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Federculture, 2013: calano i consumi culturali, quasi il 40% degli italiani rinuncia all’intrattenimento extradomestico

Bassa la fetta del reddito familiare mediamente destinata alla cultura. In contrazione anche fondi pubblici e sponsorizzazioni private. Ecco la scura fotografia del Rapporto Annuale pubblicato dall’associazione nazionale dei soggetti operanti nel campo delle politiche e delle attività culturali.

Nonostante si dica spesso che la cultura funzioni in modo anticiclico rispetto alle congiunture economiche, nel 2013 la crisi non ha mancato di pesare su tutto il comparto, facendo calare non solo la spesa nel settore, ma anche il numero di italiani che vi si sono dedicati nel corso dell’anno, cioè 39 su 100 (-3,7%). Questo è quanto emerge dal Rapporto Federculture 2013, presentato oggi alla Camera dei Deputati, che scatta una fotografia non certo rosea dell’industria. Per quanto la produzione culturale e creativa valga 75,5 miliardi di euro, pari al 5,4% del Pil, e dia occupazione a 1,4 miliardi di persone, la domanda di attività culturali ha subito nel 2013 una contrazione su diversi fronti.

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Più di cinque su dieci sono i connazionali che non hanno letto neanche un libro nel corso dell’anno, pari al 57% della popolazione e in aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2012. Raggiunge il 38,9% la fetta di italiani che non ha fruito di alcun tipo di intrattenimento culturale extradomestico, mentre si riduce ovviamente la spesa pro capite per teatro, cinema e visite a musei, mostre, siti archeologici e monumenti. La quota del budget familiare destinato ai consumi culturali ha una media del 7,1%: nel Regno Unito è del 10,6%.

La situazione non migliora se si prendono in considerazione i contributi pubblici, con le risorse del Mibact quasi dimezzate nel corso di un decennio. Oggi il ministero dispone di un miliardo e mezzo, vale a dire lo 0,20% del bilancio dello Stato, e le perdita stenta a trovare compensazione a livello locale, con i Comuni che pure hanno ridotto gli investimenti nel settore (si parla di un taglio dell’11% nell’ultimo anno per cui sono noti i bilanci, cioè il 2010).

Ad aiutare, secondo Federculture, non sono nemmeno i privati, con sponsorizzazioni e fondi bancari in diminuzione di circa il 40% negli ultimi 5 anni, né le nuove tecnologie, che vedono il nostro Paese all’ultimo posto in Europa per accesso e uso delle risorse digitali.

 

Fonte: Sole24Ore

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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