AI è strategica per il paese”, dicono. Allora siamo disposti a soprassedere su alcuni temi, come il rispetto dei diritti d’autore. Al di là della tecnicalità, leggevo dei dibattiti sulla questione Studio Ghibli e le immagini AI generate in quello stile. C’è chi dice: attenzione, puoi proteggere un’opera, non puoi proteggere uno stile. È una tecnicalità non banale, perché la protezione riguarda un singolo fotogramma o immagine, non uno stile che è più indefinito. Diventa difficile, se non impossibile, proteggerlo con le leggi attuali. Davide Dellacasa Frenare l’AI sarebbe più che altro una questione di rispetto per il lavoro del passato, per chi ha creato determinate cose – e in questo caso anche uno stile. Però non so quanto sarà davvero possibile. Anche perché questa è una disruption che riguarda tutte le professioni. Oggi chiunque, a seconda del mestiere, può mettersi a fare il lavoro degli altri. Tu sai scrivere ma non programmare? Qualcuno può programmare per te. Io non so scrivere ma so disegnare? Qualcuno scrive per me. Hollywood, per com’è strutturata, dovrà fare i conti con tutto questo. Anche il dibattito sugli sceneggiatori: ci sono le associazioni, sì, ma perché un producer non potrebbe scrivere, aiutato da uno strumento che scrive per lui? Andrea Francesco Berni Soprattutto se nel frattempo viene picconato il concetto stesso di sindacato, come già sta succedendo in altri ambiti, proprio negli Stati Uniti. È un tema interessante e preoccupante. Va osservato con attenzione, per via della velocità con cui questi cambiamenti avvengono. Ci si approfitta molto di questa velocità, e della lentezza con cui si prendono decisioni legislative. È già successo con i social media, e ora sta succedendo con le piattaforme. Gli Stati Uniti sono andati ben oltre i confini con i loro servizi. Con l’AI, la velocità è esponenziale. Andrea Francesco Berni Quello che deve preoccupare non è tanto l’arrivo dell’intelligenza artificiale generale, ma il predominio in certi ambiti e settori, ben oltre i confini nazionali e le regole. James Cameron, nel suo intervento, fa un aggiornamento interessante: dice che l’AI va usata per rendere efficiente Hollywood. La parte generativa va un po’ messa da parte, perché per quanto riguarda la creatività lui stesso dice: “Ne riparliamo quando un film fatto totalmente con l’AI vincerà l’Oscar.” Ma per rendere più efficienti gli effetti speciali – evitando di licenziare persone, cosa che lui sottolinea molto – è un’esigenza, perché i film costano troppo. E potrebbero costare ancora di più, come commenteremo adesso insieme. Davide Dellacasa Esatto. Potrebbero costare ancora di più anche per l’altro capitolo: le trade wars. Appena iniziate, dopo mesi di annunci. Le tariffe sono arrivate… e il giorno dopo sono state tolte. Ci sono già polemiche, giustamente, su chi ha guadagnato tanto in quel giorno di crollo seguito da un giorno di rialzi. Con un teaser di annuncio da parte di un presidente che… non è esattamente un segno di gestione trasparente. Andrea Francesco Berni Sai, se la SEC esistesse ancora… ma a quanto pare pure quella è stata presa di mira. Davide Dellacasa Esatto. Quindi: che effetti potrebbero avere queste trade wars sul mondo dell’intrattenimento? Tanti. Pochi. Dipenderà anche da come reagirà il resto del mondo. Se ci concentriamo solo sulla Cina — che è rimasta la più “punita” da Trump — è chiaro che già ne volevano pochi, di film americani. Avevano cominciato a riprenderne un po’ di più recentemente… ma adesso? Non è che mi metto a guardare i tuoi film e a darti un mercato enorme in questa situazione. Davide Dellacasa Qualcuno dice: in fondo Hollywood aveva già in parte rinunciato al mercato cinese. Non facevano più le stime considerando la Cina come una volta. C’è stato un grande momento, se ti ricordi, in cui portava davvero tanti risultati. Transformers, per esempio… Andrea Francesco Berni Ci ho pensato anch’io! L’ora ambientata in Cina in Transformers! Dicevi: “Ma quando finisce questo pezzettino?” Che poi pezzettino non era… Davide Dellacasa Eh, esatto. Ma al di là di questo, è chiaro che potrebbero esserci effetti anche sulla distribuzione dei servizi digitali. Quello che preoccupa è la riduzione degli investimenti