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Le piattaforme danneggiano la sala? Parlare di Francia (perché Italia intenda)

Un recente studio francese esamina il nesso tra il consumo di contenuti scripted in abbonamento e la frequentazione delle sale

Le segnalazioni incrociate del mio network hanno portato alla mia attenzione un recente studio francese su “I film e le serie TV sulle piattaforme di streaming” (lo trovate QUI), ma il titolo evoca l’intento di esplorare le retroazioni sul rapporto con la sala cinematografica. A realizzarlo è l’istituto Ifop per conto dell’AFCAE (Association Française des cinémas Art et Essai) e, prima di atterrare sulle dinamiche di consumo di film e serie TV sulle piattaforme da parte degli spettatori francesi, lo studio affronta una serie di temi di grande rilevanza.

Fra le prime evidenze, quella relativa al fatto che il 61% dei francesi è stato al cinema da maggio 2021 ad oggi (ma non è detto che lo abbia fatto almeno una volta in ciascuno degli anni solari interessati).

Altrettanti (62%) sono abbonati ad almeno un servizio fra pay TV e abbonamenti SVOD, ma i due insiemi non sono sovrapposti al 100%. Questo significa che fra gli abbonati ci sono anche dei non moviegoer. È inoltre vero che il periodo interessato dalla pandemia ha visto un sensibile incremento delle sottoscrizioni, ma parte di queste sarebbero arrivate comunque come naturale consolidamento di un mercato che, proprio nel periodo in questione, ha visto lo sbarco di Disney+ (con gli altri player ancora non arrivati alla saturazione). Va peraltro evidenziato che fra i neo abbonati pandemici troviamo anche spettatori che NON andavano al cinema o che avevano un rapporto debole con la sala (i frequent erano arrivati prima, fra gli early adopter).

Queste dinamiche portano ad un’interpretazione meno didascalica di quella che solo apparentemente è l’evidenza-chiave della ricerca. Nell’immagine che accompagna il presente articolo figura il grafico che descrive le risposte alla domanda sull’impatto dell’utilizzo dei servizi in abbonamento sulle frequentazione delle sale cinematografiche, con un’“area rossa” che, fra cessazioni e diminuzioni, supera il 30%; un dato che sembra alimentare un impatto negativo, con nesso causale diretto: più consumi di contenuti scripted in abbonamento = indebolimento del rapporto con la sala. E’ proprio così?

Il 12% sostiene di aver smesso di andare al cinema (dopo essersi abbonato), ma l’item list non consente di segnalare quanti NON ci andavano anche da non abbonati. Per questi (che sarebbero individuabili in sede di analisi) non varrebbe il nesso causale. Non scordiamoci che sul totale dei francesi i non moviegoer sono il 39%: decisamente più di quanti se ne contano fra gli abbonati (anche se tutto il 12% di cui sopra esprimesse cessazioni post-sottoscrizione, ma non è così).

Ci sono poi quelli che dichiarano una flessione (il 29% degli abbonati), ma sempre rispetto al pre-abbonamento che per molti è pre-pandemia, e se ora vanno “meno” un pezzo della spiegazione è anche NELLA pandemia e nelle cautele innescate.

Questo non significa che i consumi scripted su piattaforma siano “neutri” rispetto al rapporto con la sala, ma è troppo semplicistico evocare un trade off diretto. Vale infatti per la Francia come per l’Italia il fatto che l’arrivo delle piattaforme ha innanzitutto fatto crescere la torta dei consumi scripted, soprattutto sul fronte della serialità. Il macro-fenomeno non è dunque quello del “travaso” ma quello della “crescita”, con conseguente affinamento dei paradigmi di gusto ed una differente qualificazione della domanda.

D’altra parte la Francia, con più abbonati alle piattaforme dell’Italia, ha comunque più moviegoer dell’Italia ed un gap di sbigliettamento inferiore. In Francia (ed in Italia ancora di più) c’è comunque un problema di frequenza (meno biglietti in media per moviegoer) e su questo impatta anche il consumo su piattaforma, ma non perché “fa passare la voglia di andare in sala” ma perché “fa venire voglia di vedere prodotti migliori”.

3 thoughts on “Le piattaforme danneggiano la sala? Parlare di Francia (perché Italia intenda)

  1. Io non vado al cinema da più di un anno e ne sono felice. Certo, qualche film lo voglio vedere in sala, ma da cinefilo non guardo doppiato e questo è un grande problema per andare al cinema in Italia. Inoltre, sempre da cinefilo, voglio rispettare l’opera e l’arte cinematografica in sala muore, per questo le piattaforme saranno sempre migliori

    1. E che felicità ci trovi nel far fallire le sale cinematografiche per un vezzo da snob estremista? Se sei cinefilo a cinema ci vai e lo sostieni. Ma di fatti non lo sei. Ogni sala chiusa non riapre. Essere fieri di favorire questa tendenza lo trovo proprio uno schifo.
      Le dimensioni dello schermo in sala sono ineguagliabili da un qualsiasi sistema tv casalingo. E ci sono altre caratteristiche che la rendono un’esperienza molto diversa.

    2. Sarai anche un cinefilo di grande cultura ma non si capisce di cose parli. Che vuole dire che vuoi rispettare l’opera ma l’arte in sala muore? Per quanto riguarda il film non doppiato trovi molta offerta ultimamente un pò ovunque,.

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