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I distributori inglesi chiedono maggior flessibilità sulle windows

“È evidente come la sostenibilità del cinema debba basarsi sulle modalità con cui i film vanno alla ricerca e localizzano il proprio pubblico”, ha detto il presidente della FDA, David Puttnam, chiedendo i margini per elaborare strategie di lancio ritagliate su ciascun titolo.

C’è bisogno di maggior flessibilità sulle finestre per mantenere il settore su di una strada salutare: l’incitazione proviene da David Puttnam, presidente della britannica FDA – Film Distributors’ Association, intervenuto sul tema nel corso dell’assemblea annuale dell’organismo da lui rappresentato.  Non si tratta tuttavia di una presa di posizione radicale, poiché quello che viene richiesto, ha specificato Puttnam, non è il “collasso completo” dei periodi di esclusiva, ma nemmeno “esperimenti occasionali e marginali” non in grado di incidere effettivamente sul sistema di windows.

 

Nonostante il theatrical resti un fondamentale quanto efficace trampolino di lancio per il cinema inglese, secondo il presidente dei distributori UK sarebbe ormai arrivato il momento di “garantire sufficiente e moderna flessibilità ai detentori dei diritti, in modo da consentir loro di modellare appropriate strategie individuali per ciascuna uscita”, soprattutto in un contesto di mercato e tecnologico  in cui “non esiste alcun piano univoco che possa adattarsi a ogni film”. Per rivedere il modello tradizionale dei tre mesi di esclusiva delle sale, è stato ovviamente chiamato in causa anche il caso degli Stati Uniti, dove pratiche diverse di distribuzione non avrebbero dato alcuna prova di danneggiare i risultati delle sale.  Anzi, è stato sottolineato, “gli americani restano il pubblico a spendere di più in cinema, con un esborso pro capite di circa 80 dollari” e un box office che a fine 2012 si è attestato sulla cifra record di 10,8 miliardi di dollari.

Anche il mercato cinematografico inglese, l’anno passato, ha ottenuto ottime performance, grazie ai guadagni record di Skyfall e a un incasso complessivo di 1,1 miliardi di sterline, che pone la Gran Bretagna ai primi posti in Europa e nel mondo. Nonostante questo, secondo Puttnam non sarebbero da sottovalutare i segnali meno incoraggianti provenienti dal fronte dei biglietti venduti, il cui andamento è rimasto piatto negli ultimi dieci anni attestandosi intorno ai 170 milioni.

“È evidente come la sostenibilità del cinema debba basarsi sulle modalità con cui i film vanno alla ricerca e localizzano il proprio pubblico”, ha detto in particolare il presidente dei distributori. Il settore dovrebbe perciò fermarsi al più presto a riflettere su quanto accaduto in altri comparti dell’intrattenimento quali musica e televisione, in cui l’affermarsi del digitale ha rivoluzionato i modelli di consumo a livello globale. Non da ultimo nel Regno Unito, dove la BBC ha cominciato a rendere disponibili i programmi sul proprio servizio online di video on demand, iPlayer, ancora prima che  sui canali tradizionali, e dove l’appena sbarcata Netflix ha rotto gli schemi, offrendo insieme tutti e tredici gli episodi del suo nuovo serial House of Cards.

 

Fonte: The Hollywood Reporter

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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