You are here
Home > Box Office > Box Office Italia > Hollywood, il box office del 2011 e i compiti per l’anno nuovo.

Hollywood, il box office del 2011 e i compiti per l’anno nuovo.

Negli Stati Uniti la corona del botteghino è per Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II, primo anche a livello globale con 1,3 miliardi di incasso. Buone le performance delle major “worldwide”, nonostante le sofferenze di un mercato interno alle prese con 3D, sovrapposizione dei titoli, produzioni a basso rischio e la riscossa del pubblico femminile.

Ci sono due dati contrastanti che dominano l’ultimo anno cinematografico USA in termini di risultati al botteghino: il primo è il calo di incassi e soprattutto di presenze, il secondo il buon andamento degli stessi a livello internazionale, con un record di oltre 13 miliardi di dollari.

incassi USA 2011

I titoli in entrambi i casi non variano di molto. Come riportato da Screenweek, negli Stati Uniti la corona del botteghino è stata guadagnata da Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II, che ha incassato più di 381 milioni di dollari, seguito da Transformers 3  (352 milioni) e The Twilight Saga: Breaking Dawn Parte 1 (quasi 273 milioni e mezzo). A seguire nella top 10 ancora il fortunato sequel di Una Notte da Leoni (254 milioni), l’ultimo capitolo della saga dei Pirati dei Caraibi, dal titolo Oltre i Confini del Mare, (241 milioni), ancora un altro franchise di lunga data come Fast & Furious 5 (209 milioni), il seguito del film d’animazione Pixar Cars (191 milioni), il nuovo film tratto dai comics Marvel Thor (181 milioni), il prequel L’Alba del Pianeta delle Scimmie (oltre 176 milioni) e infine ancora un “cine-fumetto”, Captain America: Il Primo Vendicatore  (pure intorno ai 176 milioni di dollari).

Molti di questi film si ritrovano inoltre nella classifica mondiale (che prendiamo sempre da Screenweek e vi riportiamo nell’infographic qui in basso ), con la variante fondamentale del confronto con il 2010, da cui emerge un aumento degli incassi di circa il 7% e un forte apprezzamento delle proiezioni in 3D. Fondamentale, secondo le fonti citate da Hollywood Reporter, anche il “fattore cinese”, dato che il box office del Celeste Impero ha fatto registrare un robusto +30% arrivando a toccare i due miliardi di dollari. Non solo: la Cina si sarebbe inoltre rivelata  il mercato più fiorente per Paramount (cui ha apportato da sola 303 milioni nel 2011), che compare anche al primo posto tra gli Studios hollywoodiani. Paramount ha infatti battuto anche il primato saldamente detenuto per anni da Warner Bros e si è qualificata come prima major ad aver superato complessivamente la soglia dei 3 miliardi di dollari (dovrebbe arrivare infatti a quota 3,19 e a  un +60% rispetto al 2010),  con alle spalle i 2,9 miliardi della rivale appena scavalcata (-2%)  e i 2,2 guadagnati da Disney (-5%).

incassi USA e worldwide 2011

Ciò conferma l’importanza dei mercati emergenti a livello internazionale, mentre sul fronte domestico degli USA molte sono le analisi effettuate rispetto a un dato decisamente negativo. Riferito non solo ai 10,2 miliardi di dollari di incasso totale,  in calo del 3,6% rispetto agli oltre 10 e mezzo del  2010, ma soprattutto a quei 1,28  miliardi di biglietti staccati, che rappresentano un decremento del 4,5% rispetto all’anno scorso nonché il risultato più sottotono degli ultimi 16 anni, stando alle stime che circolano sui media in questi giorni. Secondo Variety, per quanto i distributori possano riposare tranquilli sul buon risultato ottenuto negli altri Paesi e per il confronto a quanto pare sempre impari con “l’anno di Avatar“, ci sono alcune tendenze che meritano di essere prese in considerazione.

