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Conferenza Nazionale del Cinema: televisioni, incentivi e finestre al centro dell’Agenda degli operatori del settore

Dopo i tavoli del 5 novembre il Festival Internazionale del Film di Roma ospita un incontro per riassumere gli interventi auspicati dai diversi comparti dell’audiovisivo e quelli su cui intende concentrarsi nel prossimo futuro l’azione del MiBACT.

“Erano molti anni che tutto il comparto audiovisivo non aveva occasione di incontrarsi e discutere sui temi centrali per il settore”. Così il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha ribadito la necessità della Conferenza Nazionale del Cinema: un momento di confronto e discussione aperto a tutti gli operatori, ma anche ai semplici interessati, del mercato della settima arte, che si è stato ospitato il 5 novembre presso il Centro Sperimentale di Cinematografia  e i cui risultati sono stati riassunti in un’agenda operativa presentata oggi in occasione del Festival Internazionale del Film di Roma.

romacinemafest

I punti su cui si focalizzerà l’attenzione del MiBACT sono, prima di tutto, un miglior coordinamento tra livello statale e livello regionale, anche per consentire una maggior standardizzazione dei servizi previsti dalle diverse Film Commission, e la questione del rapporto con la UE,  per uno sfruttamento più organizzato delle risorse messe a disposizione dalle istituzioni comunitarie. Per quanto riguarda  quelle ministeriali, invece, si continua a sottolineare la centralità degli incentivi fiscali, pur riconoscendo l’esigenza di ottimizzare i contributi per quelle tipologie di prodotto più deboli sul mercato. In primo piano anche il ruolo di scuola e formazione, in modo da diffondere nelle nuove generazioni sia la conoscenza dei grandi autori del cinema italiano sia l’alfabetizzazione mediatica. Discussa anche la possibilità dell’unificazione di Archivio Luce e Cineteca Nazionale, oltre ai vantaggi che deriverebbero dal mettere in rete le cineteche e i vari soggetti che si occupano del patrimonio della settima arte.

Nel corso della Conferenza si è parlato inoltre di ipotesi più o meno ricorrenti (finora mai implementate) come l’introduzione di nuovi modelli di sostegno: da un prelievo di filiera “moderno”, capace cioè di includere i dispositivi più recenti per la fruizione audiovisiva,  a un’apposita lotteria nazionale, con premi non solo in denaro ma anche in biglietti e tessere per il cinema. Uno dei principali nodi continua però a essere la necessità di rivedere rapporti con il sistema televisivo e, in particolare, con quel duopolio che riverbera le sue conseguenze anche sul mercato cinematografico.

Se il MiBACT, come ha detto Bray, ha inteso l’evento del 5 novembre come “una sorta di nuovo inizio per volgerci insieme in maniera positiva a guardare verso il futuro”, delineando nuove ipotesi condivise di sviluppo e un’agenda sostenibile  per un intervento organico nel settore, le diverse categorie, dal canto loro, hanno già ben presenti le rispettive priorità.

Commentando gli esiti dell’incontro, l’Associazione Giovani Produttori Cinematografici si è concentrata ad esempio sull’esigenza di rendere lo strumento del tax credit più facilmente fruibile anche dai progetti più piccoli, con riferimento tanto al credito di imposta interno quanto a quello destinato agli investitori esterni. A tal proposito, è stata citata anche l’idea di estendere  gli incentivi fiscali al crowdfunding, il finanziamento dal basso tramite web, che negli Stati Uniti rappresenta una delle nuove strade più battute dalle produzioni, indipendenti e non.

Estremamente decisa poi la posizione espressa da Riccardo Tozzi, presidente ANICA:

“Dalla Conferenza è emersa in modo trasversale la necessità  di mettere al centro del sistema delle comunicazioni le tv, il cui investimento in 5 anni si è più che dimezzato. Le televisioni sono il cuore del problema, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello dei di diritti. Un livello di investimento così basso, frammentato e standardizzato colpisce le capacità di accesso, la varietà del prodotto e la sperimentazione”.

Dal punto di vista pratico, quel che ne emerge è perciò :

 “La domanda di un referente istituzionale, che questo mondo non ha mai avuto perché in questi anni è sempre stato mantenuto nelle mani del sistema dei partiti.  Sistema che nel bene e nel male sta crollando e per la prima volta lascia intravedere non solo l’esigenza ma anche la possibilità di un intervento istituzionale. Per questo il tema della televisione è centrale. La comunicazione e l’industria culturale sono una grande possibilità per il Paese, che però viene negata dall’assetto attuale del sistema audiovisivo”.

Secondo Francesco Bruni, dei 100autori:

“La riappropriazione dei diritti degli autori e  dei produttori rispetto ai broadcaster sarebbe una grande rivoluzione, che permetterebbe alle emittenti di rimettere il prodotto al centro della loro programmazione. Il vero blocco creativo e produttivo nasce dal duopolio,  reso sempre più  inadeguato dai nuovi canali di fruizione e riflesso a cascata nella distribuzione che Rai e Mediaset fanno nel cinema. Bisogna ricreare la catena di valore della diffusione del prodotto cinematografico e ripensare il sostegno pubblico”

La proposta degli autori,  in particolare, prevede di correggere il  meccanismo del tax credit in modo che non vada principalmente a vantaggio delle produzioni già più forti sul mercato, e che si crei una riserva obbligatoria da cui trarre gli incentivi ai produttori impegnati nel cosiddetto “cinema difficile”. La proposta, in pratica, si sostanzia nella reintroduzione di un contributo selettivo, distribuito in base a criteri qualitativi e alla valutazione di un’apposita commissione. Caldeggiata infine l’ipotesi di una riduzione delle finestre e delle uscite day-and-date in sala e su altri media, mentre si chiedono maggior trasparenza e liberalizzazione nel settore distributivo, oltre al sostegno del piccolo esercizio attualmente in fase critica.

Compatte infine ANEC e ANEM, le associazioni degli esercenti cinema e multiplex, nel chiedere fermamente che venga ritirata la proposta  di tagli al tax credit per le sale, misura vista con estrema preoccupazione da un settore già fortemente scosso dall’obbligo di riconversione al digitale e dalla sempre crescente pressione fiscale.

Da notare, infine, come anche il ministro Bray abbia espresso vivo interesse per i nuovi modelli del consumo cinematografico e in particolare verso il video on demand, riconosciuto quale luogo virtuale di fruizione del film, in grado di convivere e finanche di sostenere l’esercizio tradizionale in un momento di particolare criticità.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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