Il Podcast di Cineguru: dal weekend cinematografico alla stagione delle trimestrali Cineguru Podcast by cineguru - Gennaio 20, 2025Gennaio 21, 20250 Podio italiano al box office, TikTok torna online, Trump verso la Casa Bianca, Netflix apre le trimestrali. Ecco il nuovo episodio del Podcast di Cineguru. Loading the Elevenlabs Text to Speech AudioNative Player...Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa e Robert Bernocchi commentano il weekend cinematografico appena concluso, che vede sul podio un terzetto tutto italiano: Io Sono la Fine del Mondo, L’abbaglio e Diamanti. Spazio anche per il box office americano, con la bella sorpresa One of Them Days. Negli Stati Uniti, inoltre, Donald Trump si prepara a tornare alla Casa Bianca, mentre TikTok è tornato accessibile dopo essere stato oscurato per alcune ore. Infine, questa settimana segna il ritorno della stagione delle trimestrali. La prima società a comunicare i dati sarà Netflix: cosa dobbiamo aspettarci? Potete ascoltare il Podcast di Cineguru nei seguenti player. Potete ascoltare il podcast anche ai seguenti link: Spotify Ed ecco anche l’intera trascrizione del podcast: Questa trascrizione è stata generata tramite un servizio di trascrizione. La versione attuale potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere soggetta ad aggiornamenti Davide Dellacasa Ciao a tutti, ciao Robert. Buongiorno, come va? Robert Bernocchi Buongiorno. Bene, grazie a te. Davide Dellacasa Bene, bene. Senti, niente, torniamo al nostro appuntamento del lunedì mattina: niente ospite, commento al box office per la gioia dei nostri ascoltatori e, soprattutto, delle nostre ascoltatrici che, se saltiamo questo appuntamento, insomma, sentono la nostra mancanza. Robert Bernocchi Si strappano i capelli. Davide Dellacasa No, anzi, siamo contenti che ci siano comunque degli ascoltatori assidui che vogliono sentire cosa ne pensiamo del box office della settimana. Robert Bernocchi Gli vogliamo bene! Davide Dellacasa Assolutamente sì. Sbaglio, o non c’è stato un solo giorno dall’inizio dell’anno in cui il box office sia stato inferiore a quello del 2024? Perché, così a occhio e croce, mi pare di ricordare, seguendo Cinetel su Instagram, che ogni giorno fosse comunque migliore rispetto all’anno precedente. Robert Bernocchi Sì, insomma, per quanto riguarda il 2024 possiamo essere molto contenti, ma per quanto riguarda il pre-pandemia, un po’ meno. Perché, comunque, ritornare a quei livelli, inutile dirlo, richiede il cinema americano. Il cinema americano, nonostante chi ci raccontava che fosse solo un problema di scioperi, ha un problema anche strutturale. Se a gennaio qualcuno pensava, e forse a ragione, che l’uscita più importante fosse Wolfman, ecco, abbiamo sicuramente un problema. Ma appunto, è un problema proprio strutturale delle major, che hanno deciso che certi periodi possono essere trascurati senza problemi. Per fortuna, però, c’è il cinema italiano. Davide Dellacasa Eh, per fortuna c’è il cinema italiano, perché insomma, è da Natale, dalla fine dei titoli delle feste, eccetera, che il cinema italiano regge il nostro box office. Questa settimana c’è anche una nuova uscita, ma diciamo che la sorpresa dell’anno, ne abbiamo già parlato la settimana scorsa, è sicuramente Io sono la fine del mondo. Robert Bernocchi Eh sì, perché insomma, non era scontato che ci fosse un aumento questo weekend. È vero che sono aumentate le copie, ma insomma, non era scontato che quest’aumento di incassi fosse evidentemente frutto anche di un passaparola positivo, di un target che sarei molto curioso di conoscere nei dettagli, ma che credo sia sicuramente molto più giovane rispetto a quello che normalmente riesce a catturare il cinema italiano. Quindi, ci sono stati altri 2,6 milioni incassati dal film, che si avvicina ai 6 milioni. A questo punto, sicuramente diventerà uno dei maggiori incassi degli ultimi cinque anni, anche se è meglio forse aspettare il terzo weekend per fare pronostici più accurati. Però è un grandissimo successo, lancia un comico nuovo sul grande schermo, che era