Il cinema al femminile in Europa è al centro dell’ultimo report pubblicato dall’European Audiovisual Observatory che ha analizzato lo stato dell’arte e l’evoluzione tra il 2003 e il 2012 della presenza femminile nella cinematografia europea. Il dato che balza all’occhio è che solo il 16,3% dei film europei prodotti tra il 2003 e il 2012 sono stati diretti da registe donne. Una percentuale che scende ancora se si considerano le presenze registrate de questi film pari all’8,9% del totale dei film europei nello stesso periodo: 9.072 titoli per 3,2 miliardi di presenze.

Molti dei film europei sono usciti nei rispettivi paesi di realizzazione ma solo il 52,8% ha avuto una distribuzione internazionale; in questo caso non ci sono rilevanti differenze di genere. I film che hanno avuto almeno un’uscita internazionale diretti da domnne sono pari al 52,5%, mentre se il regista è un uomo la percentuale si attesta al 53,2%. La differenza sta nel numero di presenze registrate: 29,4% per i film a direzione femminile, 36,6% per gli altri. Se si passa ad analizzare le produzioni dall’incasso più alto l’1% dei film che hanno performato meglio diretti da uomini (75 su 7.479 titoli) ha registrato il 38,3% di presenze, mentre l’1% di film dal maggiore incasso diretti da donne (15 su 1.479 titoli) ha registrato il 23,7% di presenze. I paesi dove le donne realizzano più film sono Paesi Bassi, Finlandia e Svezia (con percentuali attorno al 25% dei film prodotti in totale). L’Italia non compare nei primi 10.

Se si guardano i dati il periodo dal 2008 al 2012 vede comunuque una crescita della cinematografia femminile: +2,1% dei film realizzati e +1,2% in termini di presenze. I paesi che hanno avuto un incremento positivo in volume di produzione, numero di presenze e performance dei film diretti da donne sono limitati a una stretta cerchia: Danimarca, Paesi Bassi, Polonia e Turchia.