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Procacci: l’allungamento della stagione non è per il cinema d’autore.

A distanza di qualche mese dalle polemiche estive sulla mancanza di film italiani in sala, il produttore di Fandango risponde in occasione dell’uscita di Reality, il film di Matteo Garrone Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes. E rimbalza le polemiche alle distribuzioni che portano in sala titoli meno “difficili”.

“Dopo il Festival di Cannes, non solo i giornalisti e la critica, ma tutti i presidenti di qualunque associazione hanno detto che questo film sarebbe dovuto uscire prima. Anche molti esercenti hanno dichiarato di aver chiuso prima le sale, perché Reality e il film di Bertolucci sarebbero stati distribuiti in autunno”. Con questa premessa Domenico Procacci, patron di  Fandango e produttore dell’atteso film di Matteo Garrone in uscita nelle sale il 28 settembre (tra i papabili per rappresentare l’Italia agli Oscar), ha colto l’occasione dell’anteprima per la stampa del film per affrontare la questione dell’allungamento della stagione cinematografica. Un tema risultato molto acceso quest’ultima estate, in cui gli esercenti, ma anche altre categorie del settore, hanno criticato il calo vertiginoso di prodotto offerto dalle distribuzioni al già latitante pubblico dei mesi caldi dell’anno, con particolare riferimento alla quasi totale assenza di titoli italiani da proiettare in sala (il nostro articolo QUI).

Molti si aspettavano, in particolare, che almeno i film presentati a Cannes come il ritorno alla regia di Bernardo Bertolucci, Io e Te, o il Gran Premio della Giuria Reality tentassero la via del grande schermo a ridosso della kermesse. Ed è proprio a tale aspettativa che Procacci ha voluto ribattere, chiamando in causa la specificità dei due film in questione. Ecco la sua dichiarazione

“Sappiamo che l’allungamento della stagione è difficile, e funziona soprattutto se ci sono dei titoli molto molto forti, in particolare hollywoodiani. In un sistema come il nostro, chiedere perciò che autori che escono ogni 4 o 10 anni giochino ad “allunghiamo la stagione”, mi sembra una pretesa poco condivisibile. Tanto più in un’industria che poggia soprattutto su due grandi investitori, tra cui Mediaset e derivati, e in cui abbiamo registi che fanno più di un film all’anno, o magari due contemporaneamente. Sarebbe meglio puntare su quelli, sperando poi che si apra anche lo spazio per i film d’autore”.

 

Secondo i dati rilasciati da Cinetel, nel periodo compreso tra il primo maggio e il 19 agosto, il calo di presenze nelle sale italiane è stato del 33,6% rispetto al medesimo lasso di tempo del 2011. I biglietti staccati sono stati 13,4 milioni, contro i 20,3 dell’anno precedente, mentre gli incassi sono passati da 137,2 milioni di euro a 87,6 milioni, con una perdita pari a circa il 36% rispetto all’estate 2011.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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