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I dati trimestrali di Netflix

A causa di previsioni al ribasso per il primo trimestre 2022, grosso calo dopo la chiusura dei mercati. Ma i risultati ottenuti sono comunque importanti…

I dati che Netflix ha comunicato ieri e relativi al quarto trimestre 2021, dimostrano che anche una società in salute può subire contraccolpi in borsa, quando le aspettative di Wall Street sono eccessive e magari anche irrealistiche.

Netflix ha infatti annunciato un aumento di 8,28 milioni di abbonati nel quarto trimestre, appena sotto le sue previsioni di 8,5 milioni, arrivando così a un totale di 221,8 milioni di abbonamenti. Potete vedere la crescita degli abbonati mondiali di Netflix in questa infografica (qui la versione interattiva)

Ma non è stato questo a far calare il prezzo delle azioni nelle trattative dopo la chiusura della Borsa (al momento in cui scrivo, una perdita di addirittura il 20%, che ha portato le azioni al prezzo di 405 dollari, ma è probabile che più tardi ci sia un rimbalzo verso l’alto), quanto invece la previsione che ha comunicato sul primo trimestre 2022.

Infatti, Netflix ritiene che in questo trimestre, l’aumento di abbonati sarà di ‘soli’ 2,5 milioni, ben al di sotto di quanto si aspettavano e speravano gli esperti, con ricavi che saranno in calo (o meglio, ‘solo’ del 10,3% superiori al primo trimestre 2021). In effetti, gli analisti sentiti pochi giorni fa dall’Hollywood Reporter avevano opinioni diverse sui risultati dell’ultimo trimestre 2021. Doug Mitchelson del Credit Suisse e Michael Morris di Guggenheim confermavano la previsione di Netflix di un aumento di abbonati di 8,5 milioni e ne prevedevano rispettivamente 5,8 milioni e 6,1 milioni in più nel primo trimestre 2022.

Invece, Doug Anmuth di J.P. Morgan si aspettava 6,25 milioni nel quarto trimestre 2021 e 5,5 milioni nel primo trimestre del 2022. Molto scettico era invece Matt Harrigan di Benchmark, che riteneva che l’aumento di abbonati sarebbe stato di 7,4 milioni e il prezzo corretto delle azioni sarebbe dovuto scendere a 470 dollari, tanto che consigliava di ‘vendere’.

In particolare, sono interessanti alcuni suoi giudizi. “Siamo preoccupati del fatto che la crescita di abbonati si concentrerà in mercati fuori dagli Stati Uniti e dall’Europa, caratterizzati da prezzi bassi dell’abbonamento. Rimaniamo scettici sul fatto che nessun film evento (se non quelli veramente memorabili in positivo) possa essere efficace come una serie di livello per attrarre nuovi abbonati o dar vita a proprietà intellettuali che lasceranno il segno”.

In generale, finora le previsioni di Bloomberg parlavano di un aumento di abbonati di 24,6 milioni nel 2022, ma sicuramente verranno riviste al ribasso dopo questi annunci. In ogni caso, bisogna ricordare che gli ultimi tre mesi erano già stati particolarmente duri in Borsa per Netflix, considerando che da un massimo di quasi 700 dollari ad azione a fine ottobre, si è passati ai 508 dollari con cui il titolo ha chiuso le contrattazioni ufficiali ieri (senza considerare il calo post chiusura segnalato sopra).

“Stiamo cercando di identificare con precisione perché la nostra crescita non è tornata ai livelli pre-Covid, ma non riusciamo a capirlo”, ha sostenuto il CFO Spencer Neumann. Sono parole interessanti, perché fanno capire come anche sul fronte Netflix ci si attendeva una crescita troppo alta, considerando che il mercato sta diventando saturo e che ovviamente Netflix ha beneficiato molto di un 2020 in cui il numero degli abbonamenti è salito enormemente grazie al Covid (37 milioni di abbonati in più, contro i 18M del 2021). E, in questo senso, è emblematico delle aspettative (alte, forse troppo alte) che ha Hastings, quando ha citato il picco di abbonamenti alla pay tv nel 2014-2015 (100 milioni di nuclei domestici) e ha detto che “l’ultimo terzo è il più duro da scalare”. In ogni caso, Neumann ha dichiarato che “non prevediamo cambiamenti strutturali nel nostro business”.