pubblicitari, che ha un impatto a monte su tutta l’industria dei media, non solo sul cinema. Davide Dellacasa Leggevo che in questo momento protezionistico, qualcuno si lamentava — arrivando anche all’Europa e a noi — dell’obbligo delle quote di produzione nei mercati nazionali. Un altro tipo di imposizione, non è una tariffa, ma è comunque una forzatura verso le piattaforme internazionali. Che dall’altra parte pagano pochissime tasse nei nostri territori. Quindi anche lì, insomma: momento di grande incertezza. Andrea Francesco Berni Sì. Sottolineiamo che negli ultimi anni Hollywood ha iniziato a produrre sempre più film all’estero, non negli Stati Uniti. In Canada, dove vengono girati tre quarti delle serie TV — soprattutto quelle di ABC e Disney — ma anche nel Regno Unito e in Ungheria. Andrea Francesco Berni Questi sono tutti paesi verso cui ora c’è una certa aggressività. L’Ungheria, forse, no: non era presente nella lista dei dazi. Ma per tutti questi paesi, avere grandi produzioni americane significa posti di lavoro. Allo stesso tempo, però, ci sono possibilità di prendere di mira settori fondamentali. Andrea Francesco Berni Penso alle piattaforme streaming, che hanno attraversato i confini con estrema facilità. Sono il settore attraverso cui si fa il soft power nel XXI secolo. L’altro ieri ho visto G20, film di Amazon MGM arrivato su Prime Video. Un film che è invecchiato nel momento stesso in cui è uscito. C’è questo presidente degli Stati Uniti, interpretato da Viola Davis, eroina action contro un terrorista che vuole usare l’intelligenza artificiale per convincere il mondo a investire in cripto… È completamente ribaltato. Mi ha divertito un sacco, però a proposito di soft power sarà interessante vedere come reagiranno i creativi americani a ciò che sta succedendo. Andrea Francesco Berni Sul piano economico, dipenderà molto da come si reagirà. Perché è più “facile”, o meno dannoso politicamente, per certi governi prendere di mira i servizi piuttosto che l’industria siderurgica. Andrea Francesco Berni L’Unione Europea sta già prendendo decisioni pesanti contro Apple e altri giganti tech. Potrebbero decidere di accelerare su questa strada. E i famosi tech bros, amici di Trump, potrebbero scottarsi. Andrea Francesco Berni Mi ha stupito vedere che i media americani — quelli che seguiamo noi, tutti in mano a Penske — hanno commentato che le tariffe non avranno un impatto fortissimo su Hollywood. Io non ne sarei così convinto. Quando l’inflazione rischia di schizzare e gli americani già si lamentano che il cinema costa troppo… Davide Dellacasa Costa tanto… La realtà è che la mossa di Trump mi sembra servisse a far vedere come potrebbe essere il mondo se decidesse di andare avanti con questa strategia. E poi aprire al negoziato con tutti. È un po’ un “dividi e impera”, come messaggio. Un messaggio sicuramente aggressivo, mettiamola così. Ma sugli effetti reali, bisognerà vedere caso per caso, che tipo di accordi si otterranno. Con la Cina ha mantenuto una tensione molto forte. Con l’Europa la situazione è diversa: bisogna vedere se l’Europa sarà unita o meno nel negoziare. Per ora tanta incertezza. Nei su e giù, soprattutto in Borsa, c’è chi ci guadagna tanto e si sistema per anni. E quindi non noi, e neanche le media company, che sono già in crisi. Andrea Francesco Berni Per il crollo della raccolta pubblicitaria sui canali televisivi “vecchi”, e stanno cercando di capire se possono fare spin-off. Se nel frattempo crollano in Borsa, questo non li aiuta. Davide Dellacasa Ma infatti è quello il punto. Al di là di tutto, quello che preoccupa di più — almeno secondo quel che si legge — è che, se si va verso una recessione, crollano gli investimenti pubblicitari. Che erano già in discesa fisiologica. Il digitale ha sempre sostituito solo parzialmente quegli investimenti. E anche lì, la stragrande maggioranza va a Google, Meta, oggi anche TikTok. Le grandi piattaforme digitali. La situazione è un po’ sempre la stessa. …Senti, io direi che ci abbiamo provato a dire qualcosa, in questa situazione di incertezza. Magari tra una settimana sarà tutto completamente diverso. Il mondo cambia tutto. E a questo punto: buona settimana a tutti. Buona settimana di Pasqua. Alla prossima.