Prima di tutto il 3D, che ha mostrato risultati discordanti: sono stati 36 i film a tre dimensioni rilasciati dai principali Studios hollywoodiani, in deciso aumento rispetto ai 22 dell’anno precedente, e se i risultati complessivi al box office sono stati in aumento, è diminuita l’influenza del formato sugli incassi d’apertura dei singoli titoli, passata dal 60-70% a una media di circa 40 punti percentuali. D’altra parte, una delle più grandi sorprese dell’ultima stagione è stato proprio Il Re Leone rieditato in 3D, che ha portato alla Disney 150 milioni di dollari da tutto il mondo; così come in stereoscopia sono state realizzate alcune delle maggiori delusioni del 2011, come  Lanterna Verde (217 milioni totali su un costo di 200).

 

 

Altri trend rilevanti, sempre secondo Variety, vengono poi dalla buona performance delle commedie destinate al pubblico femminile come Bridesmaids – Le Amiche della Sposa e The Help (che hanno guadagnato entrambi circa 169 milioni negli USA), e dalla diminuzione dei titoli “corazzata”. Se sono 29 i film con più di 100 milioni di incasso, in aumento rispetto al 2010, nel 2011 sono stati solo due quelli in grado di superare i 300 (l’ultimo Harry Potter e Transformers) in confronto ai 5 dell’annata precedente. Fondamentale, inoltre, l’apporto dei film d’autore destinati a un pubblico meno vasto ma sempre in crescita: a sostenere il mercato delle “speciality”, per il magazine, sono stati in particolare la coda lunga del premio Oscar Il discorso del Re, il film di Woody Allen Midnight in Paris (56 milioni) e The Tree of Life (33 milioni).

Con il rialzo del box office USA natalizio, la previsione di Variety è perciò positiva: si stima che il trend rialzista continuerà anche nel 2012, e il confronto potrebbe rivelarsi meno complicato non avendo a che fare col film-evento di James Cameron. C’è chi tuttavia mette in evidenza qualche altro elemento di criticità nella produzione hollywoodiana. The Wrap, ad esempio, continua a puntare il dito contro il sovraffollamento dei week end cinematografici più caldi come quello del Ringraziamento, dove solo i Muppets secondo l’analisi del magazine hanno ottenuto un risultato soddisfacente. Intasamento che sarebbe stato sfiorato per un pelo anche nel corso delle ultime vacanze,  durante le quali tuttavia l’ampia scelta di film non sembra aver penalizzato eccessivamente i singoli risultati al botteghino grazie alla buona tenuta nelle sale.

Bloomberg ricorda inoltre la difficoltà nell’intercettare il giovane pubblico maschile e  la concorrenza di altri media, come i videogame, mentre sempre The Wrap accenna alla mancanza di propensione al rischio delle major, che quest’anno sembrano aver puntato quasi tutto su sequel, franchise e remake. E in effetti la classifica non sembra dar loro torto: i primi 7 titoli del 2011 sono seguiti, l’ottavo e il decimo adattamenti (che tra l’altro rientrano sotto il più ampio marchio Marvel), e il nono è un prequel. Ma sono sempre più le analisi che sostengono come questa grande fiducia riposta nelle saghe potrebbe a lungo andare dimostrarsi deleteria, soprattutto considerando come alcune di esse (Harry Potter e Twilight in primis) siano in via di esaurimento e non pare ce ne siano molte altre pronte a prendere il loro posto.

La conclusione di The Wrap è perciò diametralmente opposta: basta dare la colpa ad Avatar, e rendersi conto delle sfide, tanto più che, per il magazine, il buon andamento dei film di Natale sarebbe frutto di una percezione falsata. Il box office dell’ultimo periodo si confronterebbe infatti con un 2010 in cui gli unici grandi titoli in uscita erano Vi presento i nostri e Il Grinta dei fratelli Coen, due pellicole dalle perfomance non esattamente eclatanti e i cui incassi non sembrano essere stati superati di molto dai titoli del 2011.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI