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Da Halloween Kills a Freaks Out, il ruolo dei film-evento nel ritorno alle sale

Come sta tornando il pubblico al cinema e cosa serve per convincere sempre più fasce della popolazione a fare lo stesso?

Halloween Kills ha concluso il suo secondo weekend americano registrando un netto calo del 70% rispetto al primo, con un incasso di 14,5 milioni di dollari. In totale ha comunque raccolto una cifra notevole, soprattutto grazie all’esordio da 50 milioni della settimana precedente: 73 milioni in USA e Canada, quasi 91 nel mondo.

Ha così tranquillamente battuto il record di Godzilla vs. Kong (31,6 milioni) del migliore esordio per un film uscito contemporaneamente in streaming. Non solo: ha battuto The Suicide Squad registrando il miglior debutto per un film R-rated (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati) durante la pandemia e A Quiet Place II registrando il miglior debutto per un film horror, sempre durante la pandemia.

Un risultato che ha permesso al botteghino nordamericano di superare i 100 milioni di incasso per il terzo weekend di fila (l’ultimo weekend ha invece registrato un calo del 13%, assestandosi su 95 milioni), lasciando intendere che il quarto trimestre 2021 potrebbe finalmente essere profittevole per le catene di sale per la prima volta dall’inizio della pandemia.

The Wrap ha esaminato il risultato di Halloween Kills per cercare di capire le ragioni che hanno portato il film di David Gordon Green al successo in un momento così complicato. Tendenzialmente si possono riassumere in sei punti:

  • I fan del genere horror amano andare al cinema. L’esperienza comune della sala non è dunque morta come si temeva dopo la pandemia. Ci sono generi che chiedono il grande schermo e l’horror, in particolare, trae vantaggio dalla tensione che si crea in sala durante la visione. Lo dice anche James DeMonaco, regista de La notte del giudizio: gli horror fan tengono vive le sale.
  • Molti di questi fan sono giovani. In USA il problema che le sale si sono trovate ad affrontare è stato quello di convincere le fasce più adulte della popolazione a ritornare. Qui abbiamo avuto un po’ il problema opposto: durante l’estate, titoli come Free Guy e The Suicide Squad, mirati a un pubblico giovane, hanno sofferto perché le fasce più vaccinate, e dunque munite del necessario Green Pass, erano più avanti con l’età. Negli Stati Uniti il Green Pass non c’è e sono i giovani, quelli meno a rischio, a frequentare senza troppa paura le sale. Dai quarant’anni in su, la popolazione ha ancora un certo timore a tornare in luoghi affollati. Per questo il pubblico giovane è stato la principale forza trainante al box office finora, e Halloween Kills, in quanto horror, punta proprio a quella fascia demografica.
  • Quei giovani amano guardare Michael Myers. La saga, pur essendo nata ormai oltre quarant’anni fa, è tornata in auge con il precedente Halloween e dunque è tornata a essere un marchio riconoscibile.
  • Peacock non è abbastanza grande per fare la differenza. Nonostante Halloween Kills abbia debuttato day-and-date sulla piattaforma SVOD di NBCUniversal, quest’ultima non ha ancora i numeri per intaccare più di tanto il risultato.
  • È ottobre. Storicamente, un mese in cui il pubblico gradisce spaventarsi al cinema.
  • Ogni film primo in classifica ha trovato il suo pubblico. È questo il punto che ci interessa maggiormente e che possiamo applicare anche a quanto sta avvenendo in Italia. Ogni film che ha debuttato al primo posto in USA nelle ultime settimane, dunque anche Venom: La furia di Carnage e No Time to Die, ha trovato la sua fetta di pubblico. Gli amanti dell’horror per Halloween Kills e dei film di supereroi per Venom. Nel caso di No Time to Die, il pubblico degli ultra trentacinquenni.

Qui casca l’asino

Ciascuno di questi film ha dunque fatto leva su un pubblico base, di amanti dei rispettivi generi o delle saghe in questione, per poi espandersi verso altre fasce di pubblico grazie al passaparola positivo. Questa tendenza è fondamentale per creare un circolo virtuoso che coinvolga non solamente il “pubblico da blockbuster” che ha consentito ai cinema di ripartire durante l’estate americana.

In Italia la situazione, come detto, è diversa. Ma forse quello che traspare dall’evoluzione del box office americano si può applicare anche qui. In primo luogo, lo streaming non sembra aver vinto la battaglia contro l’esperienza in sala, come si temeva durante il lockdown. Le persone stanno tornando al cinema e, dopo il prevedibile rallentamento dovuto all’introduzione del Green Pass, le cose vanno migliorando. La fascia 20-29 anni è completamente vaccinata all’81%, quella 40-49 al 78%. Le successive ancora di più. Quella tra i 12 e i 19 è completamente vaccinata al 66% e questo sta permettendo anche al pubblico teen di tornare in sala (situazione che ha avuto ripercussioni sugli incassi di Ancora più bello e altri titoli mirati a quella fascia).

In secondo luogo è chiaro come i film-evento abbiano il loro peso in questa fase anche da noi. Il concetto di film-evento comprende i blockbuster ma non si limita a essi. Parliamo di film in grado di generare un “buzz” importante. Film, dunque, che siano di qualità: Dune è andato molto bene in Europa prima di uscire in USA lo scorso weekend, e da noi ha raggiunto, con gli incassi di domenica, i 7 milioni di euro. Il caso del film di Denis Villeneuve è perfetto: si tratta di un titolo uscito dalla Mostra di Venezia, con ottime recensioni, basato su una saga letteraria importante, con un grande cast e con valori di produzione che domandavano la visione sul grande schermo.

USA vs. Italia

Questa settimana arriverà da noi un altro film-evento, con dei connotati ancora più particolari e, in un certo senso, “speciali”. Parliamo di Freaks Out di Gabriele Mainetti, altro film uscito da Venezia con recensioni ampiamente positive che, quasi in coro, hanno sottolineato come si tratti del primo vero blockbuster italiano. Un film di supereroi d’autore, dal regista di un altro film di supereroi italiano che è molto piaciuto (Lo chiamavano Jeeg Robot), con un’ambientazione d’epoca ricostruita meticolosamente. In grado di attirare diverse fasce di pubblico, dai giovani agli amanti dei fumetti ai fan del cinema di guerra. Come nel caso di Halloween Kills e No Time to Die, c’è un pubblico base, sostanzialmente quello dei cinecomics, ma ci sono anche la qualità e un senso di novità che potrebbero stuzzicare l’interesse di target tangenziali (il film parla di resistenza, cita Roma città aperta e include villain nazisti degni di Indiana Jones).

Freaks Out è senza dubbio un film-evento, forse il nostro primo vero film-evento. Ne arriveranno altri nel corso dei prossimi mesi, su tutti Diabolik, sempre distribuito da 01 e in arrivo il 16 dicembre. Ma il pubblico sarà in grado di riconoscerlo come tale? È una domanda che bisogna assolutamente porsi, non solo perché Freaks Out e Diabolik hanno i connotati perfetti per riportare il pubblico in sala. Ma anche perché, ora che l’industria del cinema italiano si sta internazionalizzando, con il ritorno a produzioni di genere orientate verso un pubblico più moderno e abituato alle grandi produzioni americane ed europee, bisognerà aggiornare anche il modo in cui questi titoli vengono proposti e venduti.

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