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La strategia theatrical degli Amazon Studios

Ecco il listino del portale di streaming, che arriverà in sala con una distribuzione tradizionale garantita da una pluralità di partnership: dal film di Woody Allen con Kristen Stewart alla prossima interpretazione di Charlize Tehron.

In questi giorni ci siamo soffermati in più occasioni sulla svolta compiuta dagli Amazon Studios che alla convention degli esercenti USA, il CinemaCon, hanno presentato un vero e proprio listino cui verrà garantita una distribuzione tradizionale. Dunque senza l’uscita in day-and-date sul grande schermo e sul portale di streaming Amazon Prime, finora vero fulcro del business video del servizio di eCommerce. Il motivo? Quello esplicito è differenziarsi dalla concorrente Netflix, che del video on demand fa un vessillo, una vera e propria mission volta a ripensare completamente le finestre tradizionali in nome della domanda del pubblico. Gli osservatori dicono che probabilmente al colosso del web non dispiacerebbe approfittare di premi prestigiosi da cui i film distribuiti online sono per ora esclusi, a differenza di quanto avviene con le serie tv. E considerando la visibilità ottenuta grazie ai Golden Globe vinti nel 2015 con la serie Transparent, la motivazione sembra più che plausibile. Aggiungiamoci anche la difficoltà di organizzare una release in contemporanea al cinema e online, con il film di Spike Lee Chi-Raq che l’anno scorso non è riuscito a trovare più di 300 schermi a causa della ravvicinata distribuzione su Prime, con un incasso deludente di 2,7 milioni di dollari e, appunto, l’esclusione dalla corsa per gli Oscar e altri premi.

“Una robusta distribuzione in sala fa bene a tutti”, ha detto al CinemaCon il capo degli Amazon Studios, Roy Price, e di sicuro fa bene alla visibilità del brand che quest’anno sarà anche a Cannes con ben quattro film che forse non sarebbero stati selezionati senza un passaggio nelle sale alla vecchia maniera, con una window di esclusività di tre mesi. Quindi Amazon ha intenzione di trasformarsi in una major vera e propria? In realtà così non sembra: tutte le release saranno infatti gestite in partnership con studi tradizionali, anche se non è chiaro se si tratti solo di technical distribution o anche di collaborazione nel marketing, né come saranno divisi i ricavi. Ecco una panoramica delle uscite:

– L’ultima opera di Woody Allen con Kristen Stewart e Jesse Eisenberg, Cafe Society, anche film di apertura del Festival di Cannes, uscirà il 12 agosto in partnership con Lionsgate, in quella che Amazon promette sarà la prima wide release (circa 1000 schermi) per il regista americano in 13 anni, dai tempi di Anything Else. 

– Il 22 aprile, dopo la première al Tribeca Film Festival, uscirà Elvis & Nixon, con Michael Shannon nei panni del cantante e Kevin Spacey in quelli del controverso presidente americano. Sarà distribuito da Bleecker Street Media.

– Il 13  maggio sarà la volta dell’adattamento dall’opera di Jane Austen, Love & Friendship, con Kate Beckinsale, portato nelle sale da  Roadside Attractions.

– In estate uscirà per IFC Complete Unknown, con Rachel Weisz e Michael Shannon.

– Il 18 novembre arriverà nei cinema, di nuovo per RoadsideManchester by the Sea, dramma familiare con Casey Affleck e Michelle Williams, acquisito al Sundance per 10 milioni di dollari. Sempre allo stesso festival gli Studios hanno poi acquisito Weiner-Dog di Todd Solondz, il documentario Gleason Author: The JT LeRoy Story, in uscita con Magnolia il 29 luglio.

Tra gli altri titoli, in produzione si segnalano American Express, di Nash Edgerton con due star del calibro di Charlize Theron e Amanda Seyfried; l’australiano The Dressmaker con Kate Winslet; il film con cui Todd Haynes rincontra Julianne Moore, Wonderstruck. Al Festival di Cannes, come già detto, Amazon porterà, oltre che all’opera di Woody Allen, altri tre film in concorso: Paterson di Jim Jarmush, con protagonista il cattivo dell’ultimo Star Wars, Adam Driver; The Neon Demon della Palma d’Oro Nicolas Winding RefnAgassi, atteso ritorno a Cannes del regista coreano Park Chan-Wook.

Questo listino presentato al CinemaCon (e riportato da Deadline) è senza dubbio abbastanza nutrito per competere con uno studio indipendente, ma tutte le principali release saranno realizzate in partnership con distribuzioni già presenti e salde sul mercato del cinema arthouse, come lo definiscono negli USA. L’intenzione di Amazon non sembra quindi di voler entrare a pieno titolo in questo mercato: il portale di streaming sembra aver semplicemente trovato più conveniente acquisire in via diretta questi titoli, giocando di anticipo rispetto ai rami specializzati delle major (come Fox Searchlight o Focus Features), in modo da non dover poi trattare il loro acquisto dagli stessi studios. Al contempo, se qualcuno di questi titoli dovesse giungere agli Academy Awards, ci arriverebbe col marchio della piattaforma capitalizzando l’investimento iniziale. Ad Amazon conviene davvero distribuire questi film sul grande schermo 3 mesi prima che arrivino sul portale? La risposta è dubbia, di sicuro l’obiettivo non appaiono gli incassi ma la visibilità. Data la solida base che le fornisce il business dell’eCommerce, rispetto a Netflix la compagnia di Jeff Bezos sembra avere la possibilità di giocare in difesa rispetto all’industria dell’intrattenimento, aspettando che siano altri operatori a portare avanti la battaglia sulle window. Rimane il fatto che, tanto per fare un esempio, la platea abituata a veder sfilare il fior fiore del cinema d’autore mondiale, sugli schermi del Palais du Cinéma di Cannes quest’anno vedrà campeggiare in apertura il logo di Amazon, e questo (insieme forse a Notte degli oscar e Golden Globe), una differenza la fa.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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