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Il podcast di Cineguru: dal weekend cinematografico alle novità targate Amazon

Nel nuovo episodio del podcast di Cineguru si analizzano i successi del weekend cinematografico e le novità streaming, con un occhio ai titoli in arrivo e le strategie di Amazon.

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Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa e Robert Bernocchi commentano il weekend cinematografico appena concluso, in cui sul podio troviamo le new entry Venom: The Last Dance e Parthenope, seguiti da Il Robot Selvaggio.

Anche i dati di Smile 2 e Megalopolis si sono rivelati molto interessanti, in un weekend in cui è difficile trovare note negative.

Guardando al futuro, novembre si prospetta come un mese ricco di titoli importanti, con l’arrivo di Oceania 2 e Il Gladiatore 2. Tuttavia, sappiamo già che il confronto con lo scorso anno sarà complesso, dato che tutti questi titoli dovranno competere con l’enorme successo di C’è Ancora Domani.

Oltreoceano, meritano attenzione i risultati ottenuti da titoli come Conclave e We Live in Time.

Per quanto riguarda lo streaming, si discute delle ultime novità targate Amazon. Quali sono i piani per il futuro? Puntare a portare più film in sala, una strategia che si affianca a quella di distribuire i film anche sui canali broadcast.

Cosa indicano queste mosse per il settore?

Potete ascoltare il Podcast di Cineguru nei seguenti player.

Potete ascoltare il podcast anche ai seguenti link:

Ed ecco anche l’intera trascrizione del podcast:

Questa trascrizione è stata generata tramite un servizio di trascrizione. La versione attuale potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere soggetta ad aggiornamenti

Davide Dellacasa

Buongiorno, ciao Robert.

Robert Bernocchi

Buongiorno, come va?

Davide Dellacasa

Bene, dai. Niente, godiamoci questo fine settimana, o meglio questo lunedì, in cui possiamo parlare di un più trenta rispetto all’ultimo fine settimana e un più trenta rispetto all’anno scorso, perché Perché non durerà, nel senso che è un mai una gioia, perché poi nelle prossime settimane avremo da confrontarci con i risultati dell’anno scorso di C’è ancora domani, cioè in realtà già a questo fine settimana, ma C’è ancora domani non partì così forte e ebbe poi un proseguimento fantastico. Però dai, questo fine settimana con l’uscita di Venom e di Parthenope, bene.

Robert Bernocchi

Sì, per una volta non è facile trovare note negative riguardo al weekend. Magari ci proveremo comunque, ma seriamente, possiamo dire che c’erano due titoli forti, e questi hanno funzionato molto bene. Venom ha ottenuto un risultato migliore del secondo capitolo, il che non era affatto scontato. Questo si evince anche dai dati americani, dove si nota una forte flessione rispetto al secondo film.
Per quanto riguarda il film di Sorrentino, è partito molto bene. Tuttavia, è difficile confrontarlo, poiché abbiamo È stata la mano di Dio, che non forniva risultati chiari essendo una produzione Netflix, e dall’altra parte l’esperimento di Loro 1 e Loro 2, che rende il paragone complicato.
Dobbiamo tornare indietro di quasi dieci anni a Youth, che era partito comunque forte. Ho notato che, soprattutto quel sabato e domenica, il tempo era brutto. Pertanto, il film ha iniziato a livello di primi due giorni con quei dati. Possiamo sperare in un risultato finale molto importante, ma ovviamente vedremo come sarà accolto dal pubblico. Per ora, insomma, diciamo che va molto bene.

Davide Dellacasa

Sì, molto bene. Come ricordavi, con le anteprime, il weekend ha totalizzato un milione e nove, e con le anteprime siamo sopra i due milioni. Non ci si può certo lamentare. Tuttavia, non è il migliore esordio di un film italiano quest’anno, perché, se non sbaglio, I soliti idioti lo supera di poco. Anche Succede anche nelle migliori famiglie, come scrivevi questa mattina, è uscito nel fine settimana della Befana, un periodo molto favorevole.
In generale, si tratta di un ottimo risultato. Venom, come hai notato, sta andando meglio da noi in proporzione che negli Stati Uniti. Negli USA ha avuto un esordio chiaramente buono, sopra i 50 milioni, ma al di sotto delle aspettative e degli altri due capitoli.

