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Letta, le priorità del mercato

Intervista all’amministratore delegato di Medusa Film che parla del listino ma anche delle urgenze della filiera tra incentivi e finestre con l’attenzione alla salvaguardia degli interessi dello spettatore

«Il listino è nella migliore tradizione di Medusa Film, una proposta variegata che presenta titoli di diversi generi dalla commedia al lancio di nuovi talenti, fino a film d’autore e pensati per nuovi target. Nella prima parte dell’anno sarà più snello e si intensificherà come proposte nella seconda parte del 2023 in previsione poi del 2024. In questi anni complessi e difficili da interpretare abbiamo privilegiato la qualità e la selezione rigorosa dei film rispetto alla quantità». Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa Film, inizia dal listino l’intervista realizzata con cineguru.screenweek.it nell’ambito delle Giornate Professionali di Sorrento.

Quali sono i film che animano il vostro line up?

«Partiamo da Il grande giorno in uscita il 22 dicembre che segna il ritorno di Aldo, Giovanni e Giacomo dopo Odio l’estate sempre con  la regia di Massimo Venier. Il primo film del 2023 uscirà il 26 gennaio; si tratta de Il primo giorno della mia vita di Paolo Genovesi con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Giorgio Tirabassi, Vittoria Puccini. Dopo Nostalgia, Mario Martone tornerà con il toccante e divertente docufilm su Massimo Troisi, intitolato Laggiù qualcuno mi ama. A proposito di nuove proposte pensate per nuovi target di pubblico, distribuiremo Il viaggio leggendario con la coppia di Youtuber Erick e Dominik. A seguire il nuovo film di Neri Parenti, con Enrico Brignano, Volevo un figlio maschio e il debutto alla regia di Claudio Bisio con L’ultima volta che siamo stati bambini. A Natale 2023 ci sarà il ritorno di Ficarra e Picone sul grande schermo».

E per quanto riguarda i film internazionali?

«Distribuiremo il film indiano candidato agli Oscar, Last Film Show, nei cinema l’8 marzo, una sorta di Nuovo cinema Paradiso; un vero gioiello che abbiamo acquistato direttamente. Per conto di Minerva proporremo il candidato agli Oscar francese, Saint Omer. Di fatto sono tre i film candidati che sono nel nostro listino, considerando anche Nostalgia di Mario Martone su cui stiamo lavorando da più di un mese per la promozione».

Continuerà anche l’accordo con Notorious?

«Certamente. Ci stiamo trovando molto bene con reciproca soddisfazione e andremo avanti anche l’anno prossimo».

Come vede il 2023 cinematografico?

«Ci saranno film e progetti importanti, come stiamo vedendo in queste Giornate Professionali. Ovviamente seguiamo con attenzione l’evoluzione del mercato che, pur con una costante complessità di fondo, sta denotando qualche segnale interessante soprattutto sul fronte italiano. A iniziare da La stranezza di cui siamo felici e orgogliosi per il successo ottenuto che con 5 milioni di box office lo ha portato ad essere il film italiano più visto dell’anno. Anche altri film da Il colibrì a Dante, fino a Il signore delle formiche e l’Ombra di Caravaggio hanno fornito risposte importanti in termini di box office. Ci sono segnali che vanno nella direzione della qualità e della originalità delle storie che impongono a noi che lavoriamo sui progetti futuri riflessioni imprescindibili su quali tipi di target rivolgerci e su quali generi lavorare. Operazione complessa in questa fase di incertezze generali».

Il nuovo governo si è insediato, quali sono le urgenze da affrontare?

«Parallelamente al lavoro che dobbiamo fare noi produttori e distributori sul prodotto da scegliere, distribuire e comunicare – lavoro che richiede sempre maggior attenzione – è fondamentale l’operato da parte delle istituzioni. Abbiamo visto quanto è stato importante il loro supporto durante questi anni di emergenza e dal 2016 con la legge cinema di Franceschini. Oggi abbiamo bisogno di norme e strumenti chiari e snelli, facili da utilizzare. Le priorità, a mio avviso, sono insistere  e consolidare la parte degli incentivi per la  produzione, la distribuzione e l’esercizio, avendo come obiettivo quello di salvaguardare la centralità della sala. Penso a una fiscalità premiante per chi decide di produrre film per il grande schermo e per chi li distribuisce e che possa essere incentivato a promuoverli in modo importante e adeguato. Ci vorrebbe poi una fiscalità premiante per gli esercenti; le sale, oltre a dover scontare i numeri del mercato, oggi scontano anche i costi ingenti di bollette, affitti e inflazione che sono ulteriori elementi di preoccupazione».

Cosa pensa del dibattito sulle window?

«L’altro aspetto prioritario è quello delle finestre. Passati alcuni mesi dalla lettera che sul tema scrivemmo io e l’amministratore delegato di Rai Cinema, Paolo Del Brocco, diciamo che ci sono stati segnali contrastanti. Credo che sul tema, al di là del numero di giorni che dovrebbero avere le finestre, debba essere fatta chiarezza e va studiata una normativa, uno strumento, un accordo che definisca una finestra uguale per tutti i film, italiani e internazionali. Dobbiamo preoccuparci dello spettatore; se il pubblico è disorientato e confuso se un film si può vedere a casa dopo breve tempo, potrebbe essere indotto a non andare al cinema, a meno che non si tratti di un film evento di forte richiamo. Quello delle finestre non è la questione risolutiva dell’affluenza al cinema ma è un fattore da tenere presente».

La stranezza, coprodotto insieme a Rai Cinema e ad altri partner, può rappresentare una formula da ripetere?

«L’esperienza è stata molto positiva. C’è stata una grande sintonia sul progetto, fin dall’inizio e non avevamo dubbi in merito. È probabile che questa formula, su progetti importanti e di un certo peso produttivo, possa essere riproposta in futuro. Credo che lavorare insieme ad altri, così come a livello autroriale, favorisca lo scambio di idee ed esperienze e possa essere stimolante e produttivo».

(foto credit Gianmarco Chieregato)

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