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Film online: il 70% dei cittadini europei li scarica e il 55% li guarda in streaming

Legale o illegale che sia, la visione del cinema in Rete non può più considerarsi una pratica collaterale o minoritaria nell’ambito del consumo audiovisivo. A dimostrarlo è arrivato anche uno studio della Commissione Europea, che compie anche una classificazione del pubblico cinematografico comunitario.

Legale o illegale che sia, la visione del cinema in Rete non può più considerarsi una pratica collaterale o minoritaria nell’ambito del  consumo audiovisivo.  A dimostrarlo è arrivato anche uno studio della Commissione Europea che ha messo in luce come il 70% dei cittadini comunitari usi il web per fruire di film in download o in streaming, così come il 40% dei possessori di smartphone e il 60% di quelli di tablet usi il proprio dispositivo mobile per fruire di questo tipo di prodotto.

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La ricerca non fa distinzione tra offerta legale e illegale, ma quest’ultima può essere comparata all’alta percentuale di rispondenti che ha dichiarato di scaricare (68%) o di riprodurre in streaming in modo gratuito (55%) i film in Rete. Un pubblico composto soprattutto da cinefili giovani, residenti in città e con un buon livello di istruzione, interessati alla diversità del panorama cinematografico ma scoraggiati dai costi e dalla scelta limitata dell’offerta legale. Problematico anche lo stato del circuito theatrical: il 14% dei partecipanti all’indagine non ha sale cinematografiche a meno di 30 minuti da casa, con picchi che possono raggiungere anche il 37% in Paesi come Romania e il 27% in Lituania.

Lo studio fotografa insomma un comportamento ormai abitudinale nel campione preso in considerazione, che comprende circa 5.000 persone tra i 4 e 50 anni appartenenti a 10 Stati membri (Regno Unito, Francia,  Italia, Spagna, Germania, Polonia, Croazia, Romania, Lituania e Danimarca). Interessante anche la divisione per categorie di consumo operata dallo studio:

–       I filmomani iperconnessi rappresentano il 24% degli spettatori europei. Sono per lo più nativi digitali, quindi giovani e di sesso maschile, residenti nelle aree urbane. Altamente impegnati nel campo dei media e della cultura, dispongono di una buona dotazione di device multimediali.

–       I cine-selettivi indipendenti con poco tempo a disposizione costituiscono il 22% degli spettatori. Si collocano per lo più nella fascia demografica degli adulti con pochi o nessun figlio, con una prevalenza di donne tra i 26 e i 50. Hanno reddito medio, un’istruzione abbastanza elevata e operano nell’ambito dell’insegnamento o in quello universitario.

–       Gli appassionati dei film di cassetta che fanno tendenza sono invece il 16%. Interessati principalmente a quel tipo di prodotto, in particolare americano, possiedono un profilo socio-demografico e una dotazione di dispositivi multimediali nella media. Vivono in zone meno urbanizzate con un accesso più limitato alle sale.

–       Hanno una fetta del 21% gli spettatori occasionali di film di grande richiamo, che ovviamente guardano meno film e mostrano in generale minor interesse rispetto al settore media e cultura. Si tratta per lo più di un pubblico femminile giovane, residente in zone semi-urbane o rurali e ancora in età scolare. Nonostante la minor “voracità”  cinematografica, la categoria mostra un interesse relativamente forte  per i film europei.

–       Gli indifferenti nei confronti del cinema rappresentano infine il 16% degli spettatori europei di film. Non solo guardano meno titoli rispetto ad altre categorie, ma risultano anche fuori dalla maggior parte delle attività culturali diverse dalla televisione e dai videogiochi. Sono per lo maggior parte maschi giovani o anziani, con livelli di istruzione più bassi, minor reddito e residenza in zone rurali e semi-urbane. Dispongono limitatamente di dispositivi e servizi multimediali e mostrano interesse quasi solo per film d’azione, comemdie e blockbuster statunitensi.

Consolante comunque il dato secondo cui la quasi totalità dei cittadini europei guarda film almeno occasionalmente (97%). Tra gli altri rilevamenti dello studio c’è il numero di film europei prodotti ogni anno, circa mille, di cui la maggior parte distribuita però soltanto nel Paese di realizzazione.

 

Fonte: Commissione UE

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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