Cinema 2024: Il dinamismo dietro alla stabilità Analisi Articolo Box Office Italia by Michele Casula - Gennaio 9, 2025Gennaio 10, 20251 I dati Cinetel confermano i buoni risultati del 2023 e l’integrazione di CinExpert rivela l’ulteriore spinta data dal pubblico under25 Loading the Elevenlabs Text to Speech AudioNative Player...La conferenza stampa Cinetel svoltasi il 9 gennaio ha delineato un bilancio dell’annata cinematografica appena conclusa all’insegna della stabilità (rispetto al 2023). L’intorno dei 70 milioni di presenze registrato nel 2024 perde poco più di un punto percentuale (ancora meno in termini di box office) e, pur scontando ancora un ritardo rispetto al pre-pandemia (-24% sulla media ingressi del 2017-2019), va letto come un risultato decisamente positivo, espressione di quello che va ormai considerato come un nuovo mercato, che si colloca in uno scenario competitivo profondamente mutato. Chi scrive ricorda perfettamente che a margine della conferenza stampa dello scorso anno, che consuntivava una stagione trainata da C’è ancora domani, Barbie e Oppenheimer, le prime domande dei giornalisti sollevavano dubbi ed incertezze in prospettiva 2024 ascrivibili alla debole probabilità di trovarsi di fronte ad un podio così importante. Dubbi ancora più profondi vertevano sul ruolo che avrebbero potuto giocare le produzioni italiane, vista la fortissima concentrazione registrata nel 2023 sul film di Paola Cortellesi (e nessun altro titolo italiano in top 20). Se guardassimo al mero contributo dato dal leader del mercato theatrical, il 2024 parrebbe ancora più concentrato, con i 6,4 milioni di ingressi di Inside Out 2 che rappresentano il 9,2% del totale, mentre i 4,8 milioni espressi nel 2023 da C’è ancora domani (che a fine corsa arriverà a quasi 5,5) rappresentavano il 6,9%. Se però guardiamo alla concentrazione di presenze a livello di top 3/5/10/20, il 2024 è sempre sotto rispetto al 2023, delineandosi come un’annata decisamente più corale, anche in termini di apporti dati dalle produzioni italiane che, pur lontane dal podio (il primo titolo in classifica è Il ragazzo dai pantaloni rosa al decimo posto), collocano ben 6 film in top 20 dove troviamo anche Parthenope, Un mondo a parte, Diamanti (protagonista di un’ottima prosecuzione di percorso anche nel 2025), Io e te dobbiamo parlare e Succede anche nelle migliori famiglie. L’altra peculiarità del mix tipologico dei titoli più performanti del 2024 deriva dalla rinnovata centralità dei family che, oltre a Inside Out 2, vede l’apporto di Oceania 2 (al secondo posto), Cattivissimo Me 4, Mufasa: Il re leone e Kung Fu Panda 4, tutti in top 10, cui si aggiunge Il robot selvaggio (al 17° posto). È anche grazie alla rinnovata articolazione dell’offerta a misura dei giovani spettatori (e delle rispettive famiglie) che matura un forte consolidamento delle presenze dei 3-14enni (+31% rispetto al 2023). A rivelarlo solo i dati di CinExpert; strumento Cinetel preposto alla profilazione degli spettatori attivo dalla fine del 2021 grazie alla collaborazione fra Vertigo research (che ha lanciato lo strumento in Francia nel 2016) ed Ergo research. È grazie ad un impianto da oltre 30.000 interviste/anno che è possibile cogliere segnali di dinamismo anche dietro l’apparente stabilità dei numeri su admissions e box office. Con il balzo fatto registrare nell’ultimo anno, i 3-14enni hanno quasi azzerato la forbice rispetto alla media 2017-2019 (dalla quale li separa ormai un -5%), mentre i 15-24enni si confermano assoluti protagonisti del mercato theatrical con 17,2 milioni di ingressi, che rappresentano un +26% rispetto alla media dei coetanei nel pre-pandemia. Avete letto bene: in un mercato che nel suo insieme sconta ancora