Per spiegare le ragioni della previsione bassa per il primo trimestre 2022, nella lettera agli azionisti Netflix ha sostenuto che questo dipende anche da una serie di contenuti forti (come la seconda stagione di Bridgerton) che arriveranno solo a marzo.

Ha comunque ragione Sarandos quando sostiene che i fondamentali sono buoni. Netflix ha avuto ricavi di 7,71 miliardi (con un aumento del 16% rispetto all’analogo trimestre 2020), rispettando le previsioni di Wall Street, e superando nettamente le aspettative sull’utile per azione, visto che ci si attendeva 0,82 dollari per azione, mentre nella realtà il valore di questo indicatore è stato di 1,33 dollari. Sarà comunque fondamentale vedere se nel 2022, il timore paventato da Joe McCormack di Third Bridge, ossia il ritorno a un cash flow negativo, diventerà effettivamente realtà.

Ma vediamo nel dettaglio come sono cambiati gli abbonamenti in questo trimestre, nelle quattro macrozone considerate da Netflix. Intanto, un dato molto positivo (e inatteso) è stato l’aumento di abbonati in Nord America (Stati Uniti e Canada), territori ormai considerati ‘maturi’ e con una crescita quasi nulla. In realtà, c’è stato un miglioramento di 1,2 milioni di abbonati (per un totale di 75,2M), che sarà interessante monitorare in questo primo trimestre 2022, per verificare quanto inciderà l’aumento dei costi dell’abbonamento annunciato una settimana fa. In effetti, ora Netflix, nella sua offerta di abbonamento più diffusa, arrivata a 15,49$, è diventato il servizio streaming più costoso sul Mercato, superando i 15 dollari di HBO Max.

Crescita importante in Europa, Medio Oriente e Africa, dove si è passati da 70,5 milioni nel terzo trimestre 2021, ai 74 milioni attuali. E’ ormai questione di tempo (forse proprio alla prossima trimestrale) prima che avvenga il sorpasso sul Nord America.

Ma la crescita maggiore in percentuale arriva dall’Asia, che passa da 30 milioni a 32,6M, con un aumento di quasi il 9% in un solo trimestre. Merito anche – ma questa zona è migliorata molto in tutto il 2021 – del grande successo di Squid Game. Unica nota negativa, il prezzo medio dell’abbonamento per consumatore, passato da 9,60 dollari a 9,26$. Ma qui la recente politica di prezzi (calati moltissimo) in India è sicuramente la causa.

Un dato preoccupante arriva invece dall’America Latina, non solo quello del trimestre (circa un milione di abbonamenti in più, da 38,9M a 39,9M), ma dell’intero anno (solo 2,4 milioni in più rispetto a fine 2020). E’ sicuramente a questa zona che si riferisce Netflix, quando nella lettera agli azionisti, ha parlato di “difficoltà macroeconomiche in alcune parti del mondo”

Va anche sottolineato l’importanza in questi numeri dell’aumento del valore del dollaro sui Mercati mondiali, una notizia negativa per società come Netflix. “Considerando che circa il 60% dei nostri ricavi arrivano fuori dagli Stati Uniti, l’aumento delle quotazioni del dollaro negli ultimi sei mesi ci ha portato a prevedere un minor ricavo di un miliardo di dollari nel 2022”.

Sul fronte degli annunci, è arrivata per la prima volta la conferma ufficiale da parte dei vertici di una seconda stagione di Squid Game. Più che la notizia in sé (decisamente scontata e comunque già rivelata dal creatore della serie), è interessante il modo in cui Ted Sarandos l’ha annunciata. “L’universo di Squid Game è appena iniziato”. E’ un modo per dirci che si potrebbe allargare ad altre serie spinoff?

Riassumendo, ora Netflix sta pagando delle aspettative di Borsa che erano troppo legate a una crescita (quasi) infinita, problema che ha avuto anche Disney qualche mese fa, quando l’aumento di abbonati si è rivelato inferiore al previsto. Personalmente, non vedo motivi di panico, ma sicuramente è un segnale a cui dovrebbero fare attenzione soprattutto le major, che hanno investito pesantemente (in certi casi, direi ‘ossessivamente’) sulle piattaforme, magari a scapito dell’offerta theatrical. Il rischio, come fa capire bene quello che è successo a Netflix nelle ultime 24 ore, è di non poter reggere il peso di aspettative eccessive…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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