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Cinema italiano in difficoltà nel 2019

Considerando un’assenza quasi totale del cinema italiano commerciale fino a ottobre, è difficile essere ottimisti per i risultati di quest’anno…

Come sta andando il cinema italiano nel 2019? E’ una domanda che ci siamo già posti in questi mesi e per la quale, ancora una volta, non abbiamo una risposta positiva. Iniziamo dai dati nudi e crudi, gli incassi del nostro cinema dal primo gennaio al 15 maggio di questi ultimi 10 anni (qui la versione interattiva dell’infografica):

Insomma, con 51.257.198 euro ottenuti dal cinema italiano nel 2019, siamo al punto più basso del periodo preso in considerazione. Per dare un’idea, il primatista di quest’anno, 10 giorni senza mamma, ha conquistato 7.445.837 euro, ed era dal 2003 che non si ‘vinceva’ la classifica italiana dopo quattro mesi e mezzo con un dato così basso.

Per quanto riguarda la quota di mercato, che è al 19,93%, siamo leggermente sopra al 2017 (quando era al 19,31%), ma soltanto perché in quell’anno gli incassi complessivi di tutto il Mercato (compresi quindi quelli dei film stranieri) erano stati più alti. Ma questo ci porta a un deciso pessimismo per il resto del 2019, visto che nel 2017 abbiamo chiuso al 17,50%.

A inizio marzo, segnalavamo l’importanza di alcuni titoli che sarebbero usciti in questo periodo e che avrebbero allungato la stagione. Si trattava di Bentornato presidente (che però è andato meno bene del previsto), di Scappo a casa (anche qui, si speravo meglio) e del nuovo film di Riccardo Milani, Ma cosa ci dice il cervello, che invece ha ottenuto dei buoni risultati ed è avviato verso i 5 milioni, secondo miglior dato per una pellicola nostrana nel 2019. Ora però le speranze sono finite e fino a ottobre non troveremo nulla di commercialmente significativo tra le uscite italiane.

Poi, potremo contare su titoli forti, come Siani, Albanese e Ficarra & Picone, ma certo che il passaggio di Zalone al primo gennaio è un brutto colpo per i conti del 2019. A proposito, così saranno esattamente 4 anni tra questo e il suo precedente film, Quo vado? Urge decreto legge che obblighi Checco a essere più presente in sala.

Battute a parte, possiamo quindi sicuramente dire che chiuderemo il 2019 sotto il 20% di quota, anche considerando che avremo un’estate forte grazie alla produzione americana tutta in day and date. Si tratterà quindi della seconda volta che scendiamo sotto il 20% dal 2006 in poi e considerando che è già capitato due anni fa, è un bruttissimo segnale.

E’ chiaro poi che si stanno cercando nuove strade. Probabile che ci sarà un numero sempre crescente di produzioni per Netflix, ma ovviamente questa piattaforma non potrà certo ‘accogliere’ da sola gli oltre 200 titoli italiani (e sono anche in crescita con le nuove norme sul tax credit) che si realizzano ogni anno.

Alcune società poi sono chiaramente indirizzate verso la televisione, come dimostra il caso di Cattleya, che ormai sta quasi completamente abbandonando la produzione per il cinema. Insomma, grandi cambiamenti in vista e forse è il caso di tornare a ragionare su come possa veramente funzionare il prodotto italiano in sala e con questi scenari…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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