esattamente ciò che serviva, perché erano davvero anni che non c’era un comico nuovo. Tra l’altro, non deve neanche il suo successo a qualche programma televisivo, ma soprattutto al suo impegno teatrale, riuscendo da anni a riempire i teatri d’Italia. Davide Dellacasa Anche se ho visto uno dei suoi video in cui diceva di essere molto arrabbiato per questa poracciata, che per andare a vederlo a teatro dobbiamo spendere 50 euro, mentre al cinema solo 7. Dovrebbe organizzare delle uscite evento a 15 euro, tipo l’opera lirica. Robert Bernocchi Magari uno dei suoi spettacoli teatrali portato come evento, effettivamente no, ma come dire, anche quando dice cose che sembrano assurde, c’è sempre qualcosa di interessante dietro. E in tutto questo, abbiamo avuto l’esordio de L’Abbaglio, che è molto importante, perché confrontandolo con un’operazione simile, ossia La stranezza, che aveva gli stessi protagonisti, Piccara e Piccone, e Tony Servillo, c’è stato un aumento di incassi di 200.000 euro. La stranezza aveva esordito con 1.100.000, mentre Baglio ha aperto con 1.300.000. Vedremo ovviamente se terrà lo stesso ritmo. La stranezza aveva tenuto benissimo, con un moltiplicatore tra primo weekend e dato finale addirittura di 5, anzi forse qualcosa in più. Quindi possiamo confidare che questi film continueranno a tenere bene anche il prossimo weekend. Chi ormai tiene in maniera impressionante, e per il quale ormai abbiamo finito gli aggettivi, è Diamanti, che almeno in una settimana ci regala un altro milione. È arrivato a 14 milioni, e a questo punto direi che forse chiuderà sui 16-17 milioni, che è ovviamente un risultato straordinario. Sostanzialmente, stiamo parlando di numeri simili a quelli di Perfetti sconosciuti. Davide Dellacasa Sì, sì, assolutamente. Con un genere completamente diverso. Robert Bernocchi Questo è molto importante. Ovviamente c’è una parte comica nel film che è assolutamente interessante, ma c’è anche una parte autoriale, perché è decisamente un film di Ozpetek. Tuttavia, c’è anche un’anima molto popolare, che raramente si vede nel cinema italiano, ed è anche, paradossalmente, snob, soprattutto nella presenza di Mara Venier e nella sua promozione. Vi assicuro, da persona che lavorava in distribuzione, che convincere i talenti italiani a partecipare a programmi come Domenica In non era facile, sembrava quasi una punizione per qualcuno. Adesso, non dico che il segreto sia andare a Domenica In, così come non è il segreto andare da Fazio; se fosse così semplice, tutti sarebbero bravi a incassare. Però, in questo caso, quando fai un film popolare, il vero problema di fondo è che è molto difficile riuscire a fare un film popolare. Davide Dellacasa Sì, è molto difficile fare un film popolare, e poi il segreto, come dici tu, non è un segreto valido per ogni titolo. I segreti, insomma, anche qui, sono un po’ la stessa promozione fatta per tutti, che può essere un problema quando invece ti devi connettere al tuo pubblico. Ci sono canali corretti, e in questo caso mi sembra che, come dici tu, sia stato più che corretto essere lì. Comunque, su Diamanti, anche lì, ne abbiamo parlato anche con Laura, e c’è da dire che è un film che ha puntato a quel pubblico. Per arrivare a questi numeri, inevitabilmente ha attratto anche altri. L’abbiamo detto, ci ha dato anche un pubblico giovane. Insomma, è probabilmente uno dei casi più interessanti, e se vuoi, forse meno sorprendenti di Angelo Duro, sicuramente, non lo so, anche se magari non ci aspettavamo questi livelli. Robert Bernocchi Insomma, ecco, diciamo che quello che si dimostra è che, a un certo punto, quando un film inizia a funzionare e evidentemente piace, come in questi due casi, poi i benefici si allungano. Non si tratta solo di un buon primo weekend, ma anche di una tenitura importante. Davide Dellacasa Senti, dietro ci sono un po’ di cose da segnalare. Forse l’avevamo già detto, ma Mufasa ha superato Oceania, cosa che nei primi giorni forse non avremmo dato così per scontata, soprattutto all’uscita. Se non sbaglio, questo è anche un dato globale, alla fine. Mi