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Simone Gialdini: Cinetel, l’evoluzione continua al passo con il mercato

Il neopresidente della società partecipata da Anec e Anica parla dei piani e dei progetti per l’anno: profilazione del pubblico, nuovi servizi e ampliamento del campione

di Stefano Radice

«Il mercato è in costante evoluzione e Cinetel ne segue e accompagna i cambiamenti». Lo dichiara Simone Gialdini, direttore generale Anec e dal 21 aprile presidente della società di rilevazione dati partecipata da Anec e Anica. Il consiglio di amministrazione vede anche la presenza di Davide Novelli (amministratore delegato), Mario Lorini (consigliere), Luigi Lonigro (consigliere), Massimo Proietti (consigliere), Carlo Alberto Bernaschi (consigliere), Roberto Ferrari (consigliere) e Paolo Orlando (consigliere). Continua Gialdini: «Il nuovo consiglio di amministrazione entra in carica con il mercato che sta tornando alla normalità. Il cda annovera sei componenti su otto che erano presenti nel precedente consiglio. Questo aspetto è garanzia del fatto che porteremo avanti il lavoro in continuità con quanto sviluppato durante il periodo pandemico. Se durante i lunghi mesi di chiusura dei cinema si è molto rallentata, inevitabilmente, l’attività di rilevazione dati, dall’altra si è avuto più tempo di studiare come implementare strumenti e servizi».

Quali obiettivi vi ponete?
Ci sono una serie di progetti messi in cantiere nei mesi scorsi e che nei prossimi mesi diventeranno operativi. Gli obiettivi sono tre: allargare il campione di sale monitorate da Cinetel; aumentare il numero di abbonamenti e far crescere i servizi.

Come pensate di allargare la base del campione?
Il processo è già cominciato almeno tre anni fa con il passaggio alle casse automatiche anche da parte delle piccole sale, che sono riuscite così a trasmettere direttamente le loro presenze e incassi; grazie a questo si è ridotto il numero di schermi “non pervenuti” e il campione Cinetel è cresciuto. Rimane, tuttavia, un certo numero di schermi ancora non rilevati, che sono componenti importanti per il mercato; lavoreremo per fare in modo che anche queste sale vengano recuperate.

Cosa si può dire a proposito degli abbonamenti?
Cinetel vuole trasmettere agli operatori il principio che la lettura dei numeri non serve solo per sapere quanto un film o una sala abbiano incassato, ma che sono elementi indispensabili per effettuare analisi approfondite del proprio territorio e area di pertinenza, riuscendo in questo modo a interpretare meglio l’andamento del mercato. Il 16 maggio partiranno una serie di nuove tariffe di abbonamento che riguardano i report giornalieri, settimanali e mensili. Si tratta di prezzi molto ridotti rispetto a quelli del passato; parliamo di poche decine di euro per un abbonamento annuale. Questa iniziativa potrebbe incentivare un maggior numero di esercenti ad abbonarsi.

Come siete riusciti a rivedere al ribasso le tariffe?
Cinetel negli ultimi due anni ha portato avanti una gestione virtuosa e ha effettuato economie di scala importanti, riducendo i costi. Nell’ottica di voler allargare l’utenza ed essere più vicini alle esigenze dei gestori di cinema, abbiamo fatto un investimento sul futuro della filiera proponendo nuove tariffe di abbonamento.

Quali servizi state preparando?
Cinetel è sempre più un punto di riferimento per esercizio e distribuzione, ma anche per la Direzione generale Cinema e audiovisivo, per le produzioni e per chiunque abbia necessità di avere un accesso diretto ai numeri del mercato. Oggi la società raccoglie e distribuisce dati e mette a disposizione uno storico per tutti gli approfondimenti. Oltre a questo dalla filiera riceviamo continue richieste di analisi, numeri e statistiche su determinate zone e città. Per gli operatori accedere a queste informazioni sarà più semplice con l’upgrade del nostro sito web che partirà entro il 2022; sarà possibile effettuare interrogazioni e ricerche molto più approfondite. Un altro servizio che proporremo sarà la profilazione del pubblico. I grandi circuiti hanno reparti dedicati a questo tema e sono autonomi, ma per le imprese medio-piccole potrà essere uno strumento utile per orientare l’attività sul territorio.

Un tema emerso soprattutto con la diffusione delle piattaforme è quello della loro non trasparenza nel fornire i dati.
Esiste il tema di titoli legati a player non primariamente cinematografici, che hanno in passato richiesto l’inibizione del passaggio dei dati su Cinetel. Se tutta la filiera e il mondo dell’audiovisivo riconosce nella sala un valore chiave, è importante che ci sia un orientamento condiviso che preveda un accesso a presenze e incassi. La situazione è in costante evoluzione; realtà che hanno adottato politiche di condivisione dei dati molto limitative, in senso più ampio, stanno progressivamente consentendo la diffusione di informazioni in termini numerici e vogliamo interpretare questa propensione con favore anche per la sfera cinematografica. Visto che da più parti si proclama la forza e la centralità del grande schermo per qualsiasi film, si deve comprendere da parte di tutti l’importanza di condividere le informazioni che dalla sala arrivano.

Quale quota di mercato copre oggi il sistema di rilevamento Cinetel?
Oggi il campione Cinetel copre circa il 96% degli incassi e il 93% delle presenze. Più il numero di sale e cinema rilevati si amplia, più riusciamo a diminuire la forbice tra i dati Cinetel e quelli Siae, che rappresentano il 100% del mercato. Lo sviluppo tecnologico delle biglietterie ha dato un aiuto fondamentale in questo senso; basti pensare che all’inizio della sua storia, a metà anni ’90, Cinetel copriva solo il 70% del mercato.

Nei mesi scorsi, nei report abbiamo visto il passaggio dalla media/sala alla media/cinema. Per quali ragioni?
La media/schermo era diventata ormai un dato che non rispecchiava appieno e concretamente la reale entità di distribuzione di un film, potendo il numero di schermi giornaliero variare in base alla domanda del pubblico, grazie al superamento della pellicola con la digitalizzazione dei sistemi di proiezione. Era un dato che esprimeva un valore preciso quando il mercato era basato primariamente sulle monosale, ma soprattutto il numero di copie di un titolo era ben chiaro e definito. Per questo abbiamo ritenuto che, per rappresentare al meglio il mercato e rispondere all’esigenza di fotografare chiaramente la dimensione di diffusione dei film, avesse più senso, in questo momento, fornire il dato della media per cinema.

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