Robert Bernocchi

Sì, secondo me la grande lezione di Venom, in questo terzo capitolo, non riguarda tanto gli incassi, che probabilmente saranno i più bassi di tutta la trilogia. Quanto piuttosto il fatto che Sony ha dimostrato intelligenza nel contenere il budget a una cifra assolutamente ragionevole per una saga che ha portato grandi risultati.
Credo che questa sia una lezione importante da tenere a mente per tutto il cinema di blockbuster americano, ma forse anche per quello italiano. Negli ultimi anni abbiamo visto grossi aumenti di budget che, in alcuni casi, non sono stati coerenti con gli incassi ottenuti.
Invece, il caso di Venom dimostra che anche un prodotto che non parte fortissimo sul mercato nordamericano, come i precedenti, può comunque generare profitti, poiché non è costato così tanto come ci si poteva aspettare. Questa mi sembra un’ottima lezione da tenere a mente.

Davide Dellacasa

Al terzo posto troviamo ancora Il Robot Selvaggio, che sta reggendo bene sia da noi che negli Stati Uniti. È una conferma che questi film mancano al mercato e che, quando sono presenti, ottengono buoni risultati.

Robert Bernocchi

Eh sì, ha una tenuta molto buona, considerando che lo scorso fine settimana è stato un po’ favorito dal brutto tempo. Ha ottenuto un risultato superiore all’esordio di due settimane fa. Perdere solo il 41% significa che il film sta piacendo, e come hai accennato, questo tipo di prodotti mancano nel mercato. Sinceramente, non ci sono molte alternative e non ne avremo di forti fino all’arrivo di Oceania 2.
Anche Smile 2 ha tenuto bene, perdendo il 42% e superando già il risultato del primo capitolo in Italia. Con una buona tenuta, potrebbe avvicinarsi e superare i 3 milioni nel prossimo weekend, un dato importante. Tuttavia, a livello mondiale, sicuramente raccoglierà meno del primo capitolo. Questo lo stiamo già osservando sul mercato nordamericano, dove non raggiungerà i 105 milioni ottenuti dal primo film.
Devo dire che mi sorprende molto Megalopolis. È vero che perde un po’ di più, il 52%, ma rispetto ad altri crolli del film di Coppola in altri paesi, la tenuta è buona. Finora ha conquistato 1,2 milioni, sostanzialmente il miglior dato europeo, solo leggermente dietro la Francia. È importante notare che il mercato francese è molto più forte del nostro e il film era stato presentato a Cannes, offrendo un ulteriore vantaggio promozionale.
Insomma, è un weekend in cui fatichiamo a trovare note negative.

Davide Dellacasa

Bene anche gli altri film italiani nella top ten stanno andando bene. Vermiglio ha raggiunto 2,2 milioni e Iddu è quasi arrivato a 2 milioni. Sì, hai ragione; la sintesi è che fatichiamo a trovare note negative.

Robert Bernocchi

Sì, è l’unica cosa su cui ho delle riserve. Questo l’abbiamo già detto la settimana scorsa, ma ho l’impressione che stiano uscendo troppi film italiani destinati a un pubblico adulto, over 40. Questi sono sicuramente prodotti importanti.
Nel prossimo fine settimana, usciranno due titoli molto significativi: Berlinguer e il nuovo film di Muccino, che probabilmente si rivolge più ai giovani. Tuttavia, Muccino è un regista che ha dimostrato di saper attirare il pubblico in sala, in particolare quello di quarantenni e cinquantenni.
Questa è forse la mia unica preoccupazione per le prossime settimane. Spero di sbagliarmi e che ci sia spazio per tutti.