un -24% di ingressi rispetto alla media 2017-2019, i 15-24enni viaggiano al +26% (sì, quelli che la vulgata di settore voleva tutti “smartphone e Netflix”) ed i 3-14enni scontano solo un -5%. È in virtù di queste dinamiche che l’insieme degli under25 esprime il 43% dello sbigliettamento complessivo contro il 35% dei 25-49enni (che invece sono in calo anche rispetto al 2023, in particolare con la componente 25-34 che fa segnare un -20% anno su anno). Fermi al 22% dello sbigliettamento complessivo i 50+, con la componente 50-59 che perde il -13% in un anno ed i 60+ che si confermano su volumi simili (-2%) ma che rispetto al pre-pandemia sono al -56%. Nel 2024 gli over50 hanno staccato oltre 13 milioni di biglietti in meno rispetto alla media 2017-2019. Per i 25-49enni il ritardo è di quasi 12 milioni. Gli under25 sono in vantaggio di quasi 3 milioni (grazie al saldo attivo dei 15-24enni). Sono queste le principali dinamiche che sottendono l’apparente stabilità dei macro-numeri. E sono dinamiche preziose, perché esprimono il rinnovato protagonismo del pubblico giovane ed il loro guardare alla sala come “luogo delle novità”. Interessante anche il fatto che il prodotto di punta della cinematografia nazionale per il 2024 sia Il ragazzo con i pantaloni rosa con la sua capacità distintiva di dialogare proprio con il pubblico giovane (ma anche con il segmento genitoriale e adulto in genere). L’altro elemento positivo ascrivibile alla cinematografia italiana è quello di aver espresso una forte capacità di ingaggio del pubblico femminile (che nel complesso ha perso il 6% rispetto al 2023 mostrandosi portatore di una domanda parzialmente inevasa); vale per Parthenope (interessante anche per un baricentro anagrafico relativamente basso), Un mondo a parte e, (su un pubblico più adulto) per Diamanti e Vermiglio (senza scordarsi, all’estremo opposto, l’ottimo lavoro fatto sui giovanissimi anche da Me contro Te – Operazione spie). Anche le produzioni italiane ad accentuazione maschile riescono a graduare l’ingaggio su base anagrafica, con un pubblico più giovane che ha premiato I soliti idioti 3 – Il ritorno, la posizione piuttosto accentrata di Io e te dobbiamo parlare (fatto non scontato per questo tipo di commedia), mentre hanno lavorato su un pubblico progressivamente più adulto Napoli – New York e Berlinguer – La grande ambizione. Gli obiettivi del sistema dell’offerta (e in particolare di quella italiana) devono continuare a muoversi su un doppio binario: intercettare quote di domanda del segmento dei giovani spettatori che esprimono il nucleo dei nuovi alto-consumanti, allargando ulteriormente il mix di prodotto (e di generi) da inserire nelle loro scelte. stimolare il pubblico più adulto che, nell’aggregato degli over25, ha ancora 25 milioni di ingressi da “restituire” al mercato. Il primo elemento della sfida è favorito dalla maggior apertura dei giovani verso le esperienze extra domestiche e dal loro trovarsi in una fase più matura del rapporto con le piattaforme (meno bulimica e più selettiva), mentre l’ingaggio del pubblico adulto da un lato può sembrare favorito dal fatto che, “storicamente”, si tratta di un segmento che guarda con un occhio di riguardo al prodotto italiano… ma attualmente gli over50 esprimono la quota più significativa dei neo-avvicinatisi alle piattaforme e ai reel, in una fase ancora esplorativa e lontana dalla saturazione. L’elemento più incoraggiante risiede tuttavia nel fatto che nessun segmento di pubblico manifesta pregiudizi negativi verso l’esperienza del cinema in sala, e la giusta offerta (ben veicolata) finisce con l’attivare la “propria” domanda con una velocità e profondità propria dei mercati più dinamici. Altro che fine del cinema in sala…