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La nuova frontiera delle web tv? Il crowdfunding.

Per chi vuole lanciarsi nella produzione delle sempre più popolari web series, c’è Mobcaster: la piattaforma che permette di farsi finanziare le serie direttamente dal proprio pubblico. Rigorosamente online…

Le web series, e le web tv in generale, sono un fenomeno sempre più in esplosione, che ha conquistato anche colossi come Fox, e YouTube, oramai decisa a lanciare una propria programmazione multicanale come un vero broadcaster, mentre Netflix e Hulu sono passate alla produzione in proprio di serial destinati agli abbonati. A fronte di un notevole sviluppo, si pone però il problema di monetizzare questa nuova mole di offerta, tanto che alcuni dei principali player del settore quali YouTube, Yahoo, AOL, Hulu e Microsoft, affiancati anche dall’emittente NBC, hanno deciso di organizzare i propri “Upfront”, cioè degli incontri professionali a cadenza annuale con potenziali inserzionisti. Le web series non sono però solo un fenomeno da Silicon Valley: nascono spesso da produzioni low budget, di dimensioni molto ridotte se non proprio amatoriali. Per i prodotti più interessanti, può esserci tuttavia una strada per ottenere capitali anche senza essere affiliati a qualche colosso di Internet: il crowdfunding.

 

la diffusione dei siti di crowdfunding nel mondo - fonte Next tv

Se la parola chiave della cultura del web è la condivisione, in effetti non si vede perché ciò non debba funzionare anche per quanto riguarda i contenuti audiovisivi. Recentemente, ad esempio, il fenomeno di lungo corso Ze Frank è potuto tornare a produrre il suo The Show attraverso Kickstarter, una delle piattaforme più note che operano in questo settore, cioè il finanziamento “dal basso” di progetti creativi. Si tratta di siti dove proporre le proprie idee, il budget per realizzarle e le “ricompense” per chi deciderà di finanziarle con cifre anche modeste, dato che le somme richieste possono essere raggiunte tramite più offerte. Il meccanismo è piuttosto semplice e ovviamente di grande interesse nell’attuale congiuntura economica, perciò si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo. In Italia, ad esempio, quasi un anno fa ha aperto i battenti Eppela, e si possono trovare anche Kapipal, BuskerLabel e Starteed. Ma l’evoluzione del crowdfunding riguarda allo stesso modo la specializzazione per settori, tra cui appunto si annovera quello dei media e della web tv. Sempre dal 2011, è infatti attiva Mobcaster, una piattaforma in cui gli aspiranti realizzatori di serial televisivi possono postare un proprio “pitch” di 150 secondi, tentando di convincere il pubblico online o magari qualche network a finanziare il telefilm.

 

Crowdfunding - fonte: Repubblica.it

A differenza di quanto si potrebbe pensare, tuttavia, il sito è stato creato più con l’idea di giovare ai broadcaster che agli autori in cerca di una chance. Il suo fondatore, Aubrey Levy, dice di averlo pensato per rispondere a un problema che ha potuto osservare in quanto attore, autore e media strategist di HBO: come ha rivelato a Forbes, gli sembrava assurdo che in un’epoca di massima interattività, in cui il pubblico può far sentire la propria voce e determinare cosa, come, e quando produrre, le emittenti continuassero a spendere milioni solo per scegliere quali episodi pilota prendere in considerazione e quali no. Secondo Levy, solo per la stagione del 2011 sarebbero stati spesi 145 milioni di dollari per produrre approssimativamente 75 pilot, di cui solo 25 sono andati in onda e di cui solo 5 vedranno verosimilmente una seconda stagione.

Mobcaster potrebbe dunque rappresentare un modo per abbattere questi costi, ottimizzando la produzione televisiva. Ma per adesso il vantaggio immediato è ovviamente per gli autori: il primo successo in questo campo è stata The Weatherman, una sitcom australiana che, come da titolo, vede per protagonista un bizzarro metereologo.  I 6 episodi della serie sono stati realizzati dalla Dark Heart Productions con più di 70 mila dollari messi a disposizione da 103 diversi “execs” (abbreviazione di executives e soprannome dei finanziatori attivi su Mobcaster), che in cambio hanno ottenuto, a seconda della cifra stanziata, la citazione nei titoli di coda, la citazione all’interno dello stesso show televisivo o addirittura un’apparizione come guest star.  Il sito inoltre ha altri due pitch che hanno raggiunto il budget preventivato, rispettivamente di 15 mila e 2500 dollari.  I numeri non sono certo quelli di un’emittente televisiva nazionale ma, come si suol dire, tentar non nuoce, tanto più che la percentuale da corrispondere alla piattaforma per il suo ruolo di mediazione è piuttosto ragionevole: si tratta solo del 5% sui finanziamenti ottenuti, più altre provvigioni che aumentano a seconda del grado di avanzamento dei progetti. Infine, in mancanza di altri acquirenti, i realizzatori dei serial (chiamati Showrunner) che volessero trasmetterli direttamente sul sito, possono farlo attraverso la Mobcaster Tv, che non prevede nessun costo se non quello del revenue sharing, cioè la condivisione degli introiti provenienti dalle inserzioni pubblicitarie eventualmente inserite all’interno del programma. Il crowdfunding si configura perciò come uno strumento potenzialmente rivoluzionario, che se saprà trovare al sua strada potrebbe arrivare a scardinare routine di produzione, e magari anche di distribuzione, ormai fin troppo cristallizzate su modelli in cui non era previsto il grado di interazione con il pubblico permesso dal web 2.0.

 

Fonte: Forbes, Next Tv, Repubblica.it

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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