Davide Dellacasa

Sono molto curioso di Muccino e, in particolare, del suo film “Fino alla fine”, che esce questo weekend di Halloween, durante il lungo weekend festivo. Affronta la concorrenza di alcuni film horror interessanti, come Longlegs, che ha sorpreso negli Stati Uniti, e The Substance, di cui sto apprezzando molto la comunicazione negli ultimi giorni, almeno nella mia bolla.
Il problema, come sappiamo, è che viviamo in una bolla. Io, in particolare, sono piuttosto isolato dal resto del panorama. Ad esempio, so che Johnny Depp è stato ospite da Fazio solo perché ho visto un contenuto sui social riguardante un nostro Disclaimer Week fatto alla Festa del Cinema. Altrimenti, non seguo la televisione e vedo solo quello che accade nei social media.
Sono quindi molto interessato ai risultati di questi film, anche per curiosità. Nella mia bolla, Fino alla fine sta andando molto bene. È un titolo che ho visto lavorare molto bene online, e anche se non ho alcun legame diretto con esso, rappresenta un Disclaimer importante.
Chiaramente, come dici tu, dalla comunicazione emerge che questo film punta a un pubblico diverso rispetto a quello a cui siamo abituati.

Robert Bernocchi

Sì, sicuramente questo rappresenta un bel test per Muccino. È importante sottolineare che ci lamentiamo spesso, e a ragione, del fatto che il cinema italiano produca poche opere significative per un pubblico under 40. Questo film potrebbe essere un’occasione molto interessante, quindi speriamo che possa funzionare.
Un’altra osservazione sul weekend è che ci sono ancora film nella top 10 che incassano meno di 100.000 euro in tutto il fine settimana. Considerando che siamo già a ottobre, questa situazione è piuttosto inquietante.

Davide Dellacasa

Ma come? C’eravamo riusciti ad arrivare quasi alla fine del box office.

Robert Bernocchi

Eh lo so, però non ce la faccio, cioè devo trovare qualcosa di negativo, dai.

Davide Dellacasa

Mi ero già pentito di aver iniziato dicendo che il fine settimana è stato ottimo, considerando che ci aspettano i prossimi. La nota negativa, infatti, è che Cattivissimo Me è ancora in top 10, ma ha incassato meno di 100.000 euro, giusto?

Robert Bernocchi

Devo dire che anche l’ottavo e il nono film in classifica hanno incassato poco più di 100.000 euro. Tuttavia, novembre si presenta ricco di titoli importanti. Io punto soprattutto su Oceania 2, ma ci sono anche altri film, come il sequel del Gladiatore, che potrebbero funzionare molto bene.
Inoltre, i titoli che abbiamo menzionato, come quelli di Muccino e Berlinguer, escono tecnicamente a ottobre, ma il loro sfruttamento vero e proprio avverrà a novembre.
Il peso del film di Cortellesi, che, pur non essendo una nuova uscita, ha ottenuto 4-5 weekend consecutivi a livelli da blockbuster americano, sicuramente avrà un impatto. I titoli per far bene a novembre ci sono, anche se avevo sperato lo stesso per ottobre e non abbiamo avuto conferme straordinarie. Speriamo quindi che novembre ci soddisfi!

Davide Dellacasa

Bene, senti, come al solito, non so se ci sia molto da aggiungere sul box office americano, ma abbiamo notato che Venom ha incassato meno dei due capitoli precedenti. Due notizie interessanti, però, riguardano Conclave, che ha avuto un buon esordio alla Festa del Cinema di Roma. È un film che potremmo definire un po’ “vecchio stile”, ma sta ricevendo recensioni e commenti del pubblico estremamente positivi.
L’altro titolo interessante, almeno in prospettiva per noi, è We Live in Time.

