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INTERVISTA A NICOLA MACCANICO

“La sala e l’innovazione al centro della nostra strategia”, dice l’amministratore delegato di Vision Nicola Maccanico, dopo aver portato su Sky e TimVision, dopo soli quattro mesi dall’uscita in sala, il maggiore incasso italiano dell’ultimo anno, Come un gatto in tangenziale…

Possiamo dire che, con un accordo come il vostro, l’unica window che ormai esiste e conta è quella theatrical, mentre le altre invece si possono anche fondere, come avete fatto voi?

Quando Vision è nata abbiamo parlato di fare squadra, partendo da un broadcaster come Sky e dai produttori che si univano per dar vita a un distributore. Questa per noi era la chiave, la vera opportunità di difendere il cinema italiano e farlo crescere, perché i meccanismi divisivi in un mercato complesso come quello di oggi portano inevitabilmente a maggiori debolezze. In un Mercato in cui addirittura le major company si mettono insieme per avere una maggiore influenza sull’esercizio e far quadrare i conti, anche il cinema italiano deve cercare di fare squadra.
Con l’accordo con Timvision e l’anticipo della programmazione lineare su Sky, puntiamo ad aumentare la diffusione dei film, ma senza attaccare la sala, perché noi in realtà rispettiamo la finestra theatrical e lo faremo sempre. Vision non nasce per rompere la finestra theatrical, ma per creare successi al cinema e poterli sfruttare al meglio negli sfruttamenti successivi. Noi pensiamo che la sala vada difesa, ma per far questo bisogna avvicinare il più possibile la proposta dei film al pubblico. Andando su Sky lineare e Timvision dopo quattro mesi dall’uscita in sala penso che questo risultato sia stato ottenuto.
Già i dati di Come un gatto in tangenziale su Sky hanno dimostrato come ci fosse un pubblico enorme che lo voleva vedere, al di là di quello andato al cinema, dove ha funzionato benissimo. D’altro canto, un film come La casa di famiglia, che ha sofferto un po’ in sala, su Sky è andato molto bene (anche se con una finestra meno breve), con più di 400.000 persone in prima serata, meglio di alcuni blockbuster americani.
Il punto è che noi dobbiamo aumentare la diffusione del cinema italiano e la qualità dei prodotti per migliorare. Questo accordo ci permette di far sì che il pubblico veda un film quando è ancora ‘caldo’, pur rispettando la finestra cinematografica, così come di avere anche dei finanziamenti più alti per il cinema italiano e quindi costruire film più importanti. Sono molto grato, per quello che abbiamo costruito, al presidente di Vision Scrosati, ai nostri produttori soci e ai partner Timvision, Sky, Mediaset e Medusa, che ci consentono di andare avanti in questo desiderio di innovare. Che non vuol dire rompere, ma evolvere. Peraltro, mi piace sottolineare che noi siamo l’unico operatore che ha un accordo con Sky, Timvision e Mediaset, oltre ad avere una rete commerciale condivisa con Medusa.

Da quello che ha detto, la finestra theatrical per voi va bene così e non chiedete di accorciarla…

Noi non mettiamo in discussione la finestra theatrical, eventualmente questo deve avvenire in uno scenario mondiale. Noi siamo un operatore locale e rispettiamo le consuetudini, ma cerchiamo di evolvere i modelli quando ha senso farlo. Ci tengo a sottolineare questo punto, perché qualcuno nell’esercizio è preoccupato, ma conviene ricordare che, in giro per il mondo esistono operatori che pensano che il passaggio in sala sia obsoleto mentre Vision basa il suo modello di business proprio sulla sala.
Noi rispettiamo tutte le opinioni, ma abbiamo costruito un distributore per la sala e quindi siamo in controtendenza, cosa che ci rende l’alleato più grande degli esercenti. In effetti, in un’epoca storica in cui la fuga dalla sala sembra la soluzione, anche se non è assolutamente così, noi abbiamo costruito un distributore facendo scendere in campo un broadcaster come Sky e dei produttori indipendenti italiani per cercare di costruire dei successi per la sala. Ma per fare questo dobbiamo innovare, aumentando la diffusione dei film, una cosa che è possibile, come dimostra questo accordo e i risultati che stiamo ottenendo.

