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Mercato europeo dell’on demand: #2 la crescita del ramo digital

Come si sono sviluppati negli ultimi anni in Europa i servizi che offrono film e serie tv da vedere (legalmente) online? Lo scopriamo in “capitoli” dedicati al rapporto a 360° sul settore, redatto dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo.

Continuiamo con la nostra ricognizione nel mercato comunitario del video on demand, guidata dalla fotografia a 360° scattata nel rapporto sul settore pubblicato la settimana scorsa dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo. Dopo aver analizzato il contesto di crisi di alcuni dei media tradizionali in cui si è innestata la rivoluzione digitale dell’home entertainment, passiamo ora a occuparci dello sviluppo del comparto in termini di volume d’affari. Il punto di partenza è un’analisi del rinomato istituto di ricerca IHS in cui la crescita del video on demand online viene messa a confronto con il TV VOD, inteso come servizi di pay-per-view o via cavo. Quello che è evidente, è che nonostante i numeri della pay-tv riescano ancora a sovrastare quelli delle singole forme di distribuzione digitale, preso nella sua totalità il ramo del VOD via web è riuscito già nel 2012 ad aver ragione dei media tradizionali, rimanendo allo stesso tempo ben lontano dal punto di saturazione.

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Nel 2013 il fatturato complessivo di SVOD (subscription video on demand, o streaming ad abbonamento) e TVOD (transactional video on demand, cioè acquisto o noleggio di film e serial online) è arrivato a contare per il 60% del business dei contenuti audiovisivi a pagamento, ribaltando le proporzioni rispetto a 5 anni prima. Il comparto, d’altra parte, è cresciuto a un ritmo del 59,9%, contro il 15,3% della tv pay. Facile, secondo l’Osservatorio, anche individuare le cause dei diversi picchi incontrati dalle curve: nel 2010 il maggior incremento è stato conosciuto dal ramo vendite (digital sell-through o EST) grazie al debutto dei prodotti video su iTunes. Lo SVOD ha invece preso il sopravvento grazie all’espansione di Netflix, il popolare servizio USA di streaming ad abbonamento, che ha aperto i battenti in Regno Unito e Irlanda nel 2012 e successivamente nei Paesi Bassi (2013).

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L’analisi si ferma appunto al 2013, ma è facile immaginare come i dati del 2014 vedranno un ulteriore passo avanti del settore con l’arrivo di Netflix in aree fondamentali per l’audiovisivo europeo come Francia e Germania, nonché con l’ampliamento di altre piattaforme di streaming attive a livello internazionale quali Wuaki.tv (arrivata in Italia a fine anno). Per la precisione si prevede che gli abbonati a un servizio di SVOD in Europa, a fine 2014,  siano arrivati a toccare i 18 milioni, contro gli appena 2 milioni del 2010. Fondamentale risulterà inoltre il lancio o il rafforzamento delle versioni over the top delle emittenti televisive tradizionali come Canal+, BSkyB e Sky Deutschland (cui aggiungiamo anche Infinity di Mediaset, in realtà attiva già da fine 2013, e Sky Online).

Una variabile che potrebbe mostrare un suo peso sono poi i nuovi dispositivi per la tv connessa: non parliamo solo degli schermi di ultima generazione, noti come smart tv, che godono di un collegamento integrato a internet e solitamente di altre feature evolute rispetto a comandi e navigazione. Sempre più ampia risulta anche la diffusione di chiavette e set-top box atti a trasmettere in streaming contenuti al piccolo schermo domestico, anche privo di connessione, come Google Chrome, Apple TV, Mozilla Matchstick, i vari dispositivi rilasciati a tal fine da altri colossi dell’online come Amazon e Microsoft.

Ovviamente al momento il panorama complessivo del video on demand risulta ancora molto frastagliato, con Regno Unito e Scandinavia che da soli rappresentano i 3/4 del mercato europeo dei servizi di streaming ad abbonamento (rispettivamente con un fatturato di 233 e 148 milioni di euro nel 2013). I movimenti tellurici avvenuti nel corso dell’anno nel settore, come già accennato, promettono però di ridefinire in modo sostanziale il campo da gioco, tanto che la società di ricerca Digital TV Research prevede per i servizi di SVOD una penetrazione del 20% entro il 2020, pari a 59 milioni di nuclei abitativi, con percentuali significativamente più alte nell’Europa occidentale (30%) rispetto a quella orientale (7%).

Continuate  a seguirici per il nostro approfondimento sul rapporto Lo sviluppo del mercato europeo dei servizi audiovisivi on demand, che intanto potete trovare in forma integrale sul sito dell’Osservatorio a questo link.

 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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