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Chi sarà il successore di Bob Iger?

Per il ruolo di CEO Disney, si fanno i nomi di Dana Walden, Alan Bergman, Josh D’Amaro e Jimmy Pitaro. Ma la soluzione potrebbe essere molto più semplice…

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Da quando Bob Iger è tornato a dirigere la Disney nel 2022, una delle grandi questioni fondamentali è stata: chi sarà il suo successore? Ovviamente, questo è motivo di dibattito per almeno due motivi. Intanto, la successione di Iger è stata una procedura complessa già nel suo primo mandato, contrassegnato da continui prolungamenti del suo contratto. E peraltro, anche in questo caso Iger si è visto allungare di due anni il suo mandato, che doveva scadere a fine 2024 (e che quindi invece terminerà alla fine del 2026). La seconda ragione è che – tra l’Iger I e l’Iger II – c’è stata la parentesi di Bob Chapek, forse criticato anche oltre i suoi demeriti, ma che sicuramente non ha funzionato come sperato.

Insomma, non c’è dubbio che trovare un successore all’altezza sarà un compito fondamentale, sia per Iger che per il Consiglio di amministrazione Disney. Vediamo quindi quali sono i candidati principali, tutti già importanti dirigenti della Disney. Ma prima di analizzare i loro punti di forza e di debolezza, una premessa indispensabile. C’è questa strana idea per cui, per dirigere Disney, società impegnata in tanti settori importanti e complessi (cinema, televisione broadcast e pay, streaming, parchi a tema, merchandising, ecc.) ci voglia un esperto di tutti questi campi. Ma è semplicemente impossibile trovarlo ed è una pretesa illogica. D’altronde, lo stesso Iger veniva da una lunga esperienza televisiva, ma, per esempio, non aveva mai lavorato nel mondo del cinema.

Ora, vediamo di capire chi sono i papabili all’ambitissimo ruolo di CEO Disney, partendo da una ricca e utilissima analisi fatta dall’esperto Entertainment Strategy Guy per The Ankler (si tratta di una newsletter a pagamento).

Se si dovesse cercare un favorito al momento, anzi una favorita, è Dana Walden, che assieme ad Alan Bergman è Co-Chairman di Disney Entertainment. Come spiegato nell’articolo, Walden “supervisiona l’intero portafoglio Disney relativo ai media di intrattenimento, notizie e contenuti a livello globale, compresa l’attività streaming di Disney”.

Qualcuno la ritiene la favorita semplicemente perché è donna, sottintendendo che la scelta di Disney (che ancora viene considerata ‘woke’ dai superficiali e ultrapoliticizzati) sia ‘sociale’ e non per merito. Significa sottovalutare pesantemente le doti di questa professionista, in grado di superare l’acquisizione effettuata da Disney di Fox, dove lavorava e che è stata colpita da numerosi licenziamenti (e se lei è rimasta, evidentemente qualcosa sulle sua capacità vuole dire).

L’aspetto che sembra più interessante del suo profilo professionale, è che ricorda molto quello di Bob Iger, con una grande esperienza televisiva. Ma, soprattutto, altro tratto che condivide con Iger, quello di essere brava con i talent, un elemento fondamentale per chi deve far partire il ‘volano’ delle aziende Disney dai film cinema (e in questo aspetto Bob Chapek – ricordiamo la sua polemica pubblica con Scarlett Johannson – non era eccellente).

Va detto che – nonostante i tanti riconoscimenti alle produzioni Disney ai recenti Emmy – non si può dire che i risultati di ascolti sia per ABC che Hulu (bene Shogun e The Bear, ma tanti altri prodotti sono veramente poco visti) siano fantastici. E tocca sempre ricordare come Iger, solo un anno fa, aveva detto che la televisione non sarebbe stata il futuro di Disney…

L’altro candidato forte è il già citato Alan Bergman, che “supervisiona l’intero portafoglio di attività Disney nel campo dei media e dei contenuti di intrattenimento a livello globale, compresa l’attività streaming di Disney, e Disney, Walt Disney Animation Studios, Pixar Animation Studios, Marvel Studios, Lucasfilm, 20th Century Studios e Searchlight Pictures”.

