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Intervista ad Andrea Occhipinti

Il fondatore e amministratore delegato di Lucky Red parla del futuro della società, a cominciare dal nuovo listino e dai progetti in produzione…

Iniziamo dai film che presenterete a Riccione…
Alle Giornate professionali, proporremo tanti film ed eventi. Tra questi, c’è Borg/McEnroe, che uscirà in autunno. Abbiamo visto il film (anche se non del tutto terminato) a Cannes ed è molto efficace. E’ una pellicola che paragoniamo a Rush e che mostrerà le grandi personalità di questi grandi protagonisti dello sport, da quando erano bambini alla loro grande sfida, nella finale di Wimbledon del 1980. Ci sono dei personaggi incredibili e gli attori hanno una somiglianza straordinaria con i protagonisti reali. Sicuramente, c’è un forte coinvolgimento di Borg, visto che suo figlio lo interpreta da piccolo. Sarebbe molto bello averlo insieme a McEnroe su un red carpet in Italia.

Abbiamo Una donna fantastica, il nuovo film di Sebastian Lelio (di cui avevamo distribuito Gloria), che ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura a Berlino e che presenteremo a ottobre.

Per l’Italia distribuiremo Gli sdraiati, il film che Francesca Archibugi sta girando dal romanzo di Michele Serra, sceneggiato dalla stessa Archibugi con Francesco Piccolo, con protagonista Claudio Bisio. Lo produciamo assieme a Indiana e uscirà a novembre. Lo stesso mese, arriverà Lucky Logan, il nuovo film di Soderbergh con Channing Tatum, Adam Driver, Daniel Craig e Hilary Swank.

Poi avremo La mia vita con John F. Donovan, il nuovo film di Xavier Dolan, questa volta impegnato con un cast americano di grande rilievo, nel suo primo film in inglese. Difficilmente il film sarà pronto per Venezia.
Da tempo abbiamo annunciato l’acquisto del nuovo film di Woody Allen, che proporremo tra Natale e gennaio. A gennaio avremo anche il nuovo cartone della Aardman, I primitivi e, dopo il successo di Capitan Harlock, porteremo al cinema Mazinga Z.

C’è poi Norman, il nuovo film di Joseph Cedar, il regista di Footnote, che vede protagonista Richard Gere nei panni di intermediario un po’ cialtrone, che cerca di facilitare incontri e occasioni di affari. La sua credibilità è abbastanza bassa, ma questa cresce notevolmente, dopo che una persona a cui ha fatto un favore, diventa il primo ministro israeliano. Quando quest’ultimo torna a New York, lo tratta con tutti gli onori, facendolo diventare molto popolare. Ma, a quel punto, a una giornalista Norman racconta che l’amicizia è nata grazie a un regalo e questo porta a un caso di impeachment in Israele. Insomma, è un tipo di personaggio che conosciamo bene anche in Italia e nel mondo del cinema.

Avremo poi una serie di eventi, come quello su Maria Callas, in cui l’artista racconta se stessa in alcune interviste, molte delle quali inedite. Scopriremo così tramite le sue parole il personaggio pubblico, le sue storie private e le sue sofferenze d’amore. A seguire due eventi musicali, su Eric Clapton e Prince.

Ci sono due film particolarmente significativi quest’anno della versatilità di Lucky Red, Famiglia all’improvviso e Moonlight. Da una parte, film popolare per famiglie, dall’altra il titolo indipendente da Oscar…
Fa parte della nostra storia questa capacità di distribuire film molto diversi, che possono essere popolari e molto commerciali, ma allo stesso tempo rimanendo fedeli anche a titoli da festival e prodotti d’autore, alcuni con grandi potenzialità di poter catturare un pubblico più largo, come nel caso del film di Woody Allen. Anche nel nuovo listino non mancano esempi del genere. Insomma, siamo allenati e abbiamo la capacità di catturare pubblici diversi, quindi non ci risulta difficile fare delle campagne promozionali variegate.
Per quanto riguarda Famiglia all’improvviso, come sempre in questi casi, c’è stato un insieme di fattori che ha portato al successo. C’è un protagonista burlone, quello interpretato da Omar Sy, e il suo rapporto con una bambina particolarmente simpatica. Penso che il fatto che quest’uomo si ritrovi con una figlia e a doverla gestire da un giorno all’altro, nella tradizione dei film con ‘mammo’, come Tre uomini e una culla, sia stata la chiave principale del successo. Ma non dimentichiamo il risvolto sentimentale ed emotivo, considerando che la gente vuole emozioni forti e questo è un film che ti lascia soddisfatto all’uscita dalla sala. Per quanto riguarda l’Italia, credo che abbiamo scelto bene sia il titolo che il posizionamento della data d’uscita, in un periodo meno affollato. Sono state utili anche le anteprime in occasione del mercoledì a 2 euro, che comunque avremmo fatto lo stesso, perché quando hai un buon film in grado di innescare un passaparola positivo, devi farlo vedere molto. Le reazioni sui social sono state fortissime, ma era un percorso già avviato grazie alla promozione precedente, che evidentemente aveva già agganciato il pubblico.

