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YouTube arriva al miliardo di utenti e presenta la “Generazione C”

Nuovo traguardo di spettatori mensili per il portale video di Google, che intanto definisce le caratteristiche del suo pubblico di riferimento. Sempre connesso, su tutti i device e con una spiccata propensione verso la cura e la condivisione dei contenuti.

Le ultime stime ufficiali parlavano di oltre 800 milioni di internauti attivi mensilmente, ieri invece l’hub video più famoso del mondo ha fatto sapere di aver superato la soglia psicologica del miliardo di utenti, specificando anche come si traduca in termini pratici questo traguardo. Un tale bacino di spettatori significa, prima di tutto, che quasi la metà di chi si connette a internet visita YouTube, e che l’audience mensile del portale è dieci volte quella di un Super Bowl (l’evento più importante della stagione televisiva americana).

La piattaforma per il videosharing di Google ci ha tenuto inoltre a sottolineare che se i suoi utenti fossero cittadini di un Paese, si tratterebbe del terzo Paese più grande del mondo dopo Cina e India, e che per eguagliare un pubblico del genere, anche artisti popolari come PSY e Madonna dovrebbero esibirsi difronte al  Madison Square Garden al completo almeno 200 mila volte. Senza dubbio un messaggio lanciato a partner irrequieti come VEVO e a agli inserzionisti pubblicitari, chiamati a considerare il volume di audience offerto da YouTube in confronto a un network tradizionale.

Un miliardo di utenti mensili, tuttavia, secondo Google vuol dire molto di più, e cioè una generazione con un nuovo approccio non solo al consumo di video online, ma ai social network e alla Rete in generale. Già ribattezzata come “Generation C”, è stata la stessa Big G a descriverne nel dettaglio le fattezze in un report pubblicato sul suo portale “Think Insights”.  La prima cosa da sapere è che non si tratta di una fascia di internauti strettamente categorizzabili per età, bensì di uno “stato mentale”, determinato appunto da quattro C: creazione, cura, connessione e comunità.

In poche parole, il pubblico di riferimento di YouTube non si distinguerebbe solo per la frequenza di connessione al portale attraverso tutti i device e in qualunque momento, ma anche per altre caratteristiche chiave, ad esmepio il profondo bisogno di esprimersi attraverso creazioni personali quali foto, video, meme e mash-up autoprodotti di vari contenuti. Altra particolarità fondamentale, anche dal punto di vista degli investitori, la Generazione C sarebbe quella capace di determinare gusti e tendenze sulla Rete, con un’influenza sulle decisioni di acquisto che secondo Google può essere tradotta in 500 miliardi di dollari l’anno nei soli Stati Uniti.

Neanche a dirlo, i membri di questa nuova generazione investirebbero notevolmente sui social network dal punto di vista identitario, definendo la propria personalità anche attraverso i “mi piace”,  le condivisioni, i commenti e i retweet. Senza contare la maggior propensione (almeno il doppio) a fruire dei contenuti audiovisivi tramite YouTube e il minore interesse verso la tv tradizionale.

Costantemente connessa attraverso vari dispositivi, la Generazione C accede a YouTube tramite smartphone praticamente quanto tramite computer, tanto che il tempo speso sul portale tramite mobile è aumentato del 74% in un solo anno. Infine, e non da ultimo, la nuova categoria terrebbe in molta più considerazione la pertinenza e l’originalità dei contenuti, alimentando con piacere le conversazioni che riguardano i propri interessi (tradotto: anche quelle basate su contenuti sponsorizzati, se questi riescono a ritagliarsi sulla sensibilità del singolo utente).

Celebrando il suo traguardo di pubblico, ecco dunque che YouTube ha anche definito il proprio spettatore medio, con occhio evidentemente attento agli investimenti pubblicitari e senza troppo interesse nel procedere verso un modello diverso. Vedi in particolare l’introduzione di canali ad abbonamento, ipotesi che come hanno confermato i dirigenti del portale, necessita ancora di studio ed approfondimento prima di poter essere considerata di qualche effettività.

 

Fonte: TechCrunch, Think Insights

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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