Sicuramente, il fatto che si occupi della parte cinematografica (ma anche dello streaming nel mondo) è già di suo un aspetto importante, adesso che Iger è ritornato a considerare il theatrical come centrale nel business Disney (dopo che Chapek aveva fatto scelte decisamente più orientate verso Disney+, come il passaggio dei film Pixar sulla piattaforma senza andare prima in sala), lo è ancora di più. E i recenti risultati theatrical (Disney sta dominando gli incassi mondiali 2024 grazie a titoli come Inside Out 2 e Deadpool & Wolverine) sono sicuramente una bella carta da giocare per Bergman. A suo sfavore, il fatto che gestisce queste attività theatrical come unico responsabile solo dal 2021 e quindi si può discutere della sua esperienza ad altissimi livelli.

Non sono invece molto convinto che gli altri due candidati indicati da Entertainment Strategy Guy abbiano grandi possibilità, ma magari mi sbaglio. Josh D’Amaro è il responsabile dei parchi tematici e delle Experiences, che dirige “Il settore aziendale Esperienze Disney, che comprende Walt Disney Imagineering, Parchi Disney, Disney Signature Experiences, Disney Cruise Line e Disney Consumer Products”.

Sicuramente, i vertici credono in lui, altrimenti non potrebbe gestire un piano di investimenti per i parchi da 60 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. I parchi a tema continuano a essere una miniera d’oro per Disney (anche se negli ultimi mesi hanno dato qualche segnale di fatica, ma è comprensibile dopo che le persone che avevano viaggiato/consumato molto dopo la fine della pandemia adesso stanno tornando a livelli normali) e non c’è dubbio che D’Amaro stia svolgendo un buon lavoro.

La mia grossa perplessità è se i vertici vogliono puntare nuovamente, dopo quanto fatto con Chapek, sul responsabile di questo settore, che ovviamente non si è mai occupato prima di cinema e televisione (così come non ha familiarità a trattare con i talent). Peraltro, con 60 miliardi in ballo, perché rischiare di dover trovare un sostituto di D’Amaro a gestirli? Insomma, mi sembrerebbe una scelta complicata.

Ma l’opzione più improbabile mi sembra sicuramente quella di Jimmy Pitaro, che è il “Responsabile delle operazioni e delle attività finanziarie di ESPN, uno dei tre segmenti di business principali di The Walt Disney Company”.

Da una parte, possiamo dire che Pitaro sta riuscendo a mantenere ESPN come un canale fondamentale per il business di Disney, nonostante gli oggettivi problemi del settore della Pay Tv. E’ anche stato impegnato nelle trattative per il rinnovo dei diritti della NFL, del College Football e della NBA (su quest’ultimo fronte, si può discutere se Disney abbia pagato troppo o meno per il recente accordo, che andrà avanti per undici anni).

Di sicuro, temo che l’avventura di Venu (semmai inizierà veramente, già un grosso dubbio) non sarà una bella carta da giocarsi. E, in generale, provenire dal mondo della Pay Tv, in un momento in cui tante aziende vorrebbero sbarazzarsi di queste realtà (o almeno ridurre drasticamente i costi), non è un vantaggio.

Ma quindi, chi potrebbe essere il nuovo CEO Disney? ESG, nel suo articolo, fa una proposta suggestiva, ma temo poco probabile, ossia avere due CEO, uno magari più sul lato creativo, l’altro più concentrato sui numeri (è esattamente la formula di Netflix negli ultimi anni). In questo senso, un’accoppiata Walden-Bergman sembrerebbe l’opzione migliore, vista l’esperienza di lei a livello televisivo/creativo/talent e quella di lui nel cinema e con i talent, ma anche come ex CFO dei Walt Disney Studios.

Ovviamente, c’è anche un’altra opzione, molto più semplice e che francamente è già avvenuta diverse volte nella storia Disney, come indicato sopra: il prolungamento del contratto di Iger. Sarebbe magari un anticlimax, ma di certo non uno shock…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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