Ultimamente, avete aumentato i vostri sforzi come produttori. Quali sono i vostri obiettivi?
Vogliamo realizzare almeno 2 o 3 film all’anno come produttori, da soli o con altri. Per quanto riguarda il cinema italiano, vogliamo essere più autonomi, andando a trovare storie e talenti da soli, ed essere quindi più protagonisti di quello che andiamo a distribuire, portando il nostro gusto e stile anche in questo campo, che ci porta subito a ragionare su come promuovere, posizionare e vendere un film. E’ un discorso che portiamo avanti anche con True Colours, la società di vendite estere che da due anni abbiamo aperto con Indigo Film e in questo senso alcune nostre future produzioni sono pensate in un’ottica più internazionale che italiano. Non è un caso che uno dei nostri progetti, è un film in inglese.

In questo senso, come sta andando avanti il nuovo film di Gabriele Mainetti?
Stiamo lavorando a una seconda stesura della sceneggiatura e cercando dei coproduttori e partner internazionali. Inoltre, c’è anche tutto un mondo di effetti digitali importanti, per cui stiamo cercando di avvicinare anche i collaboratori giusti per quanto riguarda il cast tecnico. Prevediamo che le riprese possano incominciare tra fine 2017 e inizio 2018.

Per quanto riguarda la produzione, uno dei problemi del cinema italiano, non è il fatto di realizzare pochi film per un pubblico femminile?
In effetti, se facciamo un’analisi di quello che viene prodotto, ci sono poche storie femminili, a parte i film di Maria Sole Tognazzi, Paolo Virzì e davvero pochi altri. Forse, in America si fanno più commedie femminili con quel target di riferimento. Detto che in generale manca uno star system italiano importante, il problema per eventuali commedie italiane si nota maggiormente per le attrici. I nomi di riferimento importanti che possano portare pubblico in sala sono troppo pochi. Già per quanto riguarda la televisione, il discorso è diverso e le possibilità di casting più ampie.

Questa estate, nonostante alcuni film americani importanti, non è partita bene al botteghino italiana. Non si sente anche molto la mancanza del cinema italiano?
Purtroppo non c’è nulla di nuovo, la situazione cambia solo se a Cannes vengono presentati dei film di forte impatto commerciale, come recentemente è stato per Sorrentino e Virzì, che magari possono incassare più di 5 milioni. Ci sono stati dei tentativi in passato di fare dei prodotti commerciali per l’estate, ma questo non avviene più. Nei nuovi decreti legati alla legge cinema, ci sono tanti incentivi, come un tax credit per le spese di lancio del 30% per i film che escono tra giugno e agosto, e speriamo che facciano sentire i loro effetti già dal prossimo anno. Certo, da soli questi incentivi non bastano, perché poi il film deve funzionare per giustificare l’uscita estiva. Ma dobbiamo crederci e iniziare a dar vita a un trend, puntando per esempio a film per ragazzi, che in quel periodo non vanno a scuola. Certo, per quanto riguarda i titoli americani, continuano a mancare molto i film di animazione. Se questa estate ci fossero Cattivissimo me 3, Cars 3 e Capitan mutanda, faremmo discorsi diversi. Purtroppo, siamo l’unico Paese in cui avviene, anche in Spagna questi titoli escono d’estate. Conviene ricordare che Cars 2 da noi è uscito d’estate ed è andato benissimo. Anche solo uno di questi titoli sarebbe stato in grado di dare una bella spinta, così invece l’estate continua a essere una stagione poco attraente, mentre andare al cinema deve risultare sexy e battere la concorrenza di tutte le altre piattaforme disponibili.

