Lo streaming minaccia il cinema? No, minaccia la televisione tradizionale Infografiche by Robert Bernocchi - Settembre 28, 2018Settembre 28, 20181 A differenza di quello che si dice nei convegni e sui mass media, realtà come Youtube e Netflix non colpiscono le sale, ma la tv… Ogni tanto, fa bene leggere un po’ di ricerche. Per esempio, quelle svolte da Nielsen sul consumo di televisione tradizionale degli adolescenti e pubblicata dall’Hollywood Reporter in questo articolo. Intanto, iniziamo vedendo come sono cambiate le abitudini settimanali dei bambini (2-11 anni) e adolescenti (12-17 anni) americani in questi anni, grazie al grafico sotto: Non c’è molto da spiegare. Basta dire, come riportato qui sopra, che questi under 17 stanno passando il 41% di tempo in meno con la televisione tradizionale rispetto a quello che facevano cinque anni fa, mentre è in aumento l’utilizzo di console e apparecchiature collegate a Internet. Decisamente, cifre molto diverse da quelle legate al cinema, dove i bambini/adolescenti sono ancora il pubblico che va in massa, come aveva dimostrato la ricerca Sala e Salotto. Tra tutte le fasce d’età, quella dei 12-17 anni è decisamente quella che ha fatto riscontrare un crollo, come si può vedere qui: In effetti, il consumo di televisione tradizionale da parte di questi ragazzi è diminuito del 55,2% dal 2010 e, in particolare, la flessione si è accentuata dal 2014, con la sempre maggiore popolarità di Youtube e Netflix. Va detto che tutte le fasce d’età hanno fatto segnare un minor utilizzo della televisione, ma come si può vedere sopra, quelle più anziane hanno fatto registrare cali a una cifra, mentre ben diversa la situazione per i più giovani (spicca anche il -45,5% dei 18-34 anni). Il cambiamento negli adolescenti (in questo caso, 13-17 anni) è evidente anche in questo grafico: Infatti, il 35% di loro, tra il 2016 e il 2017, ha utilizzato meno la televisione lineare e solo il 25% di più. Discorso ben diverso per lo streaming: il 55% degli adolescenti lo ha utilizzato maggiormente, mentre l’11% di loro ne ha diminuito l’utilizzo. Insomma, tutto questo ci insegna che, se è evidente che i ragazzi sono sempre più portati verso realtà come Netflix e Youtube, non è detto che questo si ripercuota necessariamente su un intrattenimento differente (anche solo per il fatto di avvenire fuori casa) come il cinema. Molto più probabile che a pagarne le conseguenze sia una realtà domestica, come la televisione tradizionale…
Caro Bernocchi, a) mi sembra curioso mettere a confronto (parte iniziale dell’articolo) una indagine sul pubblico Usa con una (Sala e salotto) sul pubblico italiano; b) interessante sapere che cosa succede sul mercato Usa, ma è automaticamente applicabile al mercato italiano? Forse sì, ma non in tempi rapidi; c) “se le cose stanno così…” ( i ragazzi frequentano di più Netflix ma non abbandonano le sale) perché gli esercenti Usa sono così preoccupati? c) ogni volta che si affaccia un nuovo modo di vedere i film c’è qualcuno che si affanna a rassicurare gli esercenti sul fatto che non ci saranno conseguenze per le sale e, anzi, dal nuovo mezzo trarrà vantaggio tutto il mercato. Ma qualcuno finora ha potuto smentire – a posteriori – che dopo ogni nuovo modo introdotto sul mercato ci sono state ripercussioni negative sul segmento sale? Cari saluti Felice Ambrosino