Pensa che questo modello verrà seguito da altri?

E’ possibile che ci siano forme di sfruttamento di questo tipo, ma ognuno ha delle esigenze diverse. Credo che l’esigenza del cinema italiano sia quella di farsi vedere e quindi bisogna creare un meccanismo di accesso semplificato al pubblico in tutte le forme possibili.

Penso che tutto questo sistema si basi anche sulla percezione delle window da parte del pubblico medio, perché una persona ne è consapevole, può anche rinunciare ad andare in sala, sapendo che dopo pochi mesi potrà vedere un film su Sky o Timvision. In questo senso, quale pensa sia la percezione delle window che ha il pubblico?

Io credo che non ci sia assolutamente conoscenza specifica delle finestre, ma solo una generica consapevolezza che tutto quello che va in sala lo puoi vedere in seguito. Iniziative come la nostra aiutano persone che magari non sarebbero andate in sala a recuperare dei prodotti perché li sentono freschi. Il paradosso è che alcuni film italiani non venivano visti al cinema perché c’era la percezione di poterli recuperare, ma poi risultavano disponibili al grande pubblico talmente tardi che quell’interesse scemava. In questo modo, noi non indeboliamo la sala, ma diamo la possibilità di recuperare quei film. E’chiaro che l’impegno di Vision è quello di cercare di costruire più film che superino quella soglia di importanza utile a convincere il pubblico ad andare in sala, questa è la sfida per tutti quelli che fanno cinema ed è la sfida che si combatte anche Hollywood. In effetti, alcuni meccanismi di successi garantiti si sono un po’ inceppati. Certi franchise – in alcuni ambiti, non tutti ovviamente – hanno iniziato a mostrare un po’ di fatica. Insomma, qual è il prossimo grande strumento per portare la gente al cinema? Prima era lo star power, i grandi attori ti chiamavano e tu andavi al cinema. Poi c’è stata l’epoca delle franchise, partita da Harry Potter e che ha portato ai supereroi, l’animazione, la Marvel e Star Wars. Alcune di queste cose funzionano ancora benissimo, altre iniziano a fare fatica, ma domani cosa succederà? Da questo punto di vista il cinema italiano non deve sentirsi inferiore. Ovviamente ha spesso una dimensione inferiore, perché è un prodotto locale e senza una forza internazionale, ma i problemi di chi porta il prodotto in sala sono identici, solo su scala più ridotta.

In America si discute da tempo dell’ipotesi di presentare i film dopo poche settimane a 30-50 dollari. Come considera questa proposta? E potrebbe funzionare anche per il cinema italiano?

Credo che, per la naturale attrattiva del prodotto, questi esperimenti debbano partire dal cinema americano. Quindi, mentre in altri ambiti dobbiamo essere all’avanguardia e l’accordo Sky-Vision-Timvision funziona bene, su questo tema invece dobbiamo aspettare quello che succede in America, farne tesoro ed eventualmente trovare una via italiana. Sono sicuro che anche questo modello possa funzionare con i film molto attesi, ma nessuno sa che tipo di impatto potrebbe avere sulla sala per il prodotto medio piccolo.

Nel comunicato con TimVision avete menzionato anche due importanti nuove produzioni italiane, come il prossimo film di Riccardo Milani e Paola Cortellesi, così come quello di Siani, che è decisamente un annuncio forte…

Siamo molto felici di aver potuto annunciare il film di Siani assieme a Tim. E’ un progetto a cui stiamo lavorando, non abbiamo ancora una data di uscita, ma siamo d’accordo con Cattleya che faremo il film insieme e questa cosa è motivo di grande soddisfazione, visto che stiamo parlando di un artista di straordinario successo in Italia. Stiamo facendo diversi passi per creare dei film evento, come capitato con una coppia unita su temi sociali come quella formata da Milani e Cortellesi per Come un gatto in tangenziale, che ritroveremo in un nuovo film molto originale, ma che possiederà una capacità commerciale analoga. E ricordiamo ovviamente I Moschettieri del re di Veronesi, una commedia farsesca in costume che mette insieme Favino, Mastandrea, Papaleo, Rubini, Buy e Gioli, un altro tentativo di costruire un film evento e ci sono anche altri progetti importanti che stiamo sviluppando e che speriamo di annunciare presto.

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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