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INTERVISTA A MICHELE MASIERO

Dopo l’annuncio che tutti i diritti media e consumer products di Dylan Dog sono tornati alla Sergio Bonelli Editore, ne parliamo con il direttore editoriale della società, Michele Masiero…

Cosa ci può dire del ritorno a casa di Dylan Dog? Che sviluppi avrà a breve?
Non posso scendere nei particolari di una trattativa lunga e complessa, ma ci tenevamo molto a far tornare a casa il personaggio. Di sicuro, ha ancora delle potenzialità molto forti da esprimere e noi che siamo depositari del ‘Verbo’ e rappresentanti di Tiziano Sclavi, il suo creatore, siamo sicuri di poterlo sviluppare al meglio, grazie alla nostra expertise interna, visto che lavoriamo da 30 anni sul personaggio e con il suo creatore che è ancora coinvolto creativamente. Qui è nato e questo è il suo habitat naturale.
Nell’immediato, al di là del settore publishing che continueremo a seguire con grande entusiasmo, adesso possiamo sviluppare nuove potenzialità. Nel campo del merchandising, qualcosa avverrà molto presto, per altri discorsi bisogna costruire delle realtà produttive, non a caso da tempo abbiamo aperto un ufficio sviluppo interno specializzato nelle realtà multimediali. Per quanto riguarda i nostri progetti attuali, ad agosto uscirà Monolith il film co-prodotto insieme a Sky e Lock and Valentine, mentre stiamo lavorando con Rai a un progetto di animazione di Dragonero e con Sky per i Misteri di Mystère.

In questo senso, quanto è importante il discorso Monolith per voi?
E’ importante per la collaborazione con delle realtà produttive esterne, un esperimento per testare la nostra capacità e mostrare il nostro valore. In questo caso, stiamo parlando di un fumetto che esce in contemporanea al film, senza un personaggio già conosciuto, un tentativo che è servito a noi per attivare una collaborazione e far vedere che siamo in grado di muoverci anche in questo ambito. E’ stato positivo iniziare con una produzione relativamente piccola.

Non c’è dubbio che Dylan Dog abbia suscitato l’interesse del cinema italiano. Quali sono le caratteristiche che vi convinceranno a scegliere una produzione o l’altra?
Quando abbiamo aperto questo ufficio sviluppo multimedia, la nostra mission precisa era quella di presentarci come coproduttori e non più cedere in licenza le property lasciando che qualcun altro sviluppasse il prodotto da solo. In questo modo, vogliamo difendere le property, il personaggio e le intenzioni degli autori, perché non vengano snaturati come accaduto in passato. Il nostro core business sono i fumetti, se dobbiamo sviluppare un progetto audiovisivo deve essere rispettoso sia delle intenzioni originali dei rispettivi autori, sia di quello che si aspettano i lettori. Ci stiamo muovendo in questa direzione, tanto che la prima cosa che diciamo a tutti è che, per trovare un accordo, devono sviluppare insieme a noi il percorso produttivo. Certo, sappiamo che media differenti richiedono approcci differenti e che c’è bisogno di un compromesso, ma questo deve avvenire senza svilire l’originale.

Qual è il punto di riferimento per voi nell’utilizzo delle property, una società che per voi rappresenta un modello? La Marvel per esempio?
In ambito fumettistico non possiamo che citare grandi case americane come la Marvel e la DC, ma in questi ultimi tempi c’è stato un gran fiorire di film, serie TV, come quelle della Marvel su Netflix, o per esempio Preacher su AMC e ovviamente The Walking Dead. E’ normale che ci sia un forte interesse verso di noi, visto che c’è una grande fame di contenuti multimediali e la Bonelli possiede un grande patrimonio di storie da cui attingere, con personaggi molto noti anche a chi non conosce il mondo dei fumetti.

C’è la possibilità che la Bonelli faccia come la Marvel e si produca da sola a un certo punto?
Chi lo sa, noi siamo appena all’inizio di un percorso. E’ già molto importante per noi essere parte in causa di ogni iniziativa che riguarda i nostri personaggi ed essere presenti, in modo che il lavoro si sviluppi al meglio. In questo senso, stiamo lavorando da quasi tre anni.

Ci sono dei limiti agli accordi che fate e che farete? Per esempio, la Disney non accetta pubblicità da parte di aziende legate al junk food…
In questo momento non saprei, si valuterà caso per caso. Non abbiamo un ‘decalogo’ già scritto, secondo quello legato al buon senso, ma è un ragionamento che faremo senz’altro.

Che piani invece avete per una property come Tex?
Siamo sicuramente molto attenti alla protezione della property, essendo il personaggio fumettistico più famoso in Italia e uno degli eroi italiani più popolari al mondo. Nel 2018 Tex festeggerà 70 anni: se ci si pensa è quasi incredibile che un personaggio tuttora così famoso e amato appartenga a un genere, il western, quasi sparito sia in ambito fumettistico che cinematografico. Una grande produzione western dovrebbe avere per forza di cose un respiro internazionale. Tra tutti i nostri personaggi, Tex è quello più difficile, quindi dobbiamo essere più convinti che un eventuale progetto funzioni prima di accendere luce verde.

Visto che, a livello di fumetti, state mettendo insieme personaggi diversi come Dylan e Dampyr, si lavorerà per creare un universo del genere anche al cinema e/o in televisione?
Sicuramente è già complesso e impegnativo fare la trasposizione di un personaggio alla volta, quindi è prematuro pensare adesso a una sinergia del genere. Ma di certo, non ci poniamo limiti per il futuro.

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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