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David Zaslav e la nuova Warner Bros. Discovery

Un articolo del Wall Street Journal ha fatto luce sulle scelte del CEO della società. Per fortuna, ci sono più luci che ombre…

Non c’è dubbio che David Zaslav abbia voglia di lasciare un’impronta forte nella nuova società Warner Bros. Discovery. E il recente articolo del Wall Street Journal tratteggia un quadro molto interessante per capire meglio così ci aspetta da questa azienda. Vediamo i punti più interessanti, al di là di certa aneddotica (Zaslav inizia a lavorare alle 6, d’altronde Iger si svegliava alle 4.15, più o meno il confronto qui dovrebbe stare alla pari).

Massima attenzione alle spese
“Non vogliamo vincere la guerra a chi spende di più nel campo del direct to consumer, in realtà intendiamo raggiungere il maggior livello possibile di disciplina finanziaria”. Lo aveva detto Zaslav qualche settimana fa e di sicuro non erano parole retoriche.

Non c’è dubbio che, con 55 miliardi di debiti (dei quali una parte provocati da questa fusione), fare attenzione alle spese sia una priorità fondamentale. Ma, in ogni caso, ritengo che le intenzioni di Zaslav siano una svolta nelle guerre dello streaming, che in questi anni sono state una competizione a chi prometteva di investire più soldi, come se fosse qualcosa di cui vantarsi, senza che poi ci dovessero essere risultati economici a supporto. Ecco, con Zaslav penso che sia finita questa epoca e che tutti debbano smetterla di guardare solo alla ‘crescita’ (quasi sempre quella degli abbonati alle piattaforme, a prescindere dal prezzo medio dell’abbonamento e in generale dai profitti). E, a scanso di equivoci, è un’ottima notizia.

Ma cosa si taglia?
Al di là di licenziamenti che ci saranno (o che già ci sono stati, a livello di dirigenti), aspetto sempre molto sensibile e duro per chi è coinvolto (o ha paura di esserlo), è interessante vedere dove si sta tagliando a livello di ‘prodotto’. Per esempio, è da sottolineare come sia stato tagliato un film per lo streaming, The Wonder Twins, perché il budget è stato ritenuto troppo alto per un prodotto realizzato esclusivamente per la piattaforma (peraltro, era di 75 milioni di dollari, una cifra che per Hollywood sarebbe quasi da budget medio). E’ un segnale (magari non decisivo, ma comunque chiaro) che i risultati che si ottengono da un film soltanto su una piattaforma non possono competere con lo sfruttamento tradizionale e che ha inizio nelle sale. Dovrebbe essere un’ovvietà, ma in questi due anni di pandemia è un concetto che è stato messo fortemente in discussione, se non addirittura ribaltato.

Ha poi sconvolto molti l’immediata chiusura di CNN+, che era costata 300 milioni di spese tecniche e promozionali, ad appena un mese dal lancio. Una decisione assolutamente giusta, considerando che il servizio non aveva convinto praticamente nessuno (una CNN in streaming, ma che non dà le notizie in diretta???) e che di base è veramente difficile pensare possa sopravvivere in autonomia (mentre è molto più interessante in un pacchetto che comprenda anche HBO Max e Discovery). Qui, più che sulla scelta di Zaslav, sarebbe il caso di porre l’attenzione sulla bizzarria della precedente gestione, che ha deciso di far nascere il servizio senza preoccuparsi di sapere cosa ne pensasse il nuovo CEO (che in quel momento, legalmente parlando, non poteva intervenire, ma proprio per questo sarebbe stato opportuno aspettare).

Sicuramente, verranno ridotti i prodotti scripted costosi a favore di reality molto economici (d’altronde, è stata la formula alla base del successo di Discovery). Qui, si potrà magari discutere sul fronte della qualità (qualcosa si perderà di certo), ma per far quadrare i conti è la strada giusta. Inoltre, verrà aggiunta una maggiore offerta di sport.

E su cosa si investe?
Per chi crede nella sala (non in maniera retorica, ma sul fronte dei risultati economici), è sicuramente un’ottima notizia la scelta di aumentare i film per il grande schermo, che passeranno a un numero tra i 20 e i 25 (l’anno scorso sono stati 17). Peraltro, è stato appurato che i film cinema funzionano meglio quando arrivano su HBO Max rispetto a quelli realizzati esclusivamente per la piattaforma (qui, con un po’ di onestà intellettuale, va detto che il confronto è scorretto, perché magari il film cinema – se è qualcosa di enorme come The Batman – ha ovviamente un appeal e un budget molto superiore a un film per la piattaforma).

Mi sembra poi naturale pensare che si debba puntare a realizzare dei prodotti legati all’universo di Harry Potter per HBO Max, anzi mi chiedo come mai non siano già in cantiere. In questo senso, è previsto un incontro tra Zaslav e la Rowling.

L’affaire Eastwood
Se c’è un punto dell’articolo del Wall Street Journal che ha fatto molto discutere, è senza dubbio la valutazione di Zaslav sulla scelta di produrre Cry Macho di Eastwood. Il CEO infatti è rimasto perplesso quando gli è stato detto che, nonostante il greenlight al film, i dirigenti Warner non erano convinti che la pellicola potesse portare dei profitti. E quando, per giustificarsi, si è segnalato quanto abbiano portato alle casse della Warner i film di questo regista nel corso di vari decenni, o che Eastwood non abbia mai sforato un budget o un piano di riprese, Zaslav ha sottolineato che “non dobbiamo favori a nessuno” e “si chiama show business, non è il business degli amici”.

Qui temo che la grande attenzione ai costi abbia giocato un brutto scherzo. Intanto, perché, a 35 milioni di budget e considerando l’uscita in contemporanea su HBO Max, non stiamo parlando di un prodotto che perderà soldi a lungo andare (anche grazie agli sfruttamenti dei prossimi decenni). In generale, il discorso fatto sarebbe corretto, ma la Warner ha già pagato la ‘fretta’ di Jason Kilar di far uscire tutto il listino 2021 in day and date senza avvertire nessuno, perdendo una gallina dalle uova d’oro come Christopher Nolan. Se la nuova Warner Bros. Discovery dà l’impressione di non essere una società che accoglie bene i registi importanti, potrebbero arrivare altre defezioni (o, semplicemente, mancati accordi con nomi prestigiosi), al di là del rispetto che si deve a Eastwood, che avrebbe tutto il diritto di non sentirsi felicissimo di questo giudizio sul suo lavoro. Va anche detto che opinioni di questo tipo normalmente dovrebbero rimanere chiuse dentro una stanza e non essere comunicate a un quotidiano da qualche fonte, che evidentemente non voleva far fare bella figura al suo nuovo capo. Ma sicuramente i rapporti con Hollywood sono una questione delicata e che non possono essere giudicati solo in base ai profitti di un singolo film…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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