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Lo SVOD aumenta la sua quota di mercato: una minaccia per le pay-tv? [UPDATE]

I servizi che offrono serial e film in streaming aumentano la propria penetrazione nel mercato e raggiungono ora il 27% delle abitazioni statunitensi dotate di banda larga. Si riduce la forbice con HBO e le altre televisioni premium.

Negli ultimi due anni i network televisivi statunitensi come HBO, Showtime e altre premium tv hanno visto il proprio bacino di abbonati contrarsi di sei punti percentuali, mentre servizi di subscrption video on demand quali Netflix hanno conosciuto una crescita praticamente parallela dei propri iscritti, aumentati del 4%. A sostenerlo è uno studio condotto dall’NPD Group, che mette in correlazione l’andamento dell’utenza dei broadcaster tradizionali, nel 2012-2013,  con quella delle nuove piattaforme che offrono programmi televisivi e film tramite streaming. Ne è risultato che i primi, nel periodo di analisi, sono passati da una presenza del 38% all’interno dei nuclei familiari dotati di connessione internet, a una del 32%. Allo stesso tempo, Netflix e le altre compagnie di SVOD hanno ampliato la propria penetrazione del mercato, tanto da poter vantare oggi una diffusione nel 27% delle case americane connesse.

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Di questi servizi, la compagnia guidata da Reed Hastings rimane senza dubbio il leader indiscusso, anche se della crescita sembrano aver beneficiato maggiormente competitor come Hulu Plus e Amazon Prime. Nello scorso anno, ad esempio, la quota di film e serial fruiti online detenuta da Netflix è scesa di tre punti percentuali, pur restando ancorata a un solido 90%. Nel frattempo, i già citati concorrenti sono invece cresciuti rispettivamente del 2 e dell’1%, ma con una “fetta” molto più piccola pari a 8 e 2 punti percentuali.

Questo significa che il subscription video on demand sta erodendo l’audience televisiva tradizionale? Non tutti i pareri sono concordi a riguardo. Uno studio rilasciato quasi in contemporanea da The Diffusion Group, ha sottolineato da parte sua come 9 su 10 utenti di banda larga risultino anche abbonati ad almeno una pay-tv, con percentuali più alte nella fascia demografica sopra i 35 anni. L’88% degli americani al di sopra di quell’età non sembrano insomma intenzionati ad abbandonare un operatore per un altro, e le due offerte che, almeno per ora, sembrano continuare a convivere senza troppa tensione e danni reciproci.

UPDATE: Non solo: a seguito della diffusione dei risultati della ricerca sulle testate di settore, diversi operatori statunitensi hanno criticato l’accuratezza dei dati presentati da NPD Group, sottolineando le buone performance dei propri servizi. “Abbiamo aggiunto un milione di abbonati all’anno in 6 egli ultimi 7 anni” ha dichiarato un portavoce di Showtime, e ha aggiunto: “Tutte le principali pay-tv negli ultimi due anni hanno visto aumentare sia il numero di utenti che la propria penetrazione. I dati semplicemente non rispecchiano l’ammontare attuale degli abbonamenti”.

 

Fonte: Deadline, Home Media MagazineLos Angeles Times

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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