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Comcast: marcia indietro su Time Warner Cable?

Doveva essere una delle fusioni più importanti del panorama mediatico statunitense ma potrebbe non vedere la luce, a causa dei suoi dubbi effetti sulla concorrenza nel settore delle TLC. Stiamo parlando dell’acquisto di Time Warner Cable da parte di Comcast: un’operazione annunciata ormai più di un anno fa per un valore di quasi 50 miliardi di dollari, che…

Doveva essere una delle fusioni più importanti del panorama mediatico statunitense ma potrebbe non vedere la luce, a causa dei suoi dubbi effetti sulla concorrenza nel settore delle TLC. Stiamo parlando dell’acquisto di Time Warner Cable da parte di Comcast: un’operazione annunciata ormai più di un anno fa per un valore di quasi 50 miliardi di dollari, che nelle intenzioni avrebbe dovuto portare il ramo del “cavo” del colosso Warner sotto il controllo di un altro gigante del settore delle comunicazioni, cui fanno capo per altro NBCUniversal e Universal Pictures. Stando alle indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa Bloomberg, tuttavia, sembra che Comcast abbia infine deciso di rinunciare al progetto in vista del sempre più probabile diniego del nulla osta da parte delle autorità federali. Se fosse confermato, lo stop segnerebbe una clamorosa vittoria per Netflix e per tutti gli operatori OTT che sin dall’annuncio dell’accordo hanno protestato contro la creazione di un soggetto non solo così forte sul mercato dell’audiovisivo, ma anche integrato verticalmente nella produzione e distribuzione dei contenuti, nonché nella gestione dei canali necessari per la fruizione degli stessi.

Comcast-Time-Warner-Cable

Accorpando Time Warner Cable, Comcast avrebbe finito non solo per gestire circa 30 milioni di utenti via cavo, cioè quasi il 30% di questo comparto della pay-tv, ma soprattutto il 35-40% del mercato della banda larga, almeno stando a quanto recriminato dai competitor, con tutte le conseguenze che ciò avrebbe potuto comportare in termini di net neutrality. Tra i colossi dell’audiovisivo, in effetti, Comcast è stato tra i primi a preoccuparsi di lanciare un’offerta legale di film e serie tv online aperta a tutti gli utenti del web e pronta a competere, se non con i leader dello SVOD (subscrption video on demand), quantomeno coi principali portali per il noleggio di film e serie tv.

All’epoca dell’annuncio dell’inglobamento, Comcast vantava già al proprio attivo un  sistema di intrattenimento cloud chiamato X1, 50 mila titoli on demand via cavo e più di 300 mila via streaming tramite XfinityTV.com, senza contare l’app mobile del servizio di VOD e un lettore DVR cloud brandizzato. Uno stato di cose che negli ultimi mesi sembra aver suscitato lo scetticismo non solo dei nuovi player del mercato audiovisivo online ma anche quelli degli organi statali per la tutela della concorrenza, soprattutto in virtù di un cambiamento negli standard di trasmissione via banda larga che avrebbero portato il nuovo soggetto addirittura a una quota di mercato del 57%.

I responsabili della compagnia non hanno ancora confermato la notizia del dietrofront, ma sembra proprio che Netflix possa cominciare a tirare un sospiro di sollievo, almeno sul fronte USA.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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