Robert Bernocchi

Sì, sono due titoli che, ovviamente, non sono blockbuster, ma che comunque stanno facendo bene e possono continuare a farlo, grazie a un passaparola decisamente positivo. Tuttavia, dimostrano che anche sul mercato nordamericano ci sono alcune difficoltà. Infatti, questi titoli occupano i primi 5 posti con incassi di 5-6 milioni di dollari, il che indica un periodo un po’ sottotono. Fino a ottobre ci aspetteremmo risultati più forti.
Le differenze rispetto al 2023, soprattutto per Stati Uniti e Canada, sono notevoli e peggiori rispetto ai confronti che possiamo fare con il nostro mercato. Questo non è certo una notizia positiva.
D’altro canto, a novembre ci sono una serie di titoli forti per il botteghino italiano, e i blockbuster americani dovrebbero avere un impatto anche sui loro mercati. Ci auguriamo che questo risollevi il botteghino anche oltreoceano.

Davide Dellacasa

Sì, leggevo ieri che Wicked ha delle prevendite altissime. Se non erro, Fandango ha affermato che sono le seconde più elevate dopo quelle di Deadpool & Wolverine di quest’anno. C’è quindi grande attesa e un’incognita riguardo a questo titolo, tra gli altri.

Robert Bernocchi

In effetti, Wicked rappresenta un’incognita per noi, ed è per questo che non l’abbiamo citato in precedenza tra i film fortissimi in arrivo a novembre. Tuttavia, è senza dubbio un film che potrebbe dare un contributo significativo al nostro botteghino. Questa possibilità rappresenta un ulteriore motivo per essere fiduciosi.

Davide Dellacasa

Bene, ascolta. Con questo fine settimana in cui non abbiamo praticamente trovato note negative e con una certa fiducia per novembre, passiamo a parlare delle piattaforme.
C’è qualche novità interessante sul fronte delle piattaforme, come la notizia di una catena di fast food negli Stati Uniti che sta lanciando un’app con contenuti per famiglie. Non ricordo il nome della catena, ma ho letto di numeri fantastici riguardo a questa iniziativa. Tuttavia, il capo del progetto ha espresso una certa malinconia, affermando che lo streaming è ormai l’equivalente di un Happy Meal in termini di brand extension. Insomma, sembrano avere soldi da spendere in questa avventura.

Robert Bernocchi

Al di là di questa parentesi, parlando di piattaforme più serie, mi ha colpito un’intervista fatta durante il MIPCOM a Cannes la scorsa settimana. Protagonista dell’intervista è Chris Ottinger, responsabile della distribuzione mondiale di Amazon MGM Studios. Ha sorpreso molti con l’annuncio che l’intenzione di Amazon è aumentare le uscite teatrali, con l’obiettivo di arrivare a 16 titoli entro il 2027.
Va detto che Amazon aveva già fatto promesse simili al momento dell’acquisizione di MGM, ma in effetti non sono state mantenute. Qui sorge una domanda più profonda: non è solo una questione di portare film al cinema, ma anche di come farlo. Se i film usciranno con una finestra ridotta, in poche sale e con poca promozione, allora forse conviene di più farli debuttare direttamente sulla piattaforma.
Un altro aspetto interessante è che ho scoperto che Amazon, in alcuni paesi europei, vende i suoi film originali ai broadcaster televisivi, ottenendo buoni risultati. Per esempio, The Tomorrow War è stato trasmesso su TF1, il principale canale privato francese, con ottimi numeri, anche rispetto ad altri titoli americani passati per il cinema.
Questo mi porta a riflettere sul rapporto tra piattaforme e cinema. È come se le piattaforme sentissero il bisogno di giustificare la loro scelta di non portare film in sala. Questo è particolarmente evidente con Netflix, a cui viene spesso chiesto perché non esce in sala. In questo caso, Netflix sembra affrontare la questione in modo piuttosto diretto. Con quasi 300 milioni di abbonati in tutto il mondo, hanno la possibilità di produrre film esclusivamente per il loro pubblico.
Negli altri casi, tuttavia, la situazione è più complicata. Qui torna in gioco il discorso dei budget. Chi produce esclusivamente per la piattaforma potrebbe dover investire meno. Anche per Netflix, budget elevati da 150 o 200 milioni possono essere difficili da recuperare solo attraverso lo sfruttamento sulla piattaforma. Questa dinamica è certamente un aspetto da monitorare nei prossimi anni nel rapporto tra piattaforme e cinema.

