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Come va il cinema italiano non comico?

L’anno scorso, hanno funzionato bene diversi film italiani non comici, anche se diversi autori prestigiosi hanno faticato molto…

Lo sappiamo bene, la commedia è il genere di maggiore successo in Italia. Ma questo non significa che altri tipi di prodotti non possano funzionare, come dimostrato dai dati dell’anno scorso. Sotto, trovare l’elenco dei maggiori 15 incassi italiani non comici (qui la versione interattiva dell’infografica):

Di sicuro, il 2018 è stato l’anno del grande ritorno ad alti livelli di una coppia di registi che, curiosamente, sono esplosi nel 2001 a pochi mesi di distanza, Gabriele Muccino e Ferzan Ozpetek. Infatti, sono loro i film non comici dai maggiori incassi, A casa tutti bene (9,1 milioni) e Napoli velata (4,2 milioni, complessivamente 5,8 milioni se consideriamo anche i dati del 2017). Stiamo parlando di due autori dallo stile e dalle tematiche molto ben definite, ma che ormai saltano il classico percorso dei Festival.

E qui entriamo nel discorso legato al cinema d’autore, che normalmente appunto è fatto di manifestazioni come Cannes, Venezia e Berlino. Il Festival di Venezia funziona benissimo ormai per i film americani a caccia dell’Oscar, ma non si può dire che porti grandi benefici ai titoli italiani nella loro avventura al botteghino. In effetti, quest’anno dei tre film passati in concorso Suspiria, Capri – Revolution e What You Gonna Do When the World’s on Fire?, i due usciti nei cinema (quello di Minervini difficilmente potrà far segnare dati straordinari) hanno ottenuto meno di due milioni complessivi. E anche Una storia senza nome, passato Fuori concorso, non ha raggiunto gli 800.000 euro.

Ma il discorso in realtà è generale e non è certo limitato a Venezia, basti pensare al Festival di Cannes e al suo apporto per l’ultimo film di Alice Rohrwacher, Lazzaro felice. In effetti, nonostante il premio alla sceneggiatura ricevuto, il film non è arrivato neanche a 500.000 euro e non è presente neanche nella top 15 sopra.

E qui arriviamo a un discorso che sarebbe sicuramente da approfondire: si può dire (con una certa tranquillità di non sbagliare) che ormai il regista/autore italiano con un suo pubblico fedele in Italia non esiste quasi più. Facciamo degli esempi, anche importanti.

Un caso notevole è quello di Paolo Virzì, che dopo aver ottenuto 5-6 milioni per i suoi ultimi due lavori, quest’anno ha visto l’uscita di due suoi film, il primo Ella & John (The Leisure Seeker) in grado di ottenere 3,3 milioni e il secondo, Notti magiche (una commedia, non la trovate nell’elenco sopra per questo), solo 1,3 milioni.

Ma è evidente come la differenza maggiore tra le ultime opere sia quella fatta segnare da Mario Martone. In effetti, dopo aver ottenuto 6,3 milioni con Il giovane favoloso, si è dovuto accontentare per Capri Revolution di poco di più di mezzo milione (il totale definitivo, anche considerando gli incassi del 2019, è di quasi 700.000 euro).

Interessante anche la situazione di Nanni Moretti. Se è vero infatti che Santiago, Italia è un documentario e non può essere assolutamente paragonato a un suo film di fiction, è anche vero che per l’ultimo italiano a vincere una Palma d’oro a Cannes ci si aspetterebbe da parte del pubblico una risposta migliore del circa mezzo milione conquistato.

Forse un autore stabile è Garrone, sia che si cimenti in produzioni con budget più leggeri (Dogman, 2,6 milioni di incasso) o avventure produttive molto più impegnative (Il racconto dei racconti, 3 milioni al botteghino).

Un caso a parte è quello di Sorrentino. E’ veramente difficile valutare il dittico di Loro (uscito peraltro a brevissima distanza e senza dare modo al pubblico di recuperare il film su altre realtà che non fossero la sala), che complessivamente ha raccolto circa 6,7 milioni, ma che ha visto differenze importanti tra il primo capitolo (4,1 milioni) e il secondo (2,6 milioni). Sorrentino ci aveva abituato con gli ultimi lavori a incassi tra i 6 e i 7 milioni, in questo caso conviene aspettare il suo prossimo film prima di fare valutazioni che potrebbero risultare superficiali e sbagliate.

Due titoli vanno poi sottolineati. E’ sicuramente positivo il dato di Euforia, in grado di ottenere 1,6 milioni. E ovviamente, ha fatto sensazione per tanti motivi (questione sociale e Netflix in primis) Sulla mia pelle, in grado di conquistare quasi 600.000 euro in condizioni molto difficili, considerando i tanti cinema importanti che non lo hanno programmato e la concorrenza delle proiezioni pirata.

Un discorso diverso lo dobbiamo fare con gli eventi culturali. Che sono sempre di più e ormai in grado di attirare un pubblico fedele e importante, in alcuni casi veramente ampio, come Caravaggio – L’anima e il sangue (quasi 1,5 milioni) e Michelangelo – Infinito (più di 800.000 euro). Ma nella top 15 dei titoli non comici che hanno incassato di più nel 2018, figurano anche Fabrizio De Andrè – Principe libero (808.645 euro), Klimt & Schiele – Eros e Psiche (498.419 euro) e Zerovskij – Solo per amore.

Quindi, sono eventi cinque titoli dei primi quindici (e ce ne sono altri quattro tra il sedicesimo e il ventesimo posto), sicuramente un record per questi prodotti. L’impressione (ma comprovata da diversi fatti) è che anche il pubblico d’autore sia molto legato ai ‘brand’, in maniera non troppo diversa dal pubblico commerciale che segue i franchise. Insomma, meglio magari un documentario abbastanza canonico su un grande artista piuttosto che delle prove di fiction di giovani registi. E anche qui, come per tante situazioni simili, una riflessione sul tipo di opere sovvenzionate sarebbe importante…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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