sembra di aver letto così tra le migliaia di titoli che ti passano davanti durante le giornate. È comunque importante il risultato di Nosferatu, anche se ne abbiamo già parlato, però continua a essere molto, molto solido. Robert Bernocchi Sì, assolutamente. Intanto, sia Mufasa che Oceania 2 hanno ovviamente superato i 20 milioni, che è un traguardo fantastico per entrambi. Il fatto che Mufasa abbia superato Oceania è abbastanza inedito a livello di incassi mondiali, perché negli Stati Uniti, in Francia e in altri paesi Oceania ha fatto ovviamente molto meglio. Peraltro, questo weekend a livello internazionale Oceania ha finalmente superato il miliardo di incassi. Quindi, considerando che Mufasa probabilmente chiuderà sui 650 milioni, si capisce che nel resto del mondo la distanza era invece un po’ più marcata. Mufasa, secondo me, è un caso interessante perché quando era partito, soprattutto in America, sembrava un flop, visto che ci si aspettava un esordio maggiore. Poi è cresciuto molto, soprattutto in America, tanto da fare un moltiplicatore di 6 rispetto a quell’esordio. Anzi, ormai, a questo punto, direi che chiuderà almeno con un moltiplicatore di 7. Forse c’è anche un po’ questo pregiudizio per cui ormai la Disney deve sempre fare un miliardo di dollari, qualsiasi cosa faccia uscire. È vero che questo film è un prequel di un altro che ha incassato un miliardo e 600 milioni, quindi erano anche aspettative incomprensibili. Però, come al solito, quando una pellicola Disney non soddisfa le aspettative e magari fa 650 milioni, che tra le grandi tragedie della vita, non è la peggiore. Davide Dellacasa Sì, c’è di peggio tra le grandi tragedie della vita, come quando si commentano certi risultati dei film Marvel, che non possono essere tutti Endgame, ma comunque ottengono risultati di tutto rilievo. Dispiace per Wolf Man, l’hai scritto, è chiaro che è un risultato deludente. Negli Stati Uniti forse meno deludente, nel senso che non è così negativo in assoluto quanto magari in proporzione alle ambizioni del titolo, rispetto a quel contesto e al rilancio dei Mostri Universal. Da noi, invece, un po’ peggio. Robert Bernocchi Sì, direi che una cosa interessante è che in questi anni abbiamo visto Blumhouse dominare il mercato dell’horror, ma soprattutto riuscire a tirar fuori sempre nuovi prodotti che trovassero un pubblico e che ottenessero ottimi rapporti tra budget e incassi. Forse qualcosa è venuto un po’ meno nell’ultimo anno, tant’è che, giustamente, come dicevi tu, ottimo risultato per Nosferatu, che è un prodotto Universal, ma è un prodotto Focus Features, non Blumhouse, e purtroppo invece Wolf Man ha ottenuto un dato decisamente inferiore. È anche forse un problema dell’horror, nel fatto che, a un certo punto nel 2023, avevamo una serie di titoli horror da grandi incassi, e forse lì c’è stato un eccesso di produzione che ancora vediamo. Nel 2024, infatti, l’horror ha portato incassi importanti, però su un numero di film sicuramente maggiore rispetto a quello a cui eravamo abituati. Dobbiamo anche fare un po’ di attenzione, perché è vero che con questa tipologia di budget, anche Wolfman è costato 25 milioni, quindi, per carità, nessuno perde realmente soldi una volta che arrivano anche gli sfruttamenti successivi. Però bisogna forse trovare un equilibrio. E diciamo che quest’anno la cosa interessante è che anche Blumhouse ha tutta una serie di sequel che probabilmente funzioneranno bene. Vediamo come andrà quest’anno, sono molto curioso di vedere come si evolverà il genere. Davide Dellacasa Sul finire dell’anno scorso abbiamo visto molti casi di horror che ci hanno sorpreso, ma sono state sorprese di fine anno, perché, come dici tu, nel corso dell’anno ne sono usciti molti di più rispetto al 2023. Quindi, se vuoi, è vero che sono statistiche che, alla fine, possono essere interpretate in vari modi, perché dentro ci sarebbero altre considerazioni da fare oltre alla media, ma la media è stata molto più bassa e i titoli che hanno davvero funzionato sono stati meno. L’anno inizia bene con Nosferatu, perché