Dopo la puntata di Report sul cinema italiano, criticabile per molti aspetti, sarebbe stato lecito attendersi una risposta forte da parte delle associazioni, che però non è arrivata…
La mancata risposta alla puntata di Report dipende dal fatto che era talmente impostata male e non basata su informazioni reali, che era meglio dimenticarla. Insomma, non meritava neanche una risposta. Nessuno nega che ci siano stati degli abusi nel tax credit esterno, ma sarebbe stato il caso di parlare solo degli abusi, senza coinvolgere tutto il cinema italiano.
E’ stato poi paradossale vedere come si parlasse dei conflitti di interesse tra distribuzione ed esercizio in Italia e invece si dicesse che in Francia è tutta un’altra storia. Si è quindi omesso di dire che la forza del cinema francese è fatta da società integrate come Gaumont e Pathé, che sono impegnate in produzione, distribuzione, nell’esercizio e nelle vendite estere. Per quanto riguarda Circuito Cinema, sarebbe stato utile che Report analizzasse le perdite che la società ha subìto in questi anni e che sono state sostenute dai soci distributori. Peraltro, basta vedere la programmazione delle sale per notare che ci sono tutti i distributori presenti, non solo i soci. Il primo distributore come presenza in Circuito cinema è 01 (che non è socio), e quando le major hanno il prodotto giusto, come capita a Warner per Clint Eastwood, escono tranquillamente, così come avviene per i film di società come Teodora e Academy 2, che non fanno parte di Circuito cinema. Insomma, andava fatta un’analisi generale. Peraltro, c’è anche un problema di fondo, per cui in Italia il successo sembra sempre un peccato di cui vergognarsi. Noi non dobbiamo aspirare al fatto che ci siano tante società piccole e che rimangano tali, tutti dobbiamo aspirare a diventare grandi e ad avere fatturati importanti.

Del tema delle window si parla da anni, ma in questo momento sembra di essere a un punto di svolta. Qual è la vostra posizione, anche in Anica?
Siamo molto sensibili a questo discorso e ne parliamo da tempo, ma viviamo con delle modalità globali per quanto riguarda gli sfruttamenti e le finestre, quindi il grosso cambiamento deve arrivare dall’America, visto che sono le major che distribuiscono la maggior parte dei blockbuster che escono nel nostro Paese. Il problema principale è la prima finestra, quella dedicata alle sale. In Italia, siamo molto flessibili sulle altre finestre, considerando che – non essendo le window regolate per legge da noi, come avviene in Francia – ormai ci sono film che arrivano su Sky anche 6-8 mesi dopo l’uscita in sala e la stessa Rai propone i suoi titoli dopo un anno sui canali free, saltando la finestra pay. Il tema vero è la prima finestra, insomma dopo quanto tempo puoi sfruttare un film con mezzi che non siano il theatrical. Di fatto, questo già avviene per film piccoli che non escono nei multiplex e magari passano in Circuito Cinema, arrivando presto nelle altre piattaforme. In Circuito cinema non c’è una regola obbligatoria, come avviene per Uci (che prevede una finestra di 105 giorni), e la situazione non cambierà.
La cosa più intelligente, visto che non tutti i film sono uguali, sarebbero delle finestre diverse a seconda dei tipi di film. Per esempio, ci sono dei titoli più piccoli che magari hanno un buon riscontro nei festival e sui mass media, ma che scompaiono relativamente presto dalle sale, magari quando un certo pubblico ha ancora voglia di vederli. Sarebbe interessante invece dare l’opportunità agli spettatori, soprattutto quelli che vivono in zone poco servite, di poterli vedere presto, quando sono ancora ‘caldi’, altrimenti si rischia di perdere quel pubblico.

Cineguru è a Cinè 2017 con uno speciale che trovate in distribuzione gratuita a Riccione e raccoglie le interviste fatte in preparazione della manifestazione e una riflessione sul cinema tra 10 anni. Tutti gli articoli relativi alla manifestazione sono raccolti a questo link

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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