Davide Dellacasa

Siamo sicuramente in una seconda fase delle guerre dello streaming, o meglio, in quella che potremmo definire la fase post-prime guerre dello streaming. Anche se Netflix è spesso considerato il vincitore, ci sono segnali di disaccordo riguardo alla sua valutazione in borsa. Nonostante venga ancora vista come una startup con margini di crescita, sembra che stiamo raggiungendo un plateau nel numero di abbonati.
In questo contesto, stiamo assistendo a una razionalizzazione significativa. Le piattaforme, a causa della necessità di fare i conti, si trovano a dover adattare i loro modelli di business. Questo è particolarmente vero per aziende come Apple e Amazon, che sembrano operare nel settore dello streaming senza una chiara strategia, trattandolo quasi come un’attività secondaria.
Riflettendo su questa evoluzione, emerge un aspetto che abbiamo discusso a lungo: il cinema è visto come un prodotto meno adatto alle piattaforme di streaming rispetto alla serialità. Le piattaforme hanno cambiato il paradigma della serialità in modi che non tutti considerano positivi. Molti preferiscono il modello tradizionale di 24 episodi da 40 minuti all’anno, piuttosto che le attuali stagioni più brevi di 8-10 episodi, dove l’attesa per la seconda stagione può durare anni. Questo porta a una riflessione su come il cambiamento dei modelli di distribuzione influisca sul consumo e sulla creazione dei contenuti.
Quando si parla di riportare i film a una dimensione economica più sostenibile, diventa chiaro che, se non vengono distribuiti in sala, devono costare meno. È un punto cruciale da considerare. Inoltre, come abbiamo accennato in precedenza, Netflix sta cercando di rivedere il modello di compenso per i talenti e i filmmaker.
Recentemente, ho letto nella newsletter di Lucas Show che Amazon sta proponendo a alcuni talenti una compensazione legata al numero di streaming che i loro titoli ottengono sulla piattaforma. Questa è una significativa evoluzione che riecheggia il modello pre-streaming, quando la remunerazione dei creatori era spesso legata alle vendite e ai passaggi in sala.
In sintesi, stiamo vivendo una transizione interessante e complessa nel panorama delle piattaforme di streaming, che richiederà a tutti gli attori coinvolti di adattarsi e trovare nuovi modelli di business.

Robert Bernocchi

Sì, perché poi il modello che è stato imposto dalle biblioteche in questi anni è costoso, soprattutto per loro. Questa idea che puoi acquisire tutti i diritti e, per farlo, devi pagare una premium fee è un po’ come se stessi pagando una tassa, in cui tutti i prodotti che compri sono considerati come se fossero e saranno tutti dei successi. Quando, in realtà, sappiamo benissimo che la maggior parte dei prodotti — e questo vale in qualsiasi campo, dal cinema alle piattaforme, fino alla televisione tradizionale — non ottiene risultati straordinari. È ovvio che, a un certo punto, mentre prima magari per attirare i grandi talent servivano, diciamo, degli incentivi molto forti, adesso le piattaforme cercano di riequilibrare i costi. Questo è particolarmente vero per i film, visto che, evidentemente, non si possono spendere quelle cifre per uno sfruttamento che è solo streaming.

Davide Dellacasa

Che è solo streaming e magari limitato a una piattaforma, senza altri passaggi. Mi viene da dire che sono cose di cui ci siamo detti a lungo, insomma, io e te. Poi, probabilmente, non ci hanno ascoltato a Los Angeles. È un onore, e spero che lo facciano.

Robert Bernocchi

E hanno fatto male.

Davide Dellacasa

E hanno fatto male. Li avremmo fatti risparmiare. Va bene, dai, senti, per questa settimana penso sia tutto. Niente, alla prossima.

Robert Bernocchi

Alla prossima. Buona settimana a tutti.

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