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Il Ragazzo Invisibile: arriva il nuovo supereroe del cinema italiano di genere

Scontrarsi non solo con la corazzata delle commedie nostrane, ma anche con le grandi saghe mondiali e il miglior cinema d’animazione: per essere un giovane supereroe in erba, Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores parte con una missione tutt’altro che facile,  cioè dimostrare che nel panorama italiano c’è ancora spazio per produzioni di genere. E non dolo per il low…

Scontrarsi non solo con la corazzata delle commedie nostrane, ma anche con le grandi saghe mondiali e il miglior cinema d’animazione: per essere un giovane supereroe in erba, Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores parte con una missione tutt’altro che facile,  cioè dimostrare che nel panorama italiano c’è ancora spazio per produzioni di genere. E non dolo per il low budget di nicchia ma per titoli mainstream destinati a un pubblico vasto, comprensivo di giovani e famiglie. Questa la scommessa della Indigo Film, che fresca di Oscar per La Grande Bellezza punta a regalare al nostro mercato un’altra vittoria, cioè riguadagnare una varietà nell’offerta ormai persa da molti anni e invece cartina di tornasole di un’industria  solida e vivace.

Il-Ragazzo-Invisibile

Come ha spiegato il produttore Nicola Giuliano, presentando oggi il titolo a Roma: “Con Indigo ci siamo chiesti perché in Italia non facciamo  questo genere di film, e ci siamo risposti che era arrivato momento di provare a farlo. La grande sfida è vedere se il nostro pubblico è disposto ad accettare che questo tipo di cinema venga realizzato nel nostro Paese. In passato il western è stato rivitalizzato da Leone e l’horror da Dario Argento, non vedo perché non si dovrebbe provare qualcosa di simile anche con i supereroi”. 

Per lanciare questo sasso nello stagno del nostro panorama cinematografico è stato necessario pensare a un film con le caratteristiche base di un cinecomic, ma “localizzato” in Italia e con delle accortezze nella scrittura che tenessero conto di un budget alto per gli standard nazionali (8 milioni di euro), ma assolutamente non paragonabile con quello dei kolossal hollywoodiani. “Nel film abbiamo messo soprattutto il nostro immaginario di bambini degli anni ’80, quindi non solo film di supereroi ma anche i nostri ricordi dei fantasy e dei film di avventura – Ha detto a proposito la co-sceneggiatrice Ludovica RampoldiQuando scrivi non ti preoccupi del budget però sapevamo che tutto il film sarebbe costato quanto un minuto de I Guardiani  della Galassia e così abbiamo cercato una chiave più europea alla scrittura, concentrandoci su personaggi ed emozioni. La chiave che abbiamo scelto è stato lo spaesamento dell’adolescenza, di quel periodo della vita in cui si cerca il proprio posto nel mondo e una missione che spinga all’avventura”

Protagonista del film è infatti un ragazzo di 14 anni, Michele, che conduce una vita piuttosto normale in una città tranquilla come Trieste. Questo finché, indossato uno strambo costume di Halloween, non diventa invisibile e ha finalmente l’opportunità di rifarsi di tanti torti subiti a scuola, ma anche di aiutare i suoi compagni di scuola, tra cui si moltiplicano delle misteriose sparizioni. 

Per il regista, Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile è stato invece un modo di recuperare il cinema fantastico esplorato già con Nirvana, e dunque di rimettere a servizio dell’arte quel “piccolo superpotere acquisito anni fa con la vittoria dell’Oscar”, che gli ha permesso e gli permette di sperimentare con progetti preclusi ad altri filmmaker.

Accompagnato dalla pubblicazione di tre albi a fumetti, d aparte di panini, e anche da un romanzo, il film sarà il titolo di Natale di Rai Cinema e uscirà almeno in 400 copie, con una strategia perciò molto ambiziosa, che ha già messo in cantiere addirittura il sequel del primo film.

“Sono cresciuto con la Marvel e ho sempre desiderato di avere un superpotere, così come penso desiderino tutti i ragazzini italiani – ha concluso Giuliano – Questo, a differenza di altri film stranieri, ambisce a permetter loro  di riconoscersi fino in fondo, e allo stesso tempo mira a posizionarsi presso un bacino di pubblico immenso, quello di bambini e adolescenti, che è assurdo lasciare scoperto”. 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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