comunque, per quanto sia un horror, come dici tu, sì, ma fino a un certo punto, perché è chiaro che attrae anche un altro tipo di pubblico, e anzi, lascia forse il fan dell’horror un po’ deluso. Mi viene da dire “ragazzino”, perché anche io l’ho visto con dei ragazzini e chiaramente hanno detto “Ma non è l’horror che mi aspettavo”. È un genere da tenere sotto sospensione, forse ce n’è stato troppo, forse questo non vale per gli Stati Uniti, ma vale da noi. È chiaro che questo fine settimana, come dici tu, penso che il target più giovane sia stato attratto e polarizzato ancora da Io sono la fine del mondo. Robert Bernocchi Sì, assolutamente. In questo senso, poi, la data di uscita è fondamentale, quindi Nosferatu ha sfruttato bene l’arrivo al primo gennaio, e insomma, i risultati si sono visti. Davide Dellacasa Senti, a meno che tu non abbia qualche altra curiosità, perché, insomma, ci sono un po’ di cose magari da notare che io non ho notato, come sempre. Robert Bernocchi Io volevo segnalare solo una cosa sul box office americano, che abbiamo accennato a varie cose, ma c’è questa commedia al femminile black che sembra il classico prodotto che normalmente uno direbbe “No, non fatelo più, mandatelo direttamente in streaming”, che si chiama One of Them Days. È partita molto bene in questi tre giorni, con un budget molto basso di 14 milioni, e sembra anche aver avuto un ottimo gradimento a livello di chi l’ha vista. Quindi si può sperare in un buon passaparola. Ecco, mi fa piacere che ci sia un prodotto diverso dal solito, in un panorama in cui, già solo presentare una commedia al cinema in America, è diventata quasi una cosa complicata. Ovviamente, non avrà nessun effetto da noi, non so sinceramente neanche se uscirà, ma insomma è un piccolo tassello in una varietà di film che sarebbe auspicabile vedere nel 2025. Bene, d’accordo con… Davide Dellacasa Sì, sul fatto che fa piacere vedere le commedie, l’anno scorso, a inizio anno, non proprio all’inizio, ma insomma, cos’era, febbraio, abbiamo avuto una piacevole sorpresa da una commedia americana. Sono d’accordo con te, ce ne vorrebbero di più. No, volevo chiederti se eri contento che il Presidente stia per inaugurare il suo mandato salvando cose, e in questo caso che abbia salvato TikTok negli Stati Uniti. Robert Bernocchi Sì, sì, nel senso che comunque alla fine è ovviamente un punto di riferimento per tantissimi negli Stati Uniti e nel mondo. Nel mondo, ovviamente, non c’era pericolo, ma negli Stati Uniti ha vissuto qualche ora di oscurità. Mi chiedo cosa otterrà il Presidente in cambio, perché insomma, il Presidente è nuovo, non è il tipo da regali. Essendo un imprenditore, vorrà qualcosa in cambio, e sarebbe bello che in questi quattro anni la Cina iniziasse un po’ ad aprirsi, perché al di là delle preoccupazioni per la sicurezza nazionale, che non sono folli, il fatto di avere una realtà come TikTok che dipende dal governo cinese con tutto quello che comporta, è un tema da considerare. Sarebbe bello che realtà come Netflix, Facebook e tante altre potessero entrare e fare affari in Cina, insomma. Banalmente, una reciprocità tra aziende cinesi e americane. Non sarà facile, non credo che avverrà, però vediamo se succede il miracolo. Davide Dellacasa Io non so, non sono un complottista su questa cosa di Trump. Chiaramente il salvataggio di TikTok, come dici tu, è stato offline veramente pochissime ore. Giusto il tempo di far pubblicare su Instagram qualche necrologio da parte di tantissimi ragazzini che mostravano, non solo ragazzini, la schermata in cui ti diceva addio. È stato giusto il tempo di fare quella per poi far arrivare il salvataggio, quindi più che altro sembra una mossa di comunicazione ben studiata anche questa. No, però di complotti guardavo che una cosa che mi… tra le tante cose lette su TikTok in questi anni, una cosa che mi fa sempre sorridere sono quelli che raccontano che mentre nel resto del mondo TikTok ci fa solo vedere balletti e cose, insomma, che poi non è vero, ma è sicuramente prevalente. Dicono che in Cina ti fa vedere solo storie edificanti, tutte storie che parlano di impegno… sarei curioso di vedere un account cinese, forse ci vorrebbe anche poco a farlo e a vederlo, però non so, perché lì è complicato, e vedere se effettivamente il mio feed in Cina sarebbe pieno di un altro genere di contenuti. Ma detto questo, sì, vabbè, staremo a vedere, perché poi a livello di rapporti Stati Uniti-Cina c’è ben altro in ballo. Però è vero che, come dici tu, qualcosa in cambio ne verrà. Da quello che hanno detto, qualcosa in cambio l’ha anche già avuto, in qualche modo. E questo è uno dei mali del nostro tempo, di quanto le campagne elettorali siano influenzate da come è cambiata la comunicazione, da quanto è diventato prevalente l’influenza che i social media possono avere su tutti gli argomenti, compreso questo. Dico il “male” perché poi, insomma, ne abbiamo parlato tante volte: è chiaro che i social sono la sede di contenuti più superficiali, che quindi non esplorano la complessità, che invece andrebbe esplorata dietro a determinati fenomeni. Robert Bernocchi Sì, peraltro parlando sempre dei rapporti Stati Uniti-Cina, ho scoperto stamattina che la fusione tra Paramount e Skydance, che ancora deve essere verificata dalle autorità competenti, ha un piccolo problema in più. Io non sapevo che Skydance avesse anche tra gli azionisti una società cinese, una delle maggiori aziende tech del mondo, Tencent, che però il governo americano considera anche un’azienda militare cinese. Il che ovviamente crea qualche problema. Davide Dellacasa Vuoi dire che fra un po’ chiuderanno Paramount e poi Trump la salverà? Robert Bernocchi Beh, potrebbe creare un problema se necessario. Ma alla fine credo che, come molte altre operazioni che avverranno nei prossimi quattro anni, saranno sicuramente più facilitate dalla nuova amministrazione. Però c’è questo aspetto interessante: Tencent avrà una percentuale inferiore al 5% nella nuova società Paramount-Skydance e non avrà diritto di voto. Quindi, per carità, non influenzerà molto, ma comunque è curioso vedere come la Cina ritorni non solo nei social, ma anche nelle grandi major americane. Poi, questa settimana, ricomincia la magnifica stagione delle trimestrali che ci interessa sempre molto. Ovviamente, la prima società a comunicarci i dati è Netflix, che credo in questo caso sarà l’ultima volta in cui ci darà il numero di abbonati finali, con i dati sia totali che probabilmente suddivisi per regioni, se non altro per non farci fare i conti da soli. Come abbiamo già detto, questo fa capire che Netflix non prevede grandissime crescite di abbonati nei prossimi mesi o anni. A un certo punto, infatti, la spinta che c’era con la stretta sulle password verrà meno, quindi l’aspetto davvero importante diventa monetizzare sugli abbonati esistenti, magari aumentando i costi degli abbonamenti o spingendo un po’ più persone verso la versione con pubblicità. È un aspetto interessante che fa riflettere sul fatto che ci sia un tetto alla crescita degli abbonati. Se Netflix inizia a fare questo ora, che non ha ancora raggiunto i 300 milioni di abbonati, per gli altri sarà ancora più difficile, considerando che nessun altro è minimamente vicino a numeri simili. Anche Disney Plus ha numeri decisamente più bassi, quindi vedremo con grande curiosità come andrà. Davide Dellacasa Esatto, che dati ci daranno? Perché non pensi che nello storytelling di Netflix a questo punto cosa prenderà il posto di quel dato? Le ore viste? Robert Bernocchi No, non credo che ci sarà qualcosa che prenderà il posto di quel dato, semplicemente Nel senso che la cosa su cui si porrà maggiore enfasi saranno, diciamo, numeri più da bilancio aziendale, quindi i ricavi e i profitti e il free cash flow, questi dati qui, insomma, in cui Netflix peraltro in questi anni ha sicuramente migliorato molto ed è cresciuta e ovviamente pensa di crescere ancora. Davide Dellacasa Bene, allora aspettiamo questa prima trimestrale e le successive con curiosità e diamo appuntamento alla prossima settimana. Robert Bernocchi Eh sì, buona settimana a tutti. Davide Dellacasa Buona settimana a tutti.