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Cattleya, Groenlandia, Picomedia e Wildside chiedono ad Anica un confronto

Al centro della richiesta la rappresentatività della produzione all’interno dell’associazione e una riflessione sullo stato dell’audiovisivo

Momento di confronto serrato nell’Unione produttori Anica. Cattleya, Groenlandia, Picomedia e Wildside – a proposito delle quali nei giorni scorsi si era diffusa la voce, poi smentita, di un’uscita dall’Unione in polemica con il presidente, Benedetto Habib – in un comunicato, chiariscono che «con l’associazione è in atto un importante confronto su alcuni temi di vitale importanza per il settore. Da tempo riteniamo che la capacità di rappresentanza del mondo della produzione audiovisiva da parte dell’Unione in Anica sia carente, e crediamo sia datata la distinzione fra produttori cinematografici e televisivi. Pensiamo, inoltre, sia fuori luogo la commistione fra produttori indipendenti e filiali di servizi media e lamentiamo l’assenza di un adeguato rapporto fra produttori e filiera, sia cinematografica sia di servizi media». Per queste ragioni, le quattro società auspicano una seria riflessione sul prodotto audiovisivo, nel contesto dei cambiamenti e dei trend che stanno avvenendo a livello locale e internazionale: tutto questo con l’obiettivo di far sì che il mercato non solo non si contragga, ma possa continuare a crescere, con impatti positivi sull’occupazione, sull’indotto culturale ed economico italiano: «Credendo fortemente nell’utilità di un confronto, dunque, Cattleya, Groenlandia, Picomedia e Wildside confidano in una definitiva soluzione di questi problemi e auspicano la nascita di uno spazio più inclusivo, una casa di produttori indipendenti, che accolga, sostenga e promuova il dialogo nel nostro settore per discutere le evidenti criticità attuali e le sfide del futuro».

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