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Il Festival di Venezia e gli incassi

Quanto vale un passaggio al Lido per un film italiano? O, viceversa, le produzioni italiane riescono a sfruttare al meglio questa vetrina? Domande complesse, ma proviamo a dare una risposta…

Inizia questa settimana il Festival di Venezia e, come già fatto in passato, diamo uno sguardo al rapporto tra presenza al Lido e incassi in sala.

Per cercare di trovare delle risposte il più possibile obiettive, vediamo i risultati al botteghino che hanno ottenuto i film italiani passati nelle varie sezioni del Festival, iniziando da quelli passati tra il 2015 e il 2019 (qui l’infografica interattiva):

Ho pensato invece di fare un’infografica a parte per i titoli arrivati nelle ultime due edizioni, considerando che ovviamente non sarebbe del tutto corretto paragonarli a chi è arrivato al cinema prima della pandemia (l’interattiva è qui):

Vediamo intanto le differenze nelle medie. E’ interessante, per quanto possa sembrare anomalo, ma le medie (sia per il concorso, che il fuori concorso) del 2020-2021 sono aumentate (e quella del concorso sarebbe stata anche più alta se fossero stati disponibili i dati di E’ stata la mano di Dio).

E’ crollata invece (è un terzo di prima) la media di Orizzonti, così come un calo molto simile è avvenuto per Le giornate degli autori. Nel primo caso, semplicemente ci sono due titoli veramente ‘piccoli’, più un prodotto come I predatori che ha subìto la chiusura delle sale dopo il suo primo weekend. Nel secondo caso, giova ricordare come la media precedente fosse decisamente influenzata dall’ottimo risultato di Mio fratello rincorre i dinosauri (senza quel titolo, la media 2015-2019 sarebbe meno della metà di quella segnalata sopra).

Per quanto riguarda le due sezioni collaterali, La settimana della critica fa sostanzialmente l’esatto contrario di Orizzonti, e triplica la sua media, grazie ad alcuni film di maggiore visibilità presentati negli ultimi due anni. Tutto questo ci aiuta a dire una verità banale: non contano tanto i passaggi e le sezioni in sé, quanto i film. Alcuni titoli possono essere commerciali di base, altri decisamente limitati (fin dal loro concepimento) a un pubblico di nicchia. Facciamo qualche esempio.

Sono passati in concorso, negli ultimi anni, titoli come Che fare quando il mondo è in fiamme? (34.310 euro), Una famiglia (67.601 euro), Hannah (40.794 euro) e Spira Mirabilis (14.609 euro), che come potete leggere nei dati tra parentesi, non hanno raggiunto i 100.000 euro di incasso. D’altro canto, fuori concorso è passato Tutto il mio folle amore (2,6M), mentre alle Giornate degli autori il già citato Mio fratello rincorre i dinosauri (2,5M).

Una verità un po’ meno banale, è che chiaramente c’è stato un cambiamento nei titoli scelti dal concorso nel 2021. A parte un documentario come Il buco (120.723 euro), l’anno scorso sono arrivati nella sezione principale 4 lungometraggi con budget notevoli e grandi ambizioni in sala, come America Latina (650.583 euro), Freaks Out (2,7M), Qui rido io (1,5M) ed E’ stata la mano di Dio (purtroppo non abbiamo l’incasso ufficiale, ma si può ragionevolmente supporre un dato tra i 3 e i 4M).

In tutto questo, dai numeri presentati nelle infografiche è chiara la forte sensazione di ‘intasamento’, che significa che alcuni film presenti nelle sezioni ‘minori’, se non sono titoli forti di loro, non possono ambire né a un’uscita in contemporanea con il Festival (che, anche fosse, sarebbe praticamente un suicidio), né a sfruttare commercialmente questo passaggio festivaliero anche nei mesi successivi. Insomma, certi dati (anche sotto i 10.000 euro) sono lampanti.

Dove però ho qualche difficoltà, è nel trovare dei titoli italiani che abbiano evidentemente beneficiato del passaggio a Venezia in concorso (va comunque detto che un passaggio a un festival importante come questo, aiuta sensibilmente le vendite estere). Potrei dire forse proprio il film di Sorrentino (che dal Lido è partito per ottenere ottimi risultati in sala e su Netflix in Italia, decisamente meno all’estero, ma che comunque in questo momento è anche l’autore italiano più famoso all’estero e quindi parte da una posizione di vantaggio) e magari anche un po’ Martin Eden e Per amor vostro. Ma non riesco a pensare a un lancio clamoroso e che abbia provocato un risultato straordinario.

Trovo invece più facile trovare titoli che hanno avuto la loro carriera rovinata (del tutto o in parte) dall’arrivo al Lido in concorso. Penso a Suspiria e A Bigger Splash, a Freaks Out (non tanto per l’incasso italiano, più che discreto in questi anni pandemici, quanto per il mezzo massacro nelle recensioni delle pubblicazioni trade americane, che certo non hanno aiutato lo sfruttamento estero), a Piuma (che ha subìto un linciaggio mediatico per i fischi/contestazioni di un paio di persone) e Una famiglia.

L’amara realtà è che spesso, il passaggio a Venezia in concorso è più un rischio che un’opportunità. Eppure, un po’ per i vantaggi nei contributi automatici e un po’ per questioni di ego, difficilmente si rinuncia a un invito in questa sezione.

E a conferma che anche i premi non determinano necessariamente il successo di un film, vediamo gli incassi degli ultimi Leoni d’oro (ecco l’interattiva):

E’ semplice: se il Leone d’oro determinasse (anche solo in parte) il successo economico di chi lo vince, come spiegare la discrepanza tra i dati di Joker (quasi 30M) e quelli di Ti guardo (156.264 euro)? Penso che paradossalmente il premio incida maggiormente su titoli americani già commerciali di loro (penso anche a La forma dell’acqua, 8,6M), che su piccoli titoli, che comunque il pubblico (anche quello più colto) non sembra voler vedere.

Ecco quindi che la situazione e i dati del cinema italiano risultano più chiari. Non è tanto un problema di quanto incide Venezia, considerando che è ormai diventata un’ottima vetrina per certi titoli americani che concorrono ai premi. Va invece ribaltata la questione e segnalato come il problema vero sia quanto il cinema italiano d’essai riesca a essere sufficientemente largo per non puntare solo ai critici a Venezia e a qualche sala di qualità a Roma e Milano. Purtroppo